Altair D’Arcangelo interviene pubblicamente con un post su Facebook dopo l’intervista rilasciata a Report lo scorso 13 gennaio, esprimendo il proprio disappunto rispetto ad alcune ricostruzioni che ritiene imprecise e fuorvianti. Il commento arriva all’indomani dellìanteprima dell’inchiesta, che ha toccato vicende giudiziarie e politiche di rilievo, in particolare quelle legate alla Ministra Santanchè.

“Ben consapevole dell’alta funzione del giornalismo d’inchiesta, non mi sono sottratto all’intervista, nella quale sono stato collaborativo e trasparente,” afferma D’Arcangelo, rivendicando un comportamento rispettoso nei confronti del lavoro giornalistico. Tuttavia, sottolinea come alcune parti del suo vissuto personale siano state presentate in modo inesatto, con l’intento, a suo dire, di “suscitare maggiore clamore”.

Nel suo intervento, D’Arcangelo ribadisce che il suo passato personale “non è di pubblico interesse”, in particolare per quanto riguarda eventi “risalenti e irrilevanti” che sarebbero stati enfatizzati negativamente. Anche in riferimento a vicende più recenti, mette in luce presunte “carenze informative”, ricordando che “non solo non c’è alcuna condanna definitiva, ma neppure – almeno a quanto ne so – il semplice rinvio a giudizio”. Evidenzia inoltre un principio fondamentale del diritto: “L’indagato non è imputato, e anche quest’ultimo è presunto innocente fino a condanna definitiva.”

Altair D’Arcangelo richiama infine i principi di legalità e di continenza nell’informazione, sottolineando i rischi che la diffusione di notizie imprecise o manipolate può comportare. “Anche notizie vere (figuriamoci se ‘aggiustate’) possono costituire diffamazione”, avverte, mettendo in guardia sulle possibili conseguenze devastanti per la reputazione, la carriera, e la vita personale di chi è oggetto di simili trattamenti mediatici.

Il suo messaggio si chiude con un monito: “Non farò sconti a nessuno”.