Meloni: «Se dovesse esserci intervento italiano, ci sarà passaggio parlamentare»
«Sono contenta che, nonostante le differenze di visione sulla crisi Israele-Iran, c’è convergenza sulla necessità di negoziazione, e l’Italia continuerà a lavorare su questa priorità. Ho già chiarito che l’Italia non ha partecipato in nessun modo e non parteciperà alle azioni militari, e chiaramente le basi italiane potranno essere usate solo su autorizzazione del governo. Velleitario speculare su scenari che non si sono verificati. Scelte del genere si prendono valutando i pro, i contro, le ragioni. Una decisione del genere dovrebbe affrontare un passaggio parlamentare a differenza di quanto accaduto in passato quando non c’eravamo noi. Sul presunto isolamento dell’Italia, vi ricordo che la riunione tra Iran, Gran Bretagna, Francia, Germania si chiama E3, credo sia francamente strumentale accorgersi che l’Italia non sia compresa in questo formato, dopo venti anni dalla sua nascita e dodici di governi diversi. Ciò non ci impedisce di partecipare- Faraone è parecchio che non mi capita di stare al tavolo di burraco, ma su altri fronti-», scherza Meloni. «Quando scrivo una relazione, penso non a chi citare, ma alle risposte da dare, ma non ho problemi a citare Netanyahu o Trump. Dalla fine della II guerra mondiale, l’Europa è stata subalterna agli Stati Uniti per il semplice fatto che gli Usa si sono fatti carico della sicurezza del continente. Ed è per questo che ho sempre sostenuto la necessità di un riequilibrio nella Nato, per lavorare da pari, come una colonna di questo sistema, oggi che l’Ue viene chiamata ad essere responsabile della propria sicurezza, si sostiene che sia un atto di subalternità. Le due cose non stanno insieme. Se chiedi a qualcun altro di occuparsi della tua difesa, devi immaginare che non sia a titolo gratuito».