E dunque il Vannacci ha salutato le dimissioni dall’Europarlamento della collega Carola Rackete postando una foto dei suoi polpacci non depilati. Se tirassimo in ballo il sessismo e il body shaming, il Vannacci se li appunterebbe al petto (depilato?) come medaglie al valore, considerandoli espressione di una visione del mondo decadente. 

Invece vorrei esaminare la questione dal punto di vista della «sua» parte, quella della destra dura e pura, un cui fulgido esemplare abitava fino a qualche anno fa nel mio condominio. Il colonnello G. Nostalgico di Salò, nemico giurato di quella bizzarria che gli altri, certamente non lui, chiamavano progresso. Sempre elegantissimo e profumatissimo, sempre il primo ad aprire la porta alle signore, a cui faceva il baciamano sbattendo i tacchi. Non riesco neppure a immaginare come commenterebbe oggi il comportamento del Vannacci. Lui che alla Rackete avrebbe al massimo potuto dire: «Signorina, si copra quelle gambe: un po’ di contegno, perdiana!». Ma poi non lo avrebbe neanche detto, si sarebbe limitato a pensarlo, fulminandola con lo sguardo, ma facendole egualmente il baciamano.



















































Non è agli attivisti ambientali o al variopinto popolo dei diritti civili che il Vannacci deve una spiegazione. La deve al fantasma del colonnello G e di una destra che è esistita e molti di noi hanno ancora fatto in tempo a conoscere. Una destra a cui la destra che irride le donne senza neanche un residuo di galanteria sarebbe apparsa semplicemente cafona.

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10 luglio 2025