(Mumbai festeggia l’arrivo della mave Vespucci; foto courtesy Ministero Difesa Italiano)
Mumbai. Un risultato “sicuramente positivo, ben al di là delle aspettative”, che testimonia l’importanza della sosta a Mumbai della nave Vespucci e di come l’India sia un Paese “sorprendente” con grandi prospettive e tanta “voglia di crescere”.
Tante iniziative per la promozione del Made in Italy e lo sviluppo dei rapporti economici bilaterali che si sono svolte in questi giorni nel Villaggio Italia, l’expo itinerante che accompagna il tour mondiale di Vespucci, allestito sul molo a cui è attraccata la nave scuola della Marina Militare.
Nave e installazioni a terra che pure oggi, per il quarto giorno consecutivo, hanno registrato un continuo e massiccio flusso di visitatori.
La tappa nel porto della capitale economico-finanziaria dell’India testimonia la volontà di questo Paese a essere tra qualche anno ‘la terza economia del mondo’. Un Paese molto giovane che ha voglia di crescere ma anche attento a quello che rappresentano le nostre tradizioni e le nostre eccellenze. L’Italia e l’India hanno culture millenarie che si guardano con attenzione.
Dietro lo scalo a Mumbai si cela un lavoro diplomatico straordinario, coordinato dall’Ambasciatore Antonio Bartoli, che ha trasformato la tappa in un momento cruciale per rafforzare le relazioni tra Italia e India in un momento eccezionale dei rapporti bilaterali.
Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato che “quando venni in India 15 anni fa, la partnership tra i nostri Paesi era di tipo commerciale. Oggi invece è tecnologica e industriale”.
“L’Italia sta trattando con l’India per intensificare la cooperazione nel settore della costruzione di navi e yacht”, ha dichiarato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso.
Le discussioni abbracciano le aree più ampie dell’economia blu e dello spazio, ha detto Urso in un’intervista alla stampa a margine del Tour Vespucci a Mumbai.
“L’India e l’Italia condividono legami culturali e commerciali che risalgono a secoli fa”, ha detto il Ministro. “Ciò significa che le due nazioni sono ben posizionate per costruire una “Via del cotone” come alternativa alla “Via della Seta” cinese, investendo in porti, logistica, dati e tecnologie informatiche come i cavi sottomarini”, ha affermato.
Urso ha sottolineato come il recente Piano d’Azione Strategico Congiunto Italia-India 2025-2029, firmato al G20 di Rio de Janeiro, offra la base per ampliare la cooperazione in settori strategici e candidi l’Italia a diventare una piattaforma logistica e produttiva per presidiare il mercato europeo.
“Unito alle affinità politiche e culturali tra i nostri Paesi, questo piano mette l’Italia in condizione di diventare l’anello di congiunzione tra l’Unione europea e l’Asia”, ha aggiunto il Ministro.
130 imprese indiane operano in Italia, dando lavoro a circa 4.000 persone, mentre 800 società italiane sono presenti in India, di cui metà con impianti produttivi nel Paese. Questa base economica offre un terreno fertile per nuovi investimenti, come dimostrano i recenti colloqui tra Urso e i vertici di Jindal, proprietaria dello stabilimento di Piombino, e Vulcan Steel, interessata agli impianti ex-Ilva di Taranto.
Un altro elemento cardine è l’Indo-Middle East-Europe Economic Corridor (IMEC), che promette di migliorare i flussi di merci, dati ed energia tra India ed Europa. Il porto di Trieste rappresenta l’approdo ideale di questa infrastruttura, destinata a giocare un ruolo di primo piano nel futuro dei rapporti tra Oriente e Occidente. L’IMEC va oltre il concetto di “corridoio”, integrando commercio, sicurezza e geopolitica in un’unica visione strategica.
Parlando dei potenziali impatti della guerra in Medio Oriente sul corridoio economico India-Medio Oriente-Europa, ha detto che “la guerra è intorno a noi in Europa”.
“È necessaria un’alternativa, poiché la guerra della Russia in Ucraina ha interrotto le rotte continentali e per aiutare ad alleviare la pressione sul Canale di Suez”, ha detto.
Alla domanda se l’IMEC troverà sostegno sotto l’amministrazione Trump, Urso ha detto che “il corridoio soddisfa le esigenze strategiche sia degli Stati Uniti sia dell’Europa”.