In questi ultimi giorni tra mezza settimana e oggi i tagli dei nastri sui nuovi voli tra USA e Italia sono stati tanti. Forse, come mai nel passato. Ma perché di tutto questo? C’é tanto traffico oppure é frutto di uno sbilanciamento dovuto ad altri fattori, tutti favorevoli e concomitanti. Cosa ci aspetta nel domani se alcune variabili cambieranno? Proviamo a capire oppure a predire il domani senza mettere i panni dei chiaroveggenti.
Le nuove aperture
Negli ultimi giorni abbiamo visto il nuovo Palermo-New York EWR di United Airlines, seguito dalla Catania – New York JFK di Delta Airlines. Che poi ha aperto il Milano-Boston, la Roma-Minneapolis, quindi la American Airlines sulla Milano-Philadelphia. Quindi di nuovo United Airlines sulla Washington-Venezia e perche’ no anche il Washington-Nizza che ha una parte della catchment area in Liguria. Qualche giorno fà il Chicago-Napoli di American. A breve la Neos sulla Bari-New York poi c’e’ la Napoli-Atlanta di Delta, il Dallas – Venezia di American al posto della Chicago dell’anno scorso. Insomma tanta carne al fuoco. Ma da dove esce la necessita’ di tutte queste rotte tra i problemi con i dazi e la situazione geopolitica?
Perche’ tutti questi nuovi voli?
Guardando i riempimenti i nuovi voli e gli altri gia’ esistenti, sia gli annuali, che gli stagionali, tutti vanno bene con alti numeri. L’Italia va meglio per esempio rispetto alla Svizzera e di altri paesi europei. Perché senza guardare i numeri del bellissimo articolo di Leonard Berberi di Corriere.it che consigliamo di leggere al link:
Sicuramente l’Italia piace per una moltitudine di fattori che vanno dal dream del BelPaese poi ci sono altri fattori come la convenienza per gli americani dal punto di vista del potere d’acquisto del dollaro sull’Euro. Tutto costa meno per loro venendo in Italia , anche i matrimoni. Oltre alle nostre location da sogno. Poi, c’e’ il fatto che l’Italia attrae per altri fattori emergenti come il fenomeno del The White Lotus, lo ha ammesso Matteo Curcio – SVP EMEAI Delta nel settembre scorso all’atto della presentazione dei nuovi voli Delta incluso il New York-Catania. La fiction girata al San Domenico di Taormina. Da solo ha fatto schizzare in alto subito gli acquisti gia’ nell’estate scorsa. Va bene per gli americani, un po’ meno per gli italiani del leisure. E’ diverso il business travel che non soffre perche’ l’Italia e’ una nazione manifatturiera con segmenti esclusivi e pregiati, unici nel suo genere.
Dove sono le vendite
I tanti milioni di posti immessi sul mercato, oltre 7 milioni dove Delta ha un market share del 28% secondo le cifre di Berberi estrapolate da Cirium. Quindi il 22% da United, il 18% di ITA Airways che stranamente non ha aggiunto nulla. Gli USA sono il suo mercato forte, ma non vogliono abbassare l’average ticket fare. Poi seguono American Airlines, Emirates, Norse Atlantic Airways con il quasi raddoppio della capacità, al giornaliero per New York JFK, c’e’ ora anche il pentasettimanale su Los Angeles. Quindi Neos con un volo giornaliero da tre scali. Chiude La Compagnie. Tutto il venduto e’ all’85/90% di origine USA e il resto su Italia e mondo. Piu’ alto lo sbilancio in aeroporti tipo Roma, Venezia, Napoli, Catani, Palermo. Meno su Milano dove si va sul 60% USA e 40% Italia e abbassa yield e average ticket fare. Oppure Bari che sembra avere vendite piu’ marcate di italiani, che di americani. Poi ci sono le vendite per i voli per il tramite di hub europei. I punti di partenza privilegiati sono Bologna, Torino e la stessa Venezia e Milano. Meno da Firenze. Qui si vende in buona percentuale dal POS Italia.
Non dimentichiamo il Canada
Non e’ un paese numericamente pesante comparato agli USA come origine e destinazione. Ma e’ noto che il Canada e’ un punto di transito per molti americani, anche loro via hub. In questo caso sono Montreal, Toronto e Calgary con Air Canada nei primi due scali e con WestJet nel terzo convogliamo tanti americani sull’Italia. Air Canada ha 50 destinazioni sugli USA, WestJet un po’ di meno. Ma comunque sono volumi prossimi all’80% del traffico venduto USA che per Air Canada poi vola su Milano, Venezia, Roma e da quest’anno anche su Napoli con il nuovo recente volo aperto da Montreal. Un quadro molto compleaso che ha le sue variabili e potrebbe cambiare nei prossimi anni per vari fattori: economia USA e ritorno del traffico sulla Cina.
La capacita’ mancante sull’Estremo Oriente, ora sull’Europa
Il tema e’ questo, i vettori USA a differenza di due/tre anni fà stanno ricevendo aerei nuovi, non come era previsto per i ritardi causati dai costruttori. Ma comunque sono tanti aerei, quindi da qualche parte vanno impiegati. Purtroppo non sulla Cina in particolare. Il volato in uscita e’ ancora al -45% e quindi tutta la capacita’ o diciamo buona parte e’ altrove. Quindi Europa, un po’ di Sud America e un po’ anche su Australia e Nuova Zelanda. Ma se riparte la Cina, cambia tutto lo scenario. Gli yield comanderanno e gli aerei, come e’ per oggi, vanno dove si guadagna di piu’. Visto che l’Estremo Oriente, includiamoci anche il Giappone potrebbe ripartire, e’ chiaro che la verra’ spostata la offerta. Perche? Semplice i biglietti si vendevano a prezzi piu’ alti. Quindi per il solito fattore dell’offerta e della domanda. Oltre che dei mercati piu’ forti….potrebbe accadere che l’Italia, l’offerta potrebbe calare quando negli anni a venire si manifesteranno nuovamente queste condizioni.
Le economie cambiano e gli aerei si spostano
Gli aerei sono delle pedine, vengono spostati dove si guadagna di piu’ e mai dove l’introito e’ inferiore. Quindi qualora anche l’economia USA avra’ un rallentamento potrebbe accadere che tutta la domanda attuale si modifichera’ di conseguenza. Quindi i vari effetti da The White Lotus potrebbero scomparire, diversamente da un traffico di fede verso Roma. Insomma, attenzione al futuro, il quale non sara’ mai scontato.