La filiale di Livorno della Banca d’Italia chiuderà. L’ufficialità della decisione è stata resa nota nella giornata di ieri 31 gennaio tramite un comunicato stampa diffuso dalla sede centrale romana. “Ragioni di efficienza e di razionalizzazione delle attività” si legge nelle righe dell’istituto, che dunque nei prossimi mesi procederà con il trasferimento dei circa 50 dipendenti – eccetto chi andrà in pensione – da Livorno a Firenze. Sarà proprio la sede fiorentina della Banca d’Italia a ‘ereditare’ l’apporto alle istituzioni e alla comunità del territorio livornese. Stesso destino per Brescia, che invece ‘andrà sotto’ Milano.
Banca d’Italia, il grido d’allarme dei sindacati: “No alla chiusura della filiale di Livorno”
“Il Consiglio Superiore della Banca d’Italia – si legge nella nota – ha approvato un piano di riorganizzazione delle filiali che prevede un ulteriore decentramento di responsabilità di vigilanza (prudenziale, antiriciclaggio e tutela della clientela) e il rafforzamento delle attività di educazione finanziaria e della funzione di valutazione del merito di credito delle imprese non finanziarie per i fini della politica monetaria. Il piano – si legge – conferma il modello di presenza territoriale della Banca d’Italia rispondente all’articolazione istituzionale dello Stato, con 21 filiali nelle regioni e province autonome; altre 15 filiali opereranno con funzioni differenziate. La riforma – conclude la nota – intende valorizzare la presenza della Banca sul territorio e favorire un utilizzo delle risorse più efficiente, flessibile e integrato con gli uffici centrali”.
Fisac Cgil Banca d’Italia: “Profonda preoccupazione per la direzione intrapresa dall’istituto”
Immediata la reazione della Fisac Cgil Banca d’Italia, che ha espresso “profonda preoccupazione riguardo alla direzione intrapresa dall’Istituto”. In una nota, si legge: “È con rammarico che constatiamo come il vertice stia dimostrando una chiara volontà di avvilire le lavoratrici e i lavoratori, oltre a impoverire i servizi resi al Paese, apparentemente a vantaggio del solo utile di bilancio da riversare allo Stato”. Secondo il sindacato, “si paventa la prospettiva di misure di sostegno ridotte e limitate, destinate esclusivamente al personale colpito dalle ingiustificate chiusure, senza considerare l’intero gruppo di lavoratori che, pur non coinvolti direttamente, subiranno comunque significativi tagli in termini di opportunità professionali”.