di
Fabrizio Caccia

Mattarella nel suo discorso per il 2 giugno chiede di aprire subito l’accesso agli aiuti per Gaza: «L’occupazione illegale non è una misura di sicurezza. Preoccupazione per l’antisemitismo che si riaffaccia»

ROMA – Doveva essere un semplice saluto, prima del tradizionale concerto al Quirinale per la Festa della Repubblica. E invece l’intervento di Sergio Mattarella, ieri pomeriggio, davanti ai capi delle missioni diplomatiche, ai presidenti di Senato e Camera, alla premier Meloni e al presidente della Corte Costituzionale, è diventato il fatto politico del giorno. Per i temi trattati, il peso delle parole.

Fortissimo è risuonato il suo appello per la popolazione civile di Gaza: «Il Medio Oriente, dopo il sanguinario attacco di Hamas (il 7 ottobre 2023, ndr) contro vittime israeliane inermi, con ostaggi odiosamente rapiti e ancora trattenuti e che vanno immediatamente liberati, vive il dramma in atto nella striscia di Gaza. È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario. Si impone, subito, il cessate il fuoco. In qualunque caso, è indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone. Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano».



















































Ma non solo: «È grave l’erosione di territori attribuiti alla Autorità Nazionale Palestinese – sottolinea il Capo dello Stato – I Palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi. Questa prospettiva e la sicurezza di Israele – elementi imprescindibili – appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo. Vi si aggiunge l’alta preoccupazione per le manifestazioni di antisemitismo che si riaffacciano nel mondo».

E poi la critica severa sembra allargarsi anche alla Russia che ha invaso l’Ucraina: «Ovunque, in qualsiasi continente, l’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza. Si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio, della barbarie». Con una tragica conseguenza: «L’ordine mondiale che abbiamo conosciuto per decenni appare compromesso». Ma la posizione dell’Italia, sul conflitto russo-ucraino, è la stessa di tre anni fa: «Nel confermare il nostro fermo e convinto sostegno a Kiev, continuiamo a lavorare perché si possa giungere a una pace che sia giusta, complessiva e duratura».

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Già, la pace: «Che non è un ideale per anime ingenue – avverte però il presidente – La pace è esperienza che statisti lungimiranti hanno saputo pazientemente costruire. Occorre proseguirne l’opera, non ci si deve e non ci si può limitare ad evocarla». E proprio la nascita della Repubblica, con il referendum del 2 giugno 1946, è stato il «frutto di una scelta di pace – lo rivendica con orgoglio Mattarella – Da quel voto del popolo italiano è emersa la nostra Costituzione, “ambiziosa” nell’identificare nella pace e nella collaborazione la vocazione dell’Italia nei rapporti internazionali. Il rifiuto della categoria del “nemico”, il ripudio della guerra quale strumento di offesa alla libertà degli altri popoli, hanno contrassegnato le scelte della Repubblica in questi 79 anni di vita. Il tema della pace è al centro della nostra comune attenzione».

E prima della parata militare di questa mattina ai Fori imperiali, Mattarella rivolge l’«auspicio» a tutti i Prefetti d’Italia «che le celebrazioni del 2 giugno siano momento di unità e concordia». Non sempre è avvenuto.

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1 giugno 2025 ( modifica il 1 giugno 2025 | 21:15)