
Nel corso della quarta edizione della Fiera del Cicloturismo, che si é tenuta a Bologna dal 4 al 6 aprile 2025, abbiamo visto quale impatto ha il cicloturismo su una larga fetta di persone , che utilizzano le due ruote a pedali non solo per gli usi strettamente giornalieri, ma pure per il proprio tempo libero e le proprie vacanze. A contorno, si é sviluppato un mondo, che grazie a chi dall’estero sceglie l’Italia per fare cicloturismo, un buon 50% di chi arriva e lascia ricadute economiche importanti nel BelPaese e chi é italiano e lo pratica. Insomma, questo nuovo fenomeno da occupazione in una larga filiera che va dalla promozione turistica, costruzione di biciclette ed accessori, ma anche in territori con in passato criticità lavorative ed economiche. Abbiamo toccato con mano, che luoghi distanti dal turismo di massa, grazie alle ciclovie sia fisiche, che per sentieri hanno aperto nuove opportunità a chi vi abita, chi é ritornato e chi si é rigenerato, di fatto ricostruendo anche attività o impiantandone di nuove. Quasi 10 miliardi globali secondo ISNART di impatto economico é il giro d’affari generato dal cicloturismo nel 2024 tra diretto ed indiretto. Sicuramente, é una voce elevata di reddito per un turismo forse ancora sottovalutato per la sua importanza che sta generando. Di questo e altro ne abbiamo parlato in una intervista con Paolo Pinzuti – Fondatore di Bikeitalia.it e CEO di Bikenomist.Dott. Pinzuti, siamo alla Quarta Edizione della Fiera del Cicloturismo, come sta andando?
Sta andando molto bene. Siamo molto soddisfatti, abbiamo aumentato il numero degli espositori, abbiamo aumentato la quantità di pubblico, gli espositori sia del mondo turismo, sia del mondo bici, c’é una febbre sempre crescente in questo settore e ci sentiamo di certificarlo come operatori.
Quanti espositori sono presenti a questa manifestazione?
Abbiamo avuto 85 espositori per un totale di circa 150 operatori che vi hanno partecipato.
Quante persone stimate, che possano aver visitato la Fiera del Cicloturismo?
Ragionevolmente, dovremmo essere nell’ordine delle 22 mila persone. Considerevolmente, anche quelle che si sono inserite, che sono entrate, dovremmo essere intorno a quella cifra.
Quanto influisce la centralità della posizione di Bologna, visto che siete alla terza edizione nel capoluogo emiliano?
Allora, la prima edizione in assoluto é stata a Milano e c’é stato un sacco di gente.Poi siamo venuti a Bologna é c’é stato un sacco di gente. A questo punto mi viene da dire, che modificando il tema , l’aspetto logistico e la posizione, credo che posso dire che é il tema che piace, perché poi é un pò indipendente, d’altronde sono persone che vogliono viaggiare. Di conseguenza spostarsi non é un problema. Poi Bologna ha i suoi vantaggi per questioni della sua centralità, é il più grosso snodo ferroviario d’Italia, etc…
Il cicloturismo per la sua essenza , é un modo per sviluppare quei territori lontani non toccati dalle masse e che possono ancora mostrare le loro bellezze?
Sopratutto, il cicloturismo sopratutto, é una opportunità per quei territori tagliati fuori dal turismo e che hanno bisogno di essere valorizzati. Quindi assolutamente si, é un antidoto all’overtourism, questo lo dimostrano diverse esperienze come dalla Sicilia, dalla Calabria, la Campania, la Puglia.
Ci sono persone che in ragione del cicloturismo hanno modificato o si sono adattati come nuovo lavoro?
Non solo, ci sono addirittura fenomeni di ritorno, dove persone che magari erano migrate lasciando il paesello, perché non offriva opportunità, magari sono andati all’estero e hanno scoperto questo fenomeno dove si sono resi conto delle grandi opportunità che ci sono oggi all’interno dei piccoli paesi dell’Appennino, dell’entroterra, etc…Che possono essere comunque valorizzati attraverso da un turismo lento e gentile come quello del cicloturismo.
A questo punto possiamo dire che ci sono più esteri o italiani, che fanno cicloturismo visti i dati di crescita del 54% nel 2024 , su chi lo ha fatto?
Allora, non si può fare un ragionamento aggregato. Perché é evidente che le regioni del Nord Italia sono interessanti per chi arriva dal Centro Europa. Perché sono più facili da raggiungere, é più facile andare dall’Austria al Friuli Venezia Giulia, che non dall’Austria in Calabria o dall’Austria in Puglia.
Diciamo che siamo su un buon 50 e 50. Si ragiona un pò per prossimitá, pero ci sono delle opportunità che sono: uno, dai collegamenti aerei. Due: dal trasporto via treno. Tre: dai noleggi. I noleggi sono proprio quel modo di fare l’esperienza del cicloturismo, perché uno arriva a destinazione e noleggia una bici, gira per il territorio, etc.
Quindi persone che arrivano a destinazione con la propria attrezzatura oppure la noleggiano in loco?
Sono entrambe situazioni plausibili. A seconda di quelli che sono i territori ci sono entrambe le soluzioni.
Le attrattività dei paesaggi, la enogastronomia sono specificità che con un turismo slow possono trarne beneficio?
Allora, c’é uno studio della ITTA e della European Cyclist Federation che l’Italia é la destinazione più preferita dai ciclisti di tutta Europa. Quindi noi sicuramente abbiamo questo grande vantaggio. Però é chiaro che a questo punto servono grandi interventi dal Governo centrale, serve un intervento a livello statale, perché i territori , i singoli operatori, non possono essere lasciati da soli nel combattere quella che é poi una sfida internazionale. Perché l’Italia é un bellissimo paese, ma così come é la Francia, così come é la Spagna. Però l’attrattività si costruisce anche.
Quindi i territori stanno facendo tanto, stanno predisponendo circuiti, serve un aiuto di più da….
Si serve uno Stato centrale, un Ministero del Turismo che inizi ad occuparsi del tema del cicloturismo. Serve un Ministero delle Infrastrutture che inizi a mettere soldi per la creazione delle infrastrutture ciclabili e delle ciclovie. Serve anche un sostegno all’industria della bicicletta, che questo momento é in difficoltà. Di conseguenza incentivare l’uso della bicicletta come viene fatto nell’Europa Centrale e nel Nord Europa.
Per ricollegarci, quali sono i volumi di questo fenomeno del cicloturismo nel 2024?
Secondo uno studio ISNART, l’Istituto Superiore Nazionale di Ricerca sul Turismo delle Camere di Commercio si attesta ad un ritorno economico di 9,8 miliardi di €. Stiamo parlando di tre volte quello che é il volume generato dal Campionato di Calcio di Serie A.
C’é chi fa giornaliero e chi fa più giorni?
Assolutamente si. C’é ne per tutto e per tutte le opzioni di ciò che vuole fare cosa.