La procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta sugli spari contro la Ocean Viking partiti domenica pomeriggio da una motovedetta libica made in Italy. Come raccontato dall’equipaggio e dimostrato dai video pubblicati, i colpi erano diretti ad altezza uomo e hanno danneggiato diverse strumentazioni della nave umanitaria, compresi i vetri del ponte di comando. Al momento dell’attacco, inedito per livello di violenza, la nave era in acque internazionali e andava verso un barcone in pericolo su indicazione del centro per il soccorso marittimo di Roma.

IL COLLEGAMENTO con la giurisdizione italiana è dovuto al luogo dello sbarco, Augusta, e alla presenza di connazionali a bordo. La procura siciliana guidata da Sabrino Gambino ha iniziato immediatamente gli accertamenti sul caso. «Individueremo il posto in cui è avvenuto e poi prenderemo le determinazioni necessarie. Dobbiamo ricostruire cosa è accaduto», ha dichiarato Gambrino. Già lunedì sera nel porto siciliano, racconta il cronista di Radio Radicale Sergio Scandura presente durante le operazioni di sbarco, è arrivato il pm aggiunto Salvatore Grillo. Sulla nave sono saliti gli agenti della polizia scientifica, muniti di tute protettive. Ieri l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf) non ha dato la «libera pratica» necessaria a far scendere l’equipaggio o mollare gli ormeggi per un sospetto di Tbc. Mentre si attendono i risultati degli esami medici la nave resta all’ancora.

La nave batte bandiera norvegese. Il ministero degli Affari di Oslo, contattato dal manifesto, ha dichiarato ieri di essere «a conoscenza del grave incidente che ha coinvolto la Mv Ocean Viking, bersagliata da colpi d’arma da fuoco al largo delle coste libiche, e sta cercando di ottenere ulteriori informazioni. Al momento non si segnalano feriti». Intanto un portavoce della Commissione Ue, interrogato dai giornalisti, ha fatto sapere che l’istituzione comunitaria ha chiesto alle autorità di Tripoli spiegazioni rispetto all’assalto a mano armata. «È loro compito dire cosa è accaduto», rendono noto da Bruxelles. E sottolineano che non si è «ancora alla fase delle possibili conseguenze». Conseguenze che non ci saranno, visto il forte sostegno, italiano ed europeo, alle milizie che dall’altro lato del Mediterraneo fanno il lavoro sporco per catturare a qualsiasi costo i migranti in cerca di protezione.

IL CASO, NEL FRATTEMPO, è diventato inevitabilmente politico. Anche perché in due giorni dal governo non è arrivata neanche una reazione. Ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha provato a sviare l’attenzione, prendendo di mira la nave Mediterranea, detenuta lunedì a Trapani per aver disobbedito all’ordine di portare nel lontanissimo porto di Genova dieci naufraghi tirati fuori dall’acqua per i capelli. «È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong», ha scritto laconico su X il titolare del Viminale.

«Da sempre chiediamo un coordinamento efficace e efficiente dei soccorsi finalizzato a ridurre morti in mare e una missione di ricerca e soccorso istituzionale per salvare vite – ha risposto Valeria Taurino, direttrice di Sos Mediterranée Italia – Dal ministro, però, non abbiamo ascoltato nessuna parola sul fatto che operatori umanitari e naufraghi siano stati brutalmente attaccati dalla guardia costiera libica in acque internazionali, dopo il coordinamento con le autorità italiane».

I PARTITI DI OPPOSIZIONE alzano il tiro contro il governo. «Meloni interrompa ogni forma di collaborazione con la guardia costiera libica. Come farà a partecipare (oggi, ndr) al meeting di Comnione e liberazione, espressione del cattolicesimo italiano, senza dire una parola su quel che le immagini televisive hanno mostrato a noi tutti? Spari contro chi salva la vita di donne e uomini alla disperazione», dichiara la senatrice Sandra Zampa del Pd, partito che oggi manderà una delegazione a bordo della Mediterranea.

«Esattamente, a cosa si riferisce Piantedosi? Combatte i trafficanti rispedendo il loro capo Almasri in Libia con aereo di Stato, nonostante fosse ricercato dalla Cpi proprio per gravissimi crimini commessi ai danni di migranti vittime del traffico di persone?», attacca il segretario di + Europa Riccardo Magi. «Ci vuole davvero faccia tosta a scrivere queste cose dopo la strage di Cutro e le morti quotidiane che avvengono nel Mediterraneo in assenza di soccorsi istituzionali», afferma Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana.

INTANTO IERI IN SICILIA, tra Lampedusa e Siracusa, sono sbarcate oltre 900 persone. Si andranno ad aggiungere alle 41.218 arrivate via mare fino a ieri mattina. Numeri contenuti, leggermente superiori ai 40.125 giunti nello stesso periodo del 2024. Il deputato e responsabile immigrazione di Forza Italia Alessandro Battilocchio, però, preferisce comparare i dati con quelli dell’anno record 2023 (quando governava sempre Meloni). Così risulta che i migranti sono «diminuiti del 65%».