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La ricetta è ambiziosa ma non impossibile. E passa innanzitutto da una legge nazionale chiara e organica per la mobilità non di linea, che superi le attuali frammentazioni locali. Poi c’è l’annosa questione delle regole a macchia di leopardo e serve dunque armonizzare le normative tra le città italiane, per evitare disparità e blocchi amministrativi. Il tutto dovrà passare per la promozione della concorrenza tra operatori e piattaforme, per aumentare la qualità del servizio e abbassare i costi per gli utenti. E infine gli incentivi: servono per l’elettrificazione delle flotte e la formazione professionale dei conducenti. Sono questi gli ingredienti del Manifesto per una migliore mobilità on-demand in Italia, il documento fondativo di Muoviti Italia, la coalizione presentata il 28 maggio alla Sala Stampa della Camera dei Deputati. Una rete trasversale di soggetti del mondo economico, tecnologico e istituzionale che si alleano per chiedere una riforma strutturale del comparto della mobilità non di linea, oggi bloccato da vincoli burocratici e normative anacronistiche.

Il patto

La coalizione ha più anime. A presentarla sono stati Alessandro Cattaneo (Forza Italia), Giulia Pastorella (+Europa), Andrea Giuricin, docente all’Università Milano Bicocca e portavoce di Muoviti Italia, oltre ai rappresentanti delle realtà che hanno aderito al progetto, come Aicalf (compagnie aeree low cost), Bolt (piattaforma di mobilità internazionale), Conftrasporto e Federazione Muoversì, che rappresenta il settore del noleggio con conducente (Ncc) guidata da un ex parlamentare, lo storico Andrea Romano.

Un manifesto per cambiare rotta

Il Manifesto parte da un’analisi severa, ma realistica: in Italia, la mobilità on-demand è sottosviluppata. A Roma, con oltre 4 milioni di residenti e 35 milioni di presenze turistiche annue, circolano appena 9.000 veicoli tra taxi e Ncc. A Madrid, città con una popolazione simile ma con molti meno turisti, il numero di mezzi on-demand supera i 25.000. Una disparità che ha ricadute pesanti sia sui cittadini, sia su chi lavora nel settore. La scarsità di mezzi non solo crea inefficienze, ma ostacola la crescita economica e lo sviluppo urbano. “L’Italia non può più permettersi di restare indietro rispetto agli altri Paesi europei”, ha spiegato Giuricin. “Una mobilità moderna è strategica per attrarre investimenti, creare occupazione e migliorare la qualità della vita”.

Le proposte della coalizione

Le quattro direttrici in cui si articola la proposta (legge nazionale, armonizzazione delle normative, concorrenza e incentivi per l’elettrico) si ispirano alle best practices d’oltralpe. Paesi come Francia e Portogallo, dove le licenze Vtc (equivalenti agli Ncc) sono gestite a livello nazionale, con procedure digitali, trasparenti e accessibili. “Serve un sistema che funzioni davvero per le persone, non contro di loro”, ha detto Pastorella. “Una regolazione moderna, digitale e inclusiva è l’unica via per uscire dalla paralisi attuale”. “Muoviti Italia è una proposta concreta, non una protesta ideologica”, ha dichiarato Cattaneo. “È un’iniziativa che nasce da esigenze reali, e si propone come leva per una riforma liberale del settore, capace di coniugare libertà d’impresa, innovazione e qualità del servizio. Le tecnologie ci permettono di andare oltre i vecchi schemi: ora tocca al legislatore fare la sua parte”. La coalizione si rivolge infatti direttamente a Parlamento e Governo, chiedendo che la riforma della mobilità on-demand sia inserita nell’agenda politica nazionale. Il settore può rappresentare un asset cruciale non solo per le città, ma anche per la competitività del sistema Paese.

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Un progetto aperto al futuro

Muoviti Italia si presenta come una piattaforma aperta, pronta ad accogliere nuove adesioni da parte di operatori, enti locali, associazioni e cittadini. Il Manifesto è solo il primo passo di un percorso che punta a costruire un ecosistema della mobilità più equo, più green e più orientato al cittadino. “In una società che cambia rapidamente – ha concluso Giuricin – non possiamo restare fermi. La mobilità è parte integrante della qualità della vita, e riformarla significa costruire un’Italia più moderna, più competitiva e più vicina alle persone”.