E Sinner guadagna altro tempo prezioso
(Gaia Piccardi, inviata a Londra) La grande paura è passata. Jannik Sinner torna in semifinale a Wimbledon con il gomito fasciato ma il braccio finalmente libero. Lo choc della scivolata con Grigor Dimitrov, che come contraccolpo aveva provocato due set da finto Sinner, sembra assorbito, il dritto è di nuovo filante, il servizio un architrave importante su cui edificare la sesta vittoria sull’americano mancino, aggrappato alla fucilata di servizio (punte di 234 km all’ora) e a poco altro. L’89% di punti vinti sulla prima, epicentro di una prestazione efficace e solidissima (16 su 86 i punti vinti in risposta dall’americano), è il dato che consente al numero uno del mondo di guadagnare altro tempo prezioso: quarantotto ore lo separano dalla semifinale, il tesoretto che verrà investito nel pieno recupero del giocatore. Altro ghiaccio, altro riposo. Se necessario, altri antidolorifici.
Scaldato in mattinata dal giovane Jacopo Vasamì (che però nel frattempo è stato eliminato dal torneo junior), Jannik non commette più l’errore che gli era costato i due set di svantaggio con Dimitrov: tiene in mano il gioco, manovra lo scambio, disinnesca l’obice di Shelton (14 ace) facendo il pugno già dal primo quindici. È carico, determinato a non concedere nulla. Nel primo set, sul servizio Sinner, si gioca pochissimo. L’americano porta a casa un solo 15 però si issa al tie break. Ed è lì, nello snodo del match, che la qualità dell’azzurro emerge conclamata, mentre Ben, disordinato e scomposto, si affossa sotto un doppio fallo e quattro errori consecutivi di dritto. La potenza è nulla, senza controllo.
All’inizio del secondo set ci sono due palle break disinnescate da Sinner e, soprattutto, sul 3-2 Italia, un attimo di spavento: un missile al servizio di Shelton che viaggia a 226 km all’ora quasi disarma Jannik, che si tocca il braccio infortunato e lo scrolla, lanciando sguardi preoccupati verso il suo angolo. Sul 5-4 entra il fisioterapista, però chiamato dall’americano. Si aprono altre crepe. La palla break è anche un set point. Sinner se lo prende approfittando di un rovescio fuori misura del rivale. 6-4.
Il terzo è un set fotocopia. Basta uno spiraglio, sempre sul 5-4, perché Sinner ci si infili. Al terzo match point, con un altro 6-4, la pratica Shelton (38 errori gratuiti alla fine) è archiviata. 15 set consecutivi e 6 tie break su 6 conquistati da Sinner su Shelton da Shanghai 2023, l’ultima sconfitta del barone rosso. Una sentenza. «Il problema al gomito è migliorato molto da ieri a oggi — dice alla fine —, Non cerco scuse. Non c’è posto migliore al mondo di Wimbledon in cui giocare a tennis». Fragole, panna e Jannik Sinner.