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\n\n Il canale Whatsapp di Sky TG24 (clicca qui)\n Le notizie audio con i titoli del tg (clicca qui)\n”,”postId”:”7c1efa77-fcc7-4b64-9c6d-d3df6e1af4b3″}],”posts”:[{“timestamp”:”2025-03-06T13:47:29.115Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-06T14:47:29+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Francia: \”Hamas sia totalmente escluso da futuro Gaza\””,”content”:”
Hamas deve essere \”totalmente\” escluso dalla gestione di Gaza dopo la guerra. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri francese, accogliendo con favore il piano di ricostruzione per Gaza proposto dall’Egitto e approvato dalla Lega araba durante il vertice al Cairo. Questo progetto \”costituisce una base seria e credibile per rispondere oggi alle esigenze di ricostruzione, di governance e di sicurezza in seguito alla guerra di Gaza\”, ha dichiarato Christophe Lemoine. \”Questo piano deve escludere completamente dal governo di Gaza Hamas, che deve essere disarmato, e fornire forti garanzie di sicurezza a Israele\”, ha aggiunto. Al contrario del piano avanzato dal presidente Usa Donald Trump, il piano egiziano prevede la ricostruzione della Striscia senza sfollare la popolazione palestinese.
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Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato di ricominciare la guerra contro Gaza con \”un’intensità mai vista\” se non dovessero essere rilasciati gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia. Katz ha assicurato che tutti i prigionieri torneranno a casa, compresi quelli uccisi \”dal vile popolo della Striscia di Gaza\”, riporta il Times of Israel.
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\”L’accordo di cessate il fuoco con l’omicida Hamas e i pesanti prezzi che Israele ha pagato, ed è disposto a continuare a pagare, nell’ambito della sua attuazione, hanno lo scopo di ottenere il rapido rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita, che sono detenuti nelle condizioni più dure a Gaza, e di portare tutti gli ostaggi che non sono vivi per la sepoltura in Israele – ha detto Katz – Una cosa è chiara: i combattimenti termineranno con due chiari risultati: il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la sconfitta di Hamas\”.
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La scorsa settimana, il canale televisivo israeliano 12 ha assicurato che le autorità israeliane stavano limitando l’accesso all’Explanada de las Mezquitas, che ospita Al Aqsa, agli uomini di età superiore ai 55 anni, alle donne di età superiore ai 50 anni e ai bambini di eta’ inferiore ai 12 anni, molti dei quali residenti in Cisgiordania. Il portavoce del governo israeliano per la stampa internazionale, David Mencer, in precedenza aveva invece affermato con una nota che \”non ci sarebbero state restrizioni, se non per motivi di sicurezza\”. Lo scorso anno, durante il primo Ramadan dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, Israele aveva applicato in quella zona restrizioni simili. La Spianata delle Moschee, che gli ebrei israeliti chiamano Monte del Tempio, è il terzo luogo più sacro dell’Islam e il primo dell’Ebraismo, ed è spesso al centro di tensioni tra le autorità e la popolazione palestinese.
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La polizia israeliana ha dichiarato lo stato di massima allerta a Gerusalemme per il primo venerdi’ del Ramadan, il mese sacro dell’Islam. L’annuncio arriva prima dell’appello di Hamas a infrangere le restrizioni imposte dalle autorità israeliane sulla Spianata delle Moschee. Le misure di rafforzamento delle operazioni includeranno l’invio in citta’ di 3.000 poliziotti per \”mantenere l’ordine e la sicurezza\”, in particolare nei punti di controllo perimetrali di Gerusalemme, Gerusalemme Est e nelle strade della Città Vecchia \”, ha affermato la polizia in una nota, spiegando che il maggiore dispiegamento di uomini permettera’ di \”rispondere in modo efficace a qualsiasi scenario, impedendo ogni tipo di provocazioni volte a incitare alla violenza o al terrorismo\”. Lo scorso venerdì Hamas ha dichiarato che durante il Ramadan si sarebbe tenuta una grande congregazione nella moschea di Al Aqsa e che \”si sarebbero infrante le restrizioni dell’occupazione sionista e le sue misure militari nella città occupata di Gerusalemme\”. Il gruppo palestinese ha incoraggiato tutti i fedeli a \”intensificare, durante i giorni del mese sacro, la presenza e gli spostamenti\” verso l’Explanada de las Mezquitas, che può ospitare fino a 400.000 persone.
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E’ di un morto e diversi feriti il bilancio di un attacco con droni israeliani nel quartiere Shejaiya di Gaza City. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Nessun commento finora dalle forze armate israeliane, che sono ancora schierate in una zona cuscinetto lungo il confine della Striscia.
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Fonti mediche palestinesi hanno riferito all’agenzia Wafa che sei palestinesi uccisi e sette feriti sono arrivati ;;negli ospedali della Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. \”Un certo numero di vittime è ancora sotto le macerie degli edifici distrutti, ma le ambulanze e gli equipaggi della protezione civile non riescono a raggiungerli\”. Non è chiaro quali siano le circostanze dell’attacco. Il numero di palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza – aggiunge la Wafa – è salito, dal 7 ottobre 2023, a 48.446 e il numero di feriti a 111.852.
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Il movimento ribelle Houthi ha replicato duramente alla decisione degli Stati Uniti di riclassificarlo come organizzazione terroristica straniera, affermando che la misura \”non ha alcuna legittimità\”. Secondo Mohamed Ali al Houthi, presidente del Comitato Rivoluzionario del gruppo, la priorità assoluta in questo momento dovrebbe essere la situazione nella Striscia di Gaza e la consegna di aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
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\”Fornire aiuti a Gaza è più importante per noi rispetto alla classificazione imposta dagli Stati Uniti, che non ha alcuna legittimità\”, ha dichiarato Al Houthi, leader del governo ad interim istituito dai ribelli dopo la presa della capitale yemenita Sana’a nel 2015. Attraverso il suo profilo X, Al Houthi ha condannato il sostegno di Washington a Israele, in particolare dopo l’imposizione di un nuovo blocco agli aiuti umanitari destinati a Gaza. Ha inoltre accusato gli Stati Uniti di \”ostacolare gli accordi di pace\” e ha definito la loro decisione di inserire nuovamente gli Houthi nella lista dei gruppi terroristici come un atto di \”terrorismo\”.
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Il Dipartimento di Stato americano ha da poco annunciato il reinserimento del gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche, imponendo anche sanzioni contro otto comandanti Houthi, accusati di guidare il traffico di armi verso le zone dello Yemen sotto il controllo dei ribelli e di reclutare civili per combattere al fianco delle forze russe in Ucraina in cambio di finanziamenti.
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Il Cairo sostanzialmente non commenta l’ultimatum del presidente statunitense Donald Trump ad Hamas ma conferma che per il movimento islamico al potere a Gaza il piano arabo di ricostruzione della Striscia non prevede alcun ruolo. A una domanda sulle minacce di Trump ad Hamas, il portavoce del ministero degli Esteri egiziano – l’ambasciatore Tamim Khallaf – si è limitato a dichiarare che \”continueremo a collaborare strettamente con i nostri partner statunitensi e con il Qatar per portare avanti la seconda e la terza fase dei negoziati per il cessate il fuoco al fine di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e dei detenuti palestinesi\”. Riecheggiando le conclusioni del vertice della Lega araba dell’altro ieri al Cairo e rispondendo a una domanda ruolo del movimento palestinese, Khallaf ha definito \”importante che Hamas non faccia parte della struttura. Non riteniamo che Hamas sia parte della soluzione\”.
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Mine antiuomo e ordigni inesplosi in Siria hanno ferito o ucciso almeno 188 bambini in circa tre mesi, da quando il presidente Bashar al-Assad e’ stato rovesciato a dicembre. E’ quanto ha denunciato Save the Children, precisando che di questi oltre 60 sono morti. \”Gran parte della Siria è costellata di mine e residuati bellici esplosivi dopo 13 anni di conflitto\”, ha affermato Bujar Hoxha, direttore per la Siria per l’organizzazione umanitaria, ricordando che dallo scorso dicembre a oggi \”le mine antiuomo e i residuati bellici esplosivi hanno causato almeno 628 vittime, piùdi due terzi del numero totale di vittime per tutto il 2023\”. Da qui l’appello alle autorità di transizione e alla comunità internazionale di accelerare il processo di bonifica nel Paese. Un rapporto dell’Ong Humanity and Inclusion uscito il mese scorso aveva messo in guardia sui pericoli posti dalle munizioni inesplose rimaste dalla devastante guerra civile scoppiata nel 2011: si stimava che tra 100.000-300.000 di circa un milione di munizioni utilizzate durante la guerra non siano mai esplose.
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Rappresentanti americani hanno tenuto colloqui con leader di Hamas e mediatori di Egitto e Qatar nella notte. Lo hanno riferito fonti egiziane, citate da Reuters, secondo le quali i colloqui hanno riguardato chi governerà la Striscia di Gaza dopo la guerra e sono stati fatti nomi specifici. Le fonti hanno affermato che gli incontri \”si sono conclusi in modo positivo\”, indicando una transizione verso la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele. L’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato al Times of Israel di non essere a conoscenza \”di progressi rispetto a colloqui sulla seconda fase\”.
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\”La settimana scorsa le forze di sicurezza hanno effettuato operazioni antiterrorismo in tutta la Giudea e la Samaria (Cisgiordania, ndr), hanno arrestato 90 sospetti ricercati e hanno confiscato 14 fucili e migliaia di shekel di fondi terroristici\”: lo annuncia su Telegram l’esercito israeliano (Idf). \”Le forze di sicurezza continuano a operare nella Samaria settentrionale\”, prosegue il messaggio, aggiungendo che a Jenin sono stati \”eliminati terroristi\” e sono stati arrestati circa 30 sospetti ricercati.
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Il portavoce di Hamas, Hazem Qasim, ha affermato che le parole di Trump hanno spinto Israele a ignorare i termini di un cessate il fuoco in vigore dal 19 gennaio. \”Queste minacce complicano le questioni relative all’accordo di cessate il fuoco e incoraggiano l’occupazione a evitare di implementarne i termini\”, ha affermato Qasim, esortando gli Stati Uniti a fare pressione su Israele affinché entri nella seconda fase del cessate il fuoco.
“,”postId”:”17106f24-2162-41eb-ac60-bcc34c83bc87″},{“timestamp”:”2025-03-06T09:31:39.343Z”,”timestampUtcIt”:”2025-03-06T10:31:39+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Ankara: \”Pieno sostegno Turchia a piano Lega Araba\””,”content”:”
La Turchia sostiene ufficialmente il piano di ricostruzione per Gaza presentato ieri dalla Lega Araba. \”La nostra linea prevede il pieno supporto alle iniziative che permettano di raggiungere un cessate il fuoco permanente, dare il via alla ricostruzione di Gaza e garantire ai palestinesi una vita pacifica nella propria terra\”. Si legge nel comunicato emesso dal Ministero degli Esteri di Ankara in seguito al summit della Lega Araba che ha avuto luogo al Cairo, durante il quale è stato approvato un piano di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza. Un piano alternativo alla proposta presentata dal presidente americano Donald Trump, che aveva proposto la conversione della Striscia in una \”Riviera del Medio Oriente\”, attraverso l’espulsione dei palestinesi da Gaza verso altri Paesi arabi.
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Il capo dell’ufficio Usa per gli Affari palestinesi a Gerusalemme, Hans Wecksel, ha annunciato le dimissioni, perché non gli \”piace la direzione in cui sta andando\” Washington e l’amministrazione Trump con il piano su Gaza. Wecksel, che lascerà il suo incarico alla fine del mese, è un veterano del dipartimento di Stato che in precedenza ha prestato servizio negli Emirati Arabi Uniti, in Libano e in Turchia, ed è stato anche direttore dell’antiterrorismo in Medio Oriente e in Asia meridionale e centrale. L’ufficio per gli Affari palestinesi è stato istituito nel 2022 su iniziativa dell’allora presidente Joe Biden, nel tentativo di ribaltare la decisione dell’amministrazione Trump di chiudere il consolato americano a Gerusalemme.
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Il nuovo capo di Stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, ha annunciato una serie di nomine attese da tempo. La lista di promozioni preparata dal suo predecessore, Herzi Halevi, era stata bloccata dal ministro della Difesa, Israel Katz, convinto che non dovesse essere lui a indicare nuovi comandanti, avendo fallito nel suo ruolo alla luce dell’attacco del 7 ottobre. L’elenco annunciato da Zamir comprende un nuovo generale di brigata e 27 nuovi colonnelli, insieme alla nomina di due generali: Yaniv Asor a capo del Comando meridionale e Itzik Cohen a capo della Direzione delle operazioni. Asor sostituirà Yaron Finkelman, che aveva annunciato le dimissioni in concomitanza con Halevi a fine gennaio, mentre Cohen sostituirà Oded Basyuk che ha annunciato il suo ritiro due giorni fa.
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Le minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump \”incoraggiano\” Israele ad abbandonare l’accordo di tregua, afferma Hamas. Ieri Trump ha dato \”l’ultimo avvertimento\” ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti – ha minacciato – \”ci sarà l’inferno da pagare più tardi!\”. Inoltre, il presidente americano ha affermato che \”per la leadership – di Hamas – ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità\”.
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Il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem, ha affermato che le ripetute minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump \”mettono a repentaglio il cessate il fuoco\”, aggiungendo che gli ostaggi saranno rilasciati solo tramite negoziati. \”Se vuole che gli ostaggi vengano rilasciati, deve fare pressione su Netanyahu affinché inizi i negoziati sulla seconda fase dell’accordo\”, ha detto Qassem. Il portavoce di Hamas ha osservato che l’organizzazione teme che Israele \”sfrutti le dichiarazioni di Trump per intensificare il blocco di Gaza e la sua politica di affamare la popolazione\”.
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Il governo di Gaza, controllato da Hamas, ha espresso il suo sostegno alla formazione di un comitato composto da figure \”competenti e indipendenti\” per gestire la Striscia di Gaza dopo la guerra. \”Accogliamo con favore tutti gli sforzi volti ad alleviare le sofferenze del nostro popolo alla luce del genocidio in corso perpetrato dall’occupazione (israeliana), compresi gli accordi per l’amministrazione della Striscia di Gaza attraverso un comitato composto da personalità nazionali competenti e indipendenti\”, ha affermato in una nota Salama Maaruf, direttore dell’ufficio stampa governativo. Questo parere è in linea con il piano di ricostruzione del territorio presentato al summit arabo tenutosi in Egitto due giorni fa. Il governo di Gaza ha assicurato di essere pronto a sostenere questi sforzi, purché il loro scopo sia \”nell’interesse del popolo di Gaza e metta fine alla divisione\”. A questo proposito, Maaruf ha affermato che la struttura amministrativa e i funzionari governativi sono disponibili a lavorare nell’ambito di questa nuova missione di amministrazione dell’enclave e \”continueranno a svolgere le loro funzioni e responsabilita’ nazionali per garantire la continuita’ dei servizi forniti ai cittadini e supportare il lavoro del comitato sopra menzionato\”. Il piano di ricostruzione annunciato dal presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi prevede una fase iniziale di \”rapida ripresa\” a Gaza, durante la quale l’enclave verrebbe sgomberata dalle macerie nell’arco di un periodo di sei mesi e sette aree verrebbero rese disponibili per ospitare piu’ di 1,5 abitanti di Gaza. In seguito, alcuni media palestinesi hanno sottolineato il ritorno dell’Autorita’ Nazionale Palestinese (Anp), che ora governa piccole parti della Cisgiordania, data l’occupazione israeliana. Il comitato tecnocratico proposto da Al Sisi era gia’ sul tavolo delle trattative tra gli antagonisti Hamas e Fatah – la principale forza dell’Anp – anche se quest’ultima alla fine si e’ tirata indietro, secondo quanto denunciato dagli islamisti. Sui media palestinesi sta circolando una lista di circa 15 nomi, tra i cui potenziali membri figurano vari funzionari delle autorita’ civili di Gaza, ex ministri del governo palestinese e altri professionisti e accademici.
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Il controverso video virale \”Trump Gaza\” generato dall’intelligenza artificiale era inteso come una satira politica dell’\”idea megalomane\” di Trump, ma è stato pubblicato senza il consenso del suo ideatore. A parlare è Solo Avital, regista di Los Angeles, cittadino statunitense nato in Israele, che ha raccontato il dietro le quinte del filmato che ha raggiunto un vastissimo pubblico e scatenato valanga di critiche. \”Siamo narratori, non provocatori, a volte realizziamo pezzi satirici come questo ed è così che avrebbe dovuto essere. Questa è la dualità della satira: dipende dal contesto che ci metti per creare la battuta finale. Qui non c’era contesto ed è stato pubblicato senza il nostro consenso o la nostra conoscenza\”, ha affermato Avital. Il regista ha spiegato di aver creato il video in meno di otto ore mentre sperimentava strumenti di intelligenza artificiale all’inizio di febbraio con la piattaforma Arcana AI, quando ha deciso di realizzare \”una satira su questa idea megalomane di mettere statue [a Gaza]\” per vedere cosa avrebbe potuto fare lo strumento. Ha poi condiviso il videoclip con degli amici, mentre il suo socio in affari – Ariel Vromen, regista del film ‘The Iceman’ -lo ha pubblicato sul suo account Instagram per alcune ore, prima che Avital lo incoraggiasse a rimuoverlo con la motivazione che \”potrebbe essere un po’ insensibile e non vogliamo schierarci\”. Avital e Vromen hanno anche condiviso una prima versione del filmato con Mel Gibson, che Trump ha nominato ambasciatore speciale a Hollywood a gennaio e che in precedenza aveva collaborato con la loro societa’ EyeMix e con Arcana. La prima volta che Avital ha saputo che il video aveva raggiunto un pubblico più ampio è stato quando si è svegliato con migliaia di messaggi sul suo telefono, mentre gli amici lo avvisavano del post di Trump, sottolineando che la sua diffusione cosi’ vasta lo aveva \”sorpreso da morire\”. I creatori hanno precisato, inoltre, che Gibson ha negato successivamente di aver condiviso il loro video con il presidente Usa.
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Per il nuovo capo di stato maggiore delle Idf, tenente generale Eyal Zamir, il ritorno degli ostaggi è \”un nostro dovere morale\”. Lo ha affermato il generale Zamir nella sua prima missiva trasmessa all’esercito israeliano, nella quale sottolinea che la sua missione principale sara’ \”la vittoria e la sconfitta del nemico\”. \”Non resteremo in silenzio fino al ritorno dei nostri fratelli dai tunnel della prigionia, questo è il nostro dovere morale\”, ha aggiunto il neo capo di stato maggiore. Decanta inoltre i \”grandi successi\” dell’esercito, mentre avverte delle \”molte sfide che ci attendono: avremo giorni difficili, ma avremo anche giorni migliori davanti a noi\”, ha concluso, secondo quanto riferito dal quotidiano Times of Israel.
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Trump dà “l’ultimo avvertimento” ad Hamas perché liberi subito tutti gli ostaggi vivi e restituisca i cadaveri di quelli uccisi. Altrimenti “ci sarà l’inferno da pagare”, minaccia il presidente Usa. E avverte: “La leadership” del movimento islamista di Gaza “lasci ora, finché ne ha ancora la possibilità”. Trump ha ricevuto ieri otto degli ostaggi già liberati. Hamas conferma intanto contatti diretti con l’inviato di Washington.
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Hamas deve essere “totalmente” escluso dalla gestione di Gaza dopo la guerra. Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri francese, accogliendo con favore il piano di ricostruzione per Gaza proposto dall’Egitto e approvato dalla Lega araba durante il vertice al Cairo. Questo progetto “costituisce una base seria e credibile per rispondere oggi alle esigenze di ricostruzione, di governance e di sicurezza in seguito alla guerra di Gaza”, ha dichiarato Christophe Lemoine. “Questo piano deve escludere completamente dal governo di Gaza Hamas, che deve essere disarmato, e fornire forti garanzie di sicurezza a Israele”, ha aggiunto. Al contrario del piano avanzato dal presidente Usa Donald Trump, il piano egiziano prevede la ricostruzione della Striscia senza sfollare la popolazione palestinese.
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3 minuti fa
Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha minacciato di ricominciare la guerra contro Gaza con “un’intensità mai vista” se non dovessero essere rilasciati gli ostaggi israeliani ancora nella Striscia. Katz ha assicurato che tutti i prigionieri torneranno a casa, compresi quelli uccisi “dal vile popolo della Striscia di Gaza”, riporta il Times of Israel.
“L’accordo di cessate il fuoco con l’omicida Hamas e i pesanti prezzi che Israele ha pagato, ed è disposto a continuare a pagare, nell’ambito della sua attuazione, hanno lo scopo di ottenere il rapido rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora in vita, che sono detenuti nelle condizioni più dure a Gaza, e di portare tutti gli ostaggi che non sono vivi per la sepoltura in Israele – ha detto Katz – Una cosa è chiara: i combattimenti termineranno con due chiari risultati: il rilascio di tutti i nostri ostaggi e la sconfitta di Hamas”.
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4 minuti fa
La scorsa settimana, il canale televisivo israeliano 12 ha assicurato che le autorità israeliane stavano limitando l’accesso all’Explanada de las Mezquitas, che ospita Al Aqsa, agli uomini di età superiore ai 55 anni, alle donne di età superiore ai 50 anni e ai bambini di eta’ inferiore ai 12 anni, molti dei quali residenti in Cisgiordania. Il portavoce del governo israeliano per la stampa internazionale, David Mencer, in precedenza aveva invece affermato con una nota che “non ci sarebbero state restrizioni, se non per motivi di sicurezza”. Lo scorso anno, durante il primo Ramadan dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza, Israele aveva applicato in quella zona restrizioni simili. La Spianata delle Moschee, che gli ebrei israeliti chiamano Monte del Tempio, è il terzo luogo più sacro dell’Islam e il primo dell’Ebraismo, ed è spesso al centro di tensioni tra le autorità e la popolazione palestinese.
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5 minuti fa
La polizia israeliana ha dichiarato lo stato di massima allerta a Gerusalemme per il primo venerdi’ del Ramadan, il mese sacro dell’Islam. L’annuncio arriva prima dell’appello di Hamas a infrangere le restrizioni imposte dalle autorità israeliane sulla Spianata delle Moschee. Le misure di rafforzamento delle operazioni includeranno l’invio in citta’ di 3.000 poliziotti per “mantenere l’ordine e la sicurezza”, in particolare nei punti di controllo perimetrali di Gerusalemme, Gerusalemme Est e nelle strade della Città Vecchia “, ha affermato la polizia in una nota, spiegando che il maggiore dispiegamento di uomini permettera’ di “rispondere in modo efficace a qualsiasi scenario, impedendo ogni tipo di provocazioni volte a incitare alla violenza o al terrorismo”. Lo scorso venerdì Hamas ha dichiarato che durante il Ramadan si sarebbe tenuta una grande congregazione nella moschea di Al Aqsa e che “si sarebbero infrante le restrizioni dell’occupazione sionista e le sue misure militari nella città occupata di Gerusalemme”. Il gruppo palestinese ha incoraggiato tutti i fedeli a “intensificare, durante i giorni del mese sacro, la presenza e gli spostamenti” verso l’Explanada de las Mezquitas, che può ospitare fino a 400.000 persone.
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32 minuti fa
E’ di un morto e diversi feriti il bilancio di un attacco con droni israeliani nel quartiere Shejaiya di Gaza City. Lo ha riferito l’agenzia di stampa palestinese Wafa. Nessun commento finora dalle forze armate israeliane, che sono ancora schierate in una zona cuscinetto lungo il confine della Striscia.
42 minuti fa
Fonti mediche palestinesi hanno riferito all’agenzia Wafa che sei palestinesi uccisi e sette feriti sono arrivati ;;negli ospedali della Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. “Un certo numero di vittime è ancora sotto le macerie degli edifici distrutti, ma le ambulanze e gli equipaggi della protezione civile non riescono a raggiungerli”. Non è chiaro quali siano le circostanze dell’attacco. Il numero di palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza – aggiunge la Wafa – è salito, dal 7 ottobre 2023, a 48.446 e il numero di feriti a 111.852.
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45 minuti fa
Il movimento ribelle Houthi ha replicato duramente alla decisione degli Stati Uniti di riclassificarlo come organizzazione terroristica straniera, affermando che la misura “non ha alcuna legittimità”. Secondo Mohamed Ali al Houthi, presidente del Comitato Rivoluzionario del gruppo, la priorità assoluta in questo momento dovrebbe essere la situazione nella Striscia di Gaza e la consegna di aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
“Fornire aiuti a Gaza è più importante per noi rispetto alla classificazione imposta dagli Stati Uniti, che non ha alcuna legittimità”, ha dichiarato Al Houthi, leader del governo ad interim istituito dai ribelli dopo la presa della capitale yemenita Sana’a nel 2015. Attraverso il suo profilo X, Al Houthi ha condannato il sostegno di Washington a Israele, in particolare dopo l’imposizione di un nuovo blocco agli aiuti umanitari destinati a Gaza. Ha inoltre accusato gli Stati Uniti di “ostacolare gli accordi di pace” e ha definito la loro decisione di inserire nuovamente gli Houthi nella lista dei gruppi terroristici come un atto di “terrorismo”.
Il Dipartimento di Stato americano ha da poco annunciato il reinserimento del gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche, imponendo anche sanzioni contro otto comandanti Houthi, accusati di guidare il traffico di armi verso le zone dello Yemen sotto il controllo dei ribelli e di reclutare civili per combattere al fianco delle forze russe in Ucraina in cambio di finanziamenti.
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13:37
Il Cairo sostanzialmente non commenta l’ultimatum del presidente statunitense Donald Trump ad Hamas ma conferma che per il movimento islamico al potere a Gaza il piano arabo di ricostruzione della Striscia non prevede alcun ruolo. A una domanda sulle minacce di Trump ad Hamas, il portavoce del ministero degli Esteri egiziano – l’ambasciatore Tamim Khallaf – si è limitato a dichiarare che “continueremo a collaborare strettamente con i nostri partner statunitensi e con il Qatar per portare avanti la seconda e la terza fase dei negoziati per il cessate il fuoco al fine di garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e dei detenuti palestinesi”. Riecheggiando le conclusioni del vertice della Lega araba dell’altro ieri al Cairo e rispondendo a una domanda ruolo del movimento palestinese, Khallaf ha definito “importante che Hamas non faccia parte della struttura. Non riteniamo che Hamas sia parte della soluzione”.
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12:51
Mine antiuomo e ordigni inesplosi in Siria hanno ferito o ucciso almeno 188 bambini in circa tre mesi, da quando il presidente Bashar al-Assad e’ stato rovesciato a dicembre. E’ quanto ha denunciato Save the Children, precisando che di questi oltre 60 sono morti. “Gran parte della Siria è costellata di mine e residuati bellici esplosivi dopo 13 anni di conflitto”, ha affermato Bujar Hoxha, direttore per la Siria per l’organizzazione umanitaria, ricordando che dallo scorso dicembre a oggi “le mine antiuomo e i residuati bellici esplosivi hanno causato almeno 628 vittime, piùdi due terzi del numero totale di vittime per tutto il 2023”. Da qui l’appello alle autorità di transizione e alla comunità internazionale di accelerare il processo di bonifica nel Paese. Un rapporto dell’Ong Humanity and Inclusion uscito il mese scorso aveva messo in guardia sui pericoli posti dalle munizioni inesplose rimaste dalla devastante guerra civile scoppiata nel 2011: si stimava che tra 100.000-300.000 di circa un milione di munizioni utilizzate durante la guerra non siano mai esplose.
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12:29
Rappresentanti americani hanno tenuto colloqui con leader di Hamas e mediatori di Egitto e Qatar nella notte. Lo hanno riferito fonti egiziane, citate da Reuters, secondo le quali i colloqui hanno riguardato chi governerà la Striscia di Gaza dopo la guerra e sono stati fatti nomi specifici. Le fonti hanno affermato che gli incontri “si sono conclusi in modo positivo”, indicando una transizione verso la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele. L’ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato al Times of Israel di non essere a conoscenza “di progressi rispetto a colloqui sulla seconda fase”.
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12:25
“La settimana scorsa le forze di sicurezza hanno effettuato operazioni antiterrorismo in tutta la Giudea e la Samaria (Cisgiordania, ndr), hanno arrestato 90 sospetti ricercati e hanno confiscato 14 fucili e migliaia di shekel di fondi terroristici”: lo annuncia su Telegram l’esercito israeliano (Idf). “Le forze di sicurezza continuano a operare nella Samaria settentrionale”, prosegue il messaggio, aggiungendo che a Jenin sono stati “eliminati terroristi” e sono stati arrestati circa 30 sospetti ricercati.
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10:59
Il portavoce di Hamas, Hazem Qasim, ha affermato che le parole di Trump hanno spinto Israele a ignorare i termini di un cessate il fuoco in vigore dal 19 gennaio. “Queste minacce complicano le questioni relative all’accordo di cessate il fuoco e incoraggiano l’occupazione a evitare di implementarne i termini”, ha affermato Qasim, esortando gli Stati Uniti a fare pressione su Israele affinché entri nella seconda fase del cessate il fuoco.
10:31
La Turchia sostiene ufficialmente il piano di ricostruzione per Gaza presentato ieri dalla Lega Araba. “La nostra linea prevede il pieno supporto alle iniziative che permettano di raggiungere un cessate il fuoco permanente, dare il via alla ricostruzione di Gaza e garantire ai palestinesi una vita pacifica nella propria terra”. Si legge nel comunicato emesso dal Ministero degli Esteri di Ankara in seguito al summit della Lega Araba che ha avuto luogo al Cairo, durante il quale è stato approvato un piano di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza. Un piano alternativo alla proposta presentata dal presidente americano Donald Trump, che aveva proposto la conversione della Striscia in una “Riviera del Medio Oriente”, attraverso l’espulsione dei palestinesi da Gaza verso altri Paesi arabi.
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10:29
Il capo dell’ufficio Usa per gli Affari palestinesi a Gerusalemme, Hans Wecksel, ha annunciato le dimissioni, perché non gli “piace la direzione in cui sta andando” Washington e l’amministrazione Trump con il piano su Gaza. Wecksel, che lascerà il suo incarico alla fine del mese, è un veterano del dipartimento di Stato che in precedenza ha prestato servizio negli Emirati Arabi Uniti, in Libano e in Turchia, ed è stato anche direttore dell’antiterrorismo in Medio Oriente e in Asia meridionale e centrale. L’ufficio per gli Affari palestinesi è stato istituito nel 2022 su iniziativa dell’allora presidente Joe Biden, nel tentativo di ribaltare la decisione dell’amministrazione Trump di chiudere il consolato americano a Gerusalemme.
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10:15
Il nuovo capo di Stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, ha annunciato una serie di nomine attese da tempo. La lista di promozioni preparata dal suo predecessore, Herzi Halevi, era stata bloccata dal ministro della Difesa, Israel Katz, convinto che non dovesse essere lui a indicare nuovi comandanti, avendo fallito nel suo ruolo alla luce dell’attacco del 7 ottobre. L’elenco annunciato da Zamir comprende un nuovo generale di brigata e 27 nuovi colonnelli, insieme alla nomina di due generali: Yaniv Asor a capo del Comando meridionale e Itzik Cohen a capo della Direzione delle operazioni. Asor sostituirà Yaron Finkelman, che aveva annunciato le dimissioni in concomitanza con Halevi a fine gennaio, mentre Cohen sostituirà Oded Basyuk che ha annunciato il suo ritiro due giorni fa.
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09:45
Le minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump “incoraggiano” Israele ad abbandonare l’accordo di tregua, afferma Hamas. Ieri Trump ha dato “l’ultimo avvertimento” ad Hamas perchè liberi subito tutti gli ostaggi e restituisca immediatamente tutti i cadaveri delle persone che ha assassinato, altrimenti – ha minacciato – “ci sarà l’inferno da pagare più tardi!”. Inoltre, il presidente americano ha affermato che “per la leadership – di Hamas – ora è il momento di lasciare Gaza, finché avete ancora una possibilità”.
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09:43
Il portavoce di Hamas a Gaza, Hazem Qassem, ha affermato che le ripetute minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump “mettono a repentaglio il cessate il fuoco”, aggiungendo che gli ostaggi saranno rilasciati solo tramite negoziati. “Se vuole che gli ostaggi vengano rilasciati, deve fare pressione su Netanyahu affinché inizi i negoziati sulla seconda fase dell’accordo”, ha detto Qassem. Il portavoce di Hamas ha osservato che l’organizzazione teme che Israele “sfrutti le dichiarazioni di Trump per intensificare il blocco di Gaza e la sua politica di affamare la popolazione”.
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09:25
Il governo di Gaza, controllato da Hamas, ha espresso il suo sostegno alla formazione di un comitato composto da figure “competenti e indipendenti” per gestire la Striscia di Gaza dopo la guerra. “Accogliamo con favore tutti gli sforzi volti ad alleviare le sofferenze del nostro popolo alla luce del genocidio in corso perpetrato dall’occupazione (israeliana), compresi gli accordi per l’amministrazione della Striscia di Gaza attraverso un comitato composto da personalità nazionali competenti e indipendenti”, ha affermato in una nota Salama Maaruf, direttore dell’ufficio stampa governativo. Questo parere è in linea con il piano di ricostruzione del territorio presentato al summit arabo tenutosi in Egitto due giorni fa. Il governo di Gaza ha assicurato di essere pronto a sostenere questi sforzi, purché il loro scopo sia “nell’interesse del popolo di Gaza e metta fine alla divisione”. A questo proposito, Maaruf ha affermato che la struttura amministrativa e i funzionari governativi sono disponibili a lavorare nell’ambito di questa nuova missione di amministrazione dell’enclave e “continueranno a svolgere le loro funzioni e responsabilita’ nazionali per garantire la continuita’ dei servizi forniti ai cittadini e supportare il lavoro del comitato sopra menzionato”. Il piano di ricostruzione annunciato dal presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi prevede una fase iniziale di “rapida ripresa” a Gaza, durante la quale l’enclave verrebbe sgomberata dalle macerie nell’arco di un periodo di sei mesi e sette aree verrebbero rese disponibili per ospitare piu’ di 1,5 abitanti di Gaza. In seguito, alcuni media palestinesi hanno sottolineato il ritorno dell’Autorita’ Nazionale Palestinese (Anp), che ora governa piccole parti della Cisgiordania, data l’occupazione israeliana. Il comitato tecnocratico proposto da Al Sisi era gia’ sul tavolo delle trattative tra gli antagonisti Hamas e Fatah – la principale forza dell’Anp – anche se quest’ultima alla fine si e’ tirata indietro, secondo quanto denunciato dagli islamisti. Sui media palestinesi sta circolando una lista di circa 15 nomi, tra i cui potenziali membri figurano vari funzionari delle autorita’ civili di Gaza, ex ministri del governo palestinese e altri professionisti e accademici.
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08:44
Il controverso video virale “Trump Gaza” generato dall’intelligenza artificiale era inteso come una satira politica dell'”idea megalomane” di Trump, ma è stato pubblicato senza il consenso del suo ideatore. A parlare è Solo Avital, regista di Los Angeles, cittadino statunitense nato in Israele, che ha raccontato il dietro le quinte del filmato che ha raggiunto un vastissimo pubblico e scatenato valanga di critiche. “Siamo narratori, non provocatori, a volte realizziamo pezzi satirici come questo ed è così che avrebbe dovuto essere. Questa è la dualità della satira: dipende dal contesto che ci metti per creare la battuta finale. Qui non c’era contesto ed è stato pubblicato senza il nostro consenso o la nostra conoscenza”, ha affermato Avital. Il regista ha spiegato di aver creato il video in meno di otto ore mentre sperimentava strumenti di intelligenza artificiale all’inizio di febbraio con la piattaforma Arcana AI, quando ha deciso di realizzare “una satira su questa idea megalomane di mettere statue [a Gaza]” per vedere cosa avrebbe potuto fare lo strumento. Ha poi condiviso il videoclip con degli amici, mentre il suo socio in affari – Ariel Vromen, regista del film ‘The Iceman’ -lo ha pubblicato sul suo account Instagram per alcune ore, prima che Avital lo incoraggiasse a rimuoverlo con la motivazione che “potrebbe essere un po’ insensibile e non vogliamo schierarci”. Avital e Vromen hanno anche condiviso una prima versione del filmato con Mel Gibson, che Trump ha nominato ambasciatore speciale a Hollywood a gennaio e che in precedenza aveva collaborato con la loro societa’ EyeMix e con Arcana. La prima volta che Avital ha saputo che il video aveva raggiunto un pubblico più ampio è stato quando si è svegliato con migliaia di messaggi sul suo telefono, mentre gli amici lo avvisavano del post di Trump, sottolineando che la sua diffusione cosi’ vasta lo aveva “sorpreso da morire”. I creatori hanno precisato, inoltre, che Gibson ha negato successivamente di aver condiviso il loro video con il presidente Usa.
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07:46
Per il nuovo capo di stato maggiore delle Idf, tenente generale Eyal Zamir, il ritorno degli ostaggi è “un nostro dovere morale”. Lo ha affermato il generale Zamir nella sua prima missiva trasmessa all’esercito israeliano, nella quale sottolinea che la sua missione principale sara’ “la vittoria e la sconfitta del nemico”. “Non resteremo in silenzio fino al ritorno dei nostri fratelli dai tunnel della prigionia, questo è il nostro dovere morale”, ha aggiunto il neo capo di stato maggiore. Decanta inoltre i “grandi successi” dell’esercito, mentre avverte delle “molte sfide che ci attendono: avremo giorni difficili, ma avremo anche giorni migliori davanti a noi”, ha concluso, secondo quanto riferito dal quotidiano Times of Israel.
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