di
Alfio Sciacca

A dare l’allarme è stato il quarto membro del gruppo che ha subito iniziato le ricerche dei compagni sepolti sotto la neve di Cortina. La valanga a quota 2.300 metri

Per due ore sarebbero rimasti intrappolati sepolti sotto tre metri di neve. I soccorritori, anche con l’ausilio dell’unità cinofila, erano riusciti a rintracciarli e trasportarli in ospedale. Si sperava in un miracolo, ma a tarda sera sono morti. Si tratta di due dei tre scialpinisti travolti da una valanga sulle Dolomiti Bellunesi. Elisa De Nardi, 40 anni, di Conegliano (Treviso) e Abel Ayala Anchundia, di 38, facevano parte di un gruppo di quattro scialpinisti che intorno alle 13 è stato travolto da una valanga sotto la Forcella Giau a 2.300 metri, sulle nevi vicino a Cortina d’Ampezzo (Belluno).

Le loro condizioni erano apparse subito gravi. Elisa De Nardi era stata recuperata grazie all’intervento di un cane dell’unità cinofila intervenuta assieme al Soccorso Alpino e agli uomini della Guardia di Finanza. Era sepolta sotto tre metri di neve e in un primo momento non si riusciva a intercettare il segnale dell’Artva, il dispositivo che lancia segnali radio e permette di delimitare la zona di ricerca in caso di valanghe. Decisivo l’intervento di un cane (si chiama Zen) dell’unità cinofila che ha preso a scavare, abbassando il livello del manto nevoso. Fino a quando non è stato intercettato il segnale dell’Artva e circoscritta l’area dove si trovava la donna.



















































A vedere l’enorme buca che i soccorritori sono riusciti a scavare nella neve si è capito subito in che condizione è rimasta per ore. Le sue condizioni erano disperate. È stata comunque trasportata in elicottero all’ospedale di Treviso e fino all’ultimo si è sperato di salvarla. Ma a tarda sera il suo cuore ha smesso di battere. Come lei è rimasto bloccato sotto la valanga anche Ayala Anchundia. È stato trasferito in ospedale a Mestre e per alcune ore è stato tra la vita e la morte. In tarda mattinata a dare l’allarme era stato uno dei quattro componenti della comitiva che non ha riportato alcuna ferita. Nel momento in cui la slavina è venuta giù è anche riuscito a prestare aiuto a uno degli amici, un 51enne di Conegliano che è rimasto leggermente ferito, mentre gli altri scialpinisti venivano trascinati più a valle.

Quello in Veneto non è stato l’unico incidente in una giornata che si annunciava già a rischio valanghe. Ieri il bollettino segnava un livello di allerta «marcato». Con le alte temperature degli ultimi giorni, la neve fresca e la scarsa visibilità, forse non era la domenica adatta per un’uscita in quota sulle Alpi. E infatti si contano altre cinque valanghe con feriti. In Val di Susa quattro scialpinisti sono rimasti coinvolti in due diversi incidenti. In uno dei due, un giovane ha riportato gravi traumi alle gambe. In Trentino, invece, due escursionisti di 32 anni sono rimasti feriti, sempre alle gambe, dopo essere stati sorpresi da una slavina a 2 mila metri di quota sul monte Oscivart, nel gruppo del Lagorai.

16 marzo 2025 ( modifica il 17 marzo 2025 | 01:17)