Gli espropri per il ponte sullo Stretto sono ufficialmente partiti. La delibera del Cipess (il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) approvata mercoledì 6 agosto ha sbloccato la dichiarazione di pubblica utilità, il documento che permette allo Stato di acquisire forzosamente terreni privati per l'interesse collettivo. Sul versante siciliano il progetto prevede di espropriare 448 unità immobiliari, di cui 291 case: 230 nella zona di contrada Margi a Torre Faro (l'estremo nord di Messina dove sorgerà il pilone siciliano), 51 a Contesse (quartiere nella zona sud della città) e altre 10 distribuite nei vari cantieri. Di queste abitazioni, il 60% sono prime case (175 famiglie dovranno trasferirsi), mentre si contano anche 120 negozi e 37 ruderi. A Villa San Giovanni, sulla sponda calabrese dello Stretto, le case da espropriare saranno circa 150.

 https://www.wired.it/article/ponte-sullo-stretto-al-via-alla-fase-degli-espropri-numeri-zone-coinvolte-proteste/?utm_source=firefox-newtab-it-it

Mentre c'è chi pensa che "era ovvio che espropriassero, è normale per opere del genere, che non è che si possono spostare i piloni", io mi chiedo sempre che valore abbiano le parole come "interesse collettivo" quando poi si traducono in un numero, 448 per la precisione, che non rende giustizia alle vite che verranno spazzate via. Mi chiedo cosa significhi per un'anziana lasciare la casa dove ha visto crescere i suoi figli, o per una giovane famiglia dover ricominciare da zero con un'indennità che non coprirà mai il valore affettivo di quel posto.

Siamo davvero disposti a sacrificare tutto in nome di un'opera che forse vedremo solo sui giornali? Questa continua ricerca di grandezza, questo esibizionismo del progresso, non mi convince. Anzi, mi fa pensare che ci stiamo allontanando sempre più da ciò che conta davvero: l'umanità, il rispetto per l'altro, il riconoscimento della sua storia, della sua fatica, della sua dignità. È facile parlare di "pubblica utilità" quando non si è tra quelli che dovranno subire questo sacrificio.

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by LePertichenelQLO

18 comments
  1. >Mentre c’è chi pensa che “era ovvio che espropriassero, è normale per opere del genere, che non è che si possono spostare i piloni”, io mi chiedo sempre che valore abbiano le parole come “interesse collettivo” quando poi si traducono in un numero, 448 per la precisione, che non rende giustizia alle vite che verranno spazzate via.

    Okay, però frasi del genere sono un po’ qualunquiste. Non c’entra nemmeno col Ponte sullo stretto, è una cosa che potresti applicare a qualsiasi esproprio… allora a quel punto tanto vale neanche averlo quest’istituto, che tra l’altro è previsto direttamente dalla Costituzione.

    Per il resto, anche se non posso prevedere il futuro e non so se il ponte si farà o no, posso dire che nella storia non mi pare di ricordare espropri per pubblica utilità che abbiano avuto un preavviso di *sessant’anni*. Forse solo le case che dovranno essere abbattute per la scalinata frontale della Sagrada Familia hanno avuto un preavviso più lungo di questo.

  2. Vabbè: mo pare che gli espropri li abbiano fatti solo per il ponte.
    In tutta Italia si sono costruite strade, ferrovie, aeroporti ecc. e le regole per gli espropri sono sempre le stesse.

    L’anziana signora che lascia la casa dove ha visto crescere i suoi figli se ne farà una ragione, così come i miei nonni quando gli hanno portato via i poderi per farci un pilone della Genova-Livorno.

  3. L’esproprio è un procedimento presente nella nostra Costituzione e stabilisce un principio sacrosanto. Cioè se un’opera pubblica beneficia l’intera collettività, lo Stato ha il diritto di espropriarti il terreno previa equa compensazione (che come accade per opere come questa, sono maggiorate per ovvi motivi).

    Non sto dicendo che è bello: nessuno vuole sminuire il valore delle case presenti, non solo sul piano economico ma anche affettivo, però siamo anche un Paese di quasi sessanta milioni di anime. Non possiamo rimanere ostaggio di poche centinaia di case.

    Bisogna guardare in avanti. Sono sicuro che nel medio/lungo termine i benefici supereranno di gran lunga i disagi provati ora, anche tra le persone che tuttora vivono nella zona.

  4. Mettiamo il caso di avere un appartamento del calore commerciale di 100k €, come si comportano?
    Mi danno i 100k € e vado dove mi pare e piace o mi danno (esempio) 50k € ed una pacca sulla spalla?

  5. L’importante è che queste persone vedano rimborsato il capitare del loro immobile e che nel caso vengano aiutate a trovare un alloggio temporaneo. Poi per quanto quest’opera non mi piaccia, se si deve fare è giusto procedere con l’esproprio, altrimenti non si può aprire il cantiere e i lavori non possono iniziare.

  6. Secondo questo ragionamento in Italia non avremmo dovuto costruire autostrade e ferrovie.

  7. Tutte le infrastrutture hanno richiesto espropri. Si viene indennizzati, se si è in regola.

  8. >448 per la precisione, che non rende giustizia alle vite che verranno spazzate via.

    Eh vabbè neanche li stessero per murare vivi dentro un pilone

  9. Madonna che sviolinata qualunquista e gentista. Si può discutere sulla utilità o meno dell’opera ma non rompiamo il cazzo per 500 espropri (posto che siano fatti a norma e prezzi di legge) per cortesia. In un paese in cui più di 30 milioni di persone sono emigrate all’estero, nel 90% dei casi per cercare una vita che il paese non gli forniva. 

  10. E nel caso qualcuno volesse protestare, come suo diritto in precedenza, ricordiamo che il governo ha appena approvato un DDL con pesanti pene in caso di proteste contro le grandi opere. 

  11. Posso solo immaginare quanto faccia male pensare di vedere casa propria espropriata per una costosissima campagna elettorale di cui nessuno, regioni che avrebbero davvero bisogno di investimenti seri coinvolte, ha veramente necessità

  12. Sono curioso di vedere i prezzi a cui verranno espropriate.

    >

    >Siamo davvero disposti a sacrificare tutto in nome di un’opera che forse vedremo solo sui giornali? 

    Zio li stanno obbligando a vendere casa pagandoli più del valore. Non è sacrificare tutto.

  13. Con l’ultima frase ti qualifichi esattamente come abitante adatto per l’età della pietra, che sfortunatamente per te è finita da un pò.

  14. Mi viene in mente il pezzo dell’ingegner Cane. Vive ponte, abbasso Ganzirri

  15. Capisco che ci sia di mezzo Salvini con tutto quello che può suscitare (personalmente, conati), ma è sacrosanto che lo stato espropri se necessario, l’importante è che si venga adeguatamente ricompensati. Ricordo che, da bambino, espropriarono la villetta dei miei nonni per abbatterla e costruirci un raccordo autostradale: al di là del valore sentimentale, furono molto soddisfatti del rimborso (con il quale comprarono 2 appartamenti).

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