Simone Leoni è il nuovo segretario dei giovani di Forza Italia e nel suo discorso di insediamento ha detto cose di buonsenso liberale, contestando le idee reazionarie del generale Vannacci. Suo padre Silvio, il re Leoni, non era d’accordo e magari avrebbe potuto dirglielo di persona. Invece ha preferito lavare i panni sporchi in pubblico, scrivendo una lettera al quotidiano Il Tempo, dove sostiene che suo figlio non è degno di spolverare neanche gli anfibi di Vannacci.



















































Vannacci ovviamente ha ringraziato e Salvini, il ministro dei Trasporti amorosi, gli è andato dietro. Già la scelta della metafora degli anfibi rivela una concezione di Patria & Famiglia in cui la Patria con la mimetica arriva prima della Famiglia. A proposito della quale il giovane Leoni ha risposto con invidiabile aplomb, rammentando al padre di essere stato cresciuto dalla madre e di «non avere condiviso nulla dei miei 24 anni di vita con lui». 

Ciapa sü e porta a cà, mi pare si dica in Brianza. 

La questione di famiglia non ci riguarda, anche se è stato il padre a metterla in piazza. Ma quella politica sì. Tutte le numerose famiglie politiche del centrodestra saranno concordi nel preferire, a cento giorni da pecora, un giorno da Leoni. Però sarebbe interessante sapere quale dei due.

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7 giugno 2025