Dalla “assenza di rilievi piezometrici” alla “perturbazione della falda”. Sono diverse le criticità che l’associazione Energia per l’Italia ha indicato, in relazione al progetto Valle del Mezzano dell’azienda statunitense Aleanna. 

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Un progetto relativo all’estrazione di “154 milioni di metri cubi di gas” nell’area e alla “costruzione di un metanodotto lungo 10 chilometri che dovrebbe congiungere il piccolo giacimento alla rete Snam”, come riportato da una nota dell’associazione, aggiungendo che “i Comuni interessati dal progetto di Aleanna sono Ostellato e Comacchio”.

La nota ha anche spiegato che “il 12 gennaio 2025 è scaduto il termine per l’invio delle osservazioni allo Studio di impatto ambientale presentato dalla compagnia Oil&Gas Aleanna Italia”, rilevando che “qualora l’esito della Via dovesse concludersi con un parere positivo, anche a causa dell’immobilismo della Regione Emilia-Romagna e dell’inconsistenza dell’operato di Arpae, l’iter per il rilascio della concessione potrebbe concludersi nei primi mesi del 2025 e produrre un effetto domino su tutti i progetti di ricerca e di estrazione di gas che riguardano l’Emilia-Romagna”.

Da qui all’individuazione di “gravi criticità che né la Regione né Arpae hanno fatto rilevare”, e alla segnalazione di “rilievi fortemente critici nei confronti dell’istanza Valle del Mezzano, formalizzandoli nelle proprie osservazioni inviate alla Commissione tecnica Via”.

Energia per l’Italia ha sottolineato che “tra le diverse criticità”, una riguarda la “assenza di rilievi piezometrici (profondità delle falde acquifere) dell’area interessata dal progetto. Una seconda criticità è l’assenza totale nel Sia di informazioni sull’interfaccia acque dolci-salmastre/salate che localmente rappresenta un fattore primario di vulnerabilità territoriale. Infine, una terza criticità riguarda la perturbazione della falda, già di per sé vulnerabile, in fase di realizzazione dell’oleodotto che con tutta evidenza correrà per lunghi tratti sottofalda oppure alla profondità di diversi metri, in corrispondenza dei numerosi attraversamenti dei canali”.
 
L’associazione ha rimarcato che “gli attraversamenti dei canali, realizzati tramite perforazione sub-orizzontale del sottosuolo per mettere in posa il metanodotto, oltre che la cantierizzazione stessa delle opere, provocheranno la spremitura delle acque saline intrappolate nei sedimenti fini perforati e cantierizzati, accentuando il processo della salinizzazione in sito, aggiuntiva a quella più diffusamente conosciuta e dovuta alla risalita del cuneo salino”.
 
D qui alla conclusione che “sulla base della grave sottovalutazione riscontrata nel Sia del danno ambientale irreversibile che l’approvazione del progetto di estrazione e trasporto del gas causerebbe ai delicatissimi territori della Valle del Mezzano, nel documento di osservazioni di Energia per l’Italia si chiede alla Commissione Via del Mase di non procedere nell’istruttoria”.