Bou Konate, candidato sindaco per Monfalcone nato in Senegal e una lista di donne e uomini tutti musulmani, Italia Plurale. La destra si è scatenata subito: sharia, burqa, spose bambine, talebani, una sequenza orrifica sulle pagine di giornali e in tv. Poi, a parlare con Konate, questa storia della lista di musulmani appare fuorviante: «È una lista di cittadini italiani di origine straniera – sottolinea – sono africani e asiatici e sono parte di questa città perché qui vivono, qui lavorano e qui vogliono restare. Il loro abitare qui, il loro lavorare qui, garantisce qualcosa come cinquanta milioni l’anno al bilancio della città. Li lasciamo senza voce?». Ma perché una lista di soli stranieri? Una lista che si frappone tra gli antagonisti storici: da una parte il candidato della destra che si scrive Luca Fasan ma si legge Anna Cisint perché tanto è l’ex sindaca, ora eurodeputata, che fa il bello e il brutto tempo da quella parte; dall’altra un centro sinistra che raccoglie un po’ tutti nel campo largo e candida Diego Moretti, attuale capogruppo del Pd in Consiglio regionale.
«Era nata una bella lista unitaria di civici e sinistra mesi fa, l’avevamo anche presentata pubblicamente – racconta Konate – poi il candidato che avevamo tutti condiviso ha rinunciato». Pressioni, polemiche, veto sulle primarie e un unico candidato sindaco scelto dal Pd. Un paio di liste “democratiche” a fianco dei dem e candidati 5stelle, di Avs e di sinistra varia restano con un proprio simbolo di coalizione ad appoggiarlo. «Ci siamo sentiti isolati – continua Konate – e, nella convinzione che Monfalcone avesse bisogno di discontinuità, abbiamo pensato che uno spazio dovevamo trovarcelo da soli».
«Si è perso tanto tempo. Sono decine di anni che arrivano immigrati a Monfalcone, non è un fenomeno di oggi e io lo dicevo già venticinque anni fa: l’immigrazione va affrontata, va gestita da subito. È stato inutile. Sembra più facile mettere la testa sotto la sabbia, lo hanno fatto tutti. Ma poi i problemi si aggravano, soprattutto se si alzano muri, a continuare così si rischia che ti scoppino in mano». Su questo Konate è deciso: «Tutti dobbiamo prendere atto che questa città è oggi qualcosa di nuovo ma è la realtà ed è il futuro. I lavoratori stranieri sono qui, i bengalesi sono migliaia perché è Fincantieri ad attirarli. Sono famiglie e sono bambini che nascono qui».
Bou Konate vive a Monfalcone da più di quarant’anni ed è stato anche assessore in una Giunta di centro-sinistra all’inizio degli anni 2000. «Sono ingegnere, ho messo a disposizione della città le mie competenze e le mie idee. Sono orgoglioso di avere realizzato molte cose per il bene comune perché una comunità deve avere spazi e servizi dove ritrovarsi. L’urbanistica non è fatta di interventi spot, è necessaria una visione complessiva». Ma l’obiettivo che ritiene prioritario è quello di garantire a chi arriva l’insegnamento dell’italiano: «Quando arrivo in un paese diverso dal mio devo innanzitutto imparare la lingua perché con la lingua arrivano poi la cultura e le regole. Su questo va chiamata in causa anche Fincantieri perché non comprendere l’italiano è un problema drammatico se pensiamo, per esempio, alla sicurezza in cantiere».
Poi fare comunità: «Chi arriva dal Bangladesh, ma anche dal Senegal, è cresciuto in un mondo assolutamente diverso. Vorrei aprire a Monfalcone dei Ricreatori, come ce ne sono a Trieste per retaggio austroungarico: strutture del comune, gratuite, dove bambini e ragazzi hanno un doposcuola e poi c’è sport, musica, teatro o tutto quello che ti puoi inventare. Tutti assieme, così ognuno magari scopre cose dell’altro che nemmeno immaginava ed è così che puoi sperare di costruire una comunità unita e plurale. Poi ognuno è libero di mantenere, se vuole, anche la sua religione o la sua cucina o il suo modo di vestire».
«La prima cosa che farei come sindaco? Gli Stati generali degli anziani perché siano loro a confrontarsi sui propri bisogni, perché escano dall’isolamento, perché le soluzioni vanno costruite assieme». E i giovani? «un tavolo permanente anche con loro. C’è bisogno di cominciare anche da piccoli obiettivi, l’essenziale è realizzarli non solo parlarne perché vedendo che qualcosa si muove, che qualcosa cambia, la voglia di partecipare cresce. E questo vale per tutti».
A sinistra c’è chi crede che la candidatura di Konate sia un errore ma anche chi la vede come uno scossone necessario. Certo è tutta tremendamente in salita la campagna elettorale dell’opposizione: si vota oggi e domani e al nuovo sindaco, specialità di una regione speciale, basta il 40% per essere eletto ed è difficile non tenere conto che alle amministrative del 2022 Cisint si era portata a casa un abbondante 72%. Sicuramente questa lista straniera è una novità, per l’Italia non solo per Monfalcone, e comunque vada più d’uno dovrà tenerne conto.