L’hanno vista sfrecciare tutti, tranne chi doveva vederla, sulla A1, arrancare sulle salite dell’Appennino come una carovana del Far West, sfiorare l’asfalto con la coda come un cane stanco. L’hanno ripresa con lo smartphone, commentata, derisa e immortalata. È diventata virale, leggenda digitale di un’estate che sa di valigie, caldo e partenze. Mentre milioni di utenti la guardavano, ridevano, si indignavano, nessuno – né un pattugliatore, né una telecamera, né un funzionario addetto – ha fermato quella Ford Galaxy targata Reggio Calabria, carica come un transatlantico e lanciata verso Genova.
Una scena incredibile
La scena ha dell’incredibile. Sul tettuccio della monovolume campeggia una montagna surreale: scatoloni, sacchi neri, biciclette, persino un lavandino, come se il trasloco di una casa intera fosse stato compresso in cinque metri scarsi di carrozzeria. Una retina da pescatore a fare da assicurazione universale, come se la volontà bastasse a sfidare la fisica. Tuttavia, è guardando dentro l’abitacolo che la situazione diventa grottesca: ogni centimetro è occupato, il lunotto è un ricordo, lo specchietto interno è diventato un soprammobile. Eppure, quell’auto continua a macinare chilometri, immune a ogni legge, sorretta solamente da due assi e da una dose patologica di incoscienza.
I video hanno raccolto centinaia di migliaia di visualizzazioni, ma tra un meme e l’altro, c’è chi ha sollevato una questione ben più seria: che fine ha fatto la sicurezza stradale? Il Codice della Strada, nella sua algida precisione, parla chiaro all’articolo 164: il carico non deve ostruire la visuale, non deve ostacolare la libertà di guida, e soprattutto non deve compromettere la stabilità del veicolo. In sintesi: quella Ford non avrebbe dovuto nemmeno lasciare il parcheggio, figuriamoci percorrere una delle arterie autostradali più trafficate d’Italia.
Incoscienza sulle autostrade italiane
Eppure, lo ha fatto. Ha attraversato mezza penisola come un cammello solitario nel deserto, scatenando risate e paure in egual misura. Perché dietro l’apparente comicità, c’è una realtà inquietante: un veicolo carico oltre i limiti può diventare un proiettile impazzito. Lo sanno gli esperti, lo sa la legge ma, a quanto pare, non lo sapeva – o ha preferito non saperlo – chi avrebbe dovuto intervenire.
C’è anche un altro dettaglio che aggiunge pepe alla vicenda: sembra che l’assicurazione del mezzo non sia regolarmente attiva. Ciò significa che, in caso d’incidente, non solo si sarebbe rischiato il peggio in termini di danni fisici e materiali, ma nessuno avrebbe pagato per le conseguenze. La Ford carica come un mulo, dunque, era anche un fantasma della burocrazia, libera di viaggiare tra gli onesti contribuenti come se nulla fosse.
Verso nuovi lidi
Eppure, nessuno l’ha fermata. È arrivata fino a Genova, passando accanto a caselli, telecamere e stazioni di servizio. Ha visto l’Italia intera, ma l’Italia non ha visto lei. O meglio, l’ha vista il popolo del web, ma non chi avrebbe potuto fare qualcosa.
Il finale? La vettura è stata avvistata al terminal traghetti, pronta a salpare verso nuove avventure. Forse la Corsica, la Tunisia, o solo un altro pezzo di mondo dove poter trasportare, ancora una volta, tutto ciò che si possiede, senza limiti né regole. Come un moderno Ulisse su quattro ruote, non spinto dalla sete di conoscenza, ma da un carico eccessivo e dalla certezza che, tanto, nessuno lo fermerà.