Aprile è sempre stato un mese turbolento per l’Italia, sia per il reiterato passaggio di fronti che avveniva in passato, sia per le irruzioni fredde tardive. Anche quest’anno ci sono tutti i presupposti per vivere ben due di queste irruzioni, entrambe moderate, ma sufficienti per determinare uno sbalzo termico sicuramente non piacevole ma inevitabile e anche riflessi perturbati su alcune regioni.
La prima irruzione fredda è ormai quasi imminente; si consumerà nella notte su martedì 1° aprile colpendo soprattutto le nostre regioni settentrionali, ma alimentando anche una depressione presente al sud, che rinnoverà l’instabilità temporalesca principalmente sulla Sicilia.
Ecco la mappa barica prevista dal modello GFS per l’alba di martedì 1° aprile, dalla quale si evince chiaramente la disposizione orientale delle correnti sul nostro Paese:


Si nota anche lo sbilanciamento dell’anticiclone verso nord che andrà a favorire il rientro di questa massa fredda di origine polare continentale, cioè da est. Guardiamo le conseguenze dal punto di vista precipitativo sempre per lo stesso modello:


Si nota la maggiore localizzazione dei fenomeni tra Piemonte e Ponente ligure, così come su Marche, Abruzzo, Molise, Lucania, nord Puglia e Sicilia, addirittura con rischio di nubifragi nel Catanese.
Al nord entrerà comunque l’aria più fredda con l’isoterma di zero gradi attestato attorno ai 1400m e qualche nevicata su ovest Alpi oltre gli 800-1000m ampiamente possibile.
Terminata questa irruzione ci saranno ancora dei risvolti instabili a causa della persistenza di una blanda circolazione depressionaria almeno per tutto mercoledì 2 aprile con qualche precipitazione al nord-ovest e sul meridione, poi aspettiamoci 72 ore più tranquille, prima di un possibile secondo attacco da est, previsto entro il week-end del 5-6 aprile.
Questa seconda irruzione è letta in maniera molto diversa dai modelli, ma risulta comunque abbastanza probabile (55-60%). Il modello che la vede sfondare con maggiore convinzione verso di noi è UKMO, che vede di riflesso l’approfondimento di un minimo pressorio al suolo e conseguenze anche perturbate su parte dell’Italia, anche se è prestissimo per entrare nei dettagli.
Ecco comunque la mappa:


Nel campo termico chi vede il maggior raffreddamento a tutte le quote è però il modello GEM, che addirittura a 1500m sulla verticale della Valpadana e del medio Adriatico pone valori sino a -5°C e soprattutto ritiene che il raffreddamento sia notevole su gran parte dell’Europa centro-orientale, guardate:


Più blande invece le conseguenze previste da altri modelli, che comunque vedono il freddo sfondare sulla Penisola, ma limitarsi ad un raffreddamento moderato e del tutto effimero, senza grandi conseguenze a livello di precipitazioni. Non vi resta allora che rimanere aggiornati su MeteoLive.it per comprendere pienamente quali saranno le vere conseguenze di questa seconda irruzione.