Una vittoria epica, con il cuore prima che con la tecnica
(Pierfrancesco Catucci) È la partita più difficile e l’Italia la porta a casa di nervi. Pur non giocando la sua migliore pallavolo, batte 3-2 (22-25, 25-22, 28-30, 25-22, 15-13) il Brasile e vola in finale del Mondiale in Thailandia. Le sudamericane ci provano con una stratosferica Gabi e con un muro difesa di altissimo livello, ma le azzurre restano lì attaccate, non escono dalla partita anche nei momenti di maggiore difficoltà e domani alle 14.30 sfideranno la Turchia di Daniele Santarelli per la medaglia d’oro (alle 10.30 Brasile-Giappone per il bronzo).
Non è una partita bellissima dal punto di vista tecnico, ma è una partita di una intensità incredibile. Le due squadre rischiano tanto, cercano soluzioni estreme e spesso concedono qualche errore. Ma è l’unico modo per portare a casa una sfida così. Gabi è un’iradiddio, il Brasile fa l’Italia a muro e gioca la miglior partita di tutto il torneo. Le azzurre soffrono, ma restano in partita fino alla fine, nonostante Fahr giochi con una fasciatura al piede per un contrasto con Sylla durante il riscaldamento e anche Orro si fermi per mezzo set per una distorsione alla caviglia, fasciata dallo staff medico durante il primo parziale. E alla fine la portano a casa col cuore e la testa e, per la prima volta in un Mondiale, battono le verdeoro.
Velasco schiera il sei più uno tipo con Orro al palleggio, Egonu opposta, Sylla e Nervini schiacciatrici, Fahr e Danesi centrali e De Gennaro libero. Il Brasile parte a razzo: Gabi è ispiratissima e anche Rosamaria passa con regolarità. L’Italia è un po’ ingessata, fatica in ricezione e quindi anche a costruire, soffre a muro le giocate delle attaccanti avversarie e non riesce a incidere. Il Brasile ne approfitta e allunga fino al 17-10, quando Velasco chiama in panchina una incostante Egonu per Antropova che entra e stampa subito due attacchi vincenti. Poi è Orro a lasciare il campo per una distorsione alla caviglia. Pur nelle difficoltà, con un’ottima Nervini, l’Italia comunque recupera lo svantaggio ma, in volata, un paio di imprecisioni indirizzano il set verso le carioca. Nel secondo set ci sono di nuovo Orro e Antropova. L’Italia è più aggressiva, cresce il muro-difesa e anche le soluzioni in attacco sono più efficaci. Ma il Brasile difende come una squadra asiatica, tocca tantissimi palloni a muro e gli scambi si allungano. Ne viene fuori un testa a testa in cui le azzurre, comunque, riescono a tenere in mano il pallino del set con Giovannini per Nervini in campo. E alla fine pareggiano i conti.
L’intensità della partita cresce punto dopo punto, il Brasile sbaglia meno e l’Italia non riesce a essere particolarmente incisiva al servizio. Si gioca comunque punto a punto, con le azzurre che sfruttano molto Antropova (59% in attacco per lei). Sul finale, però, è l’opposta a farsi murare sul set point che vale il 2-1 brasiliano. L’Italia torna in campo con ritrovata aggressività e con Egonu di nuovo in campo. Le azzurre ritrovano il muro, soprattutto nel finale, e allungano la sfida al tie break con caparbietà prima che tecnica. E anche il quinto set prosegue sull’equilibrio e i capovolgimenti di fronte che hanno contraddistinto tutta la partita. Fino al colpo di Egonu sul muro brasiliano che regala il successo alle azzurre.