Il Governo ha deciso di intervenire in modo selettivo sull’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027. Nella Manovra 2026, infatti, sarà introdotto un blocco parziale che interesserà solo i lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose. Tutti gli altri dovranno invece tenere conto dell’adeguamento alla speranza di vita, con l’età pensionabile che salirà a 67 anni e 3 mesi.
L’obiettivo è contenere la spesa previdenziale, stimata in 460 milioni di euro per il 2026, pari allo 0,02% del Pil. Le risorse a disposizione saranno utilizzate per confermare anche alcune misure già esistenti, come Opzione donna, Ape sociale e Quota 103, che consentono l’uscita anticipata dal lavoro in presenza di specifici requisiti anagrafici e contributivi.
Cosa si intende per lavori usuranti e gravosi
Il termine lavori usuranti si riferisce a quelle mansioni particolarmente faticose o svolte in condizioni difficili, che mettono a dura prova la salute fisica e mentale dei lavoratori. L’articolo 1 del decreto legislativo n. 67 del 2011 individua alcune categorie principali:
mansioni particolarmente usuranti, come i lavori in galleria, cava o miniera, ad alte temperature o in spazi ristretti;
attività di rimozione dell’amianto;
lavorazione del vetro cavo e i lavori dei palombari;
lavoratori notturni, che svolgono attività tra la mezzanotte e le 5 del mattino per almeno 64 giorni l’anno o per almeno tre ore a notte durante tutto l’anno lavorativo;
addetti alla linea di catena, cioè chi opera in processi produttivi a ritmo continuo, caratterizzati da attività ripetitive e tempi di produzione prestabiliti;
conducenti di veicoli per il trasporto pubblico, con una capienza complessiva di almeno nove posti.
A queste categorie si aggiungono i cosiddetti lavori gravosi, definiti dalla legge n. 205 del 2017 e aggiornati con la Legge di Bilancio 2022, che ne ha ampliato l’elenco. Queste professioni, pur non rientrando tra quelle considerate usuranti, comportano un impegno fisico o mentale intenso e continuativo.
L’elenco dei lavori usuranti e gravosi
Le professioni classificate come gravose comprendono diverse attività diffuse nei settori dell’edilizia, dei trasporti, dell’agricoltura e dei servizi. Tra queste rientrano:
operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
conduttori di gru e di macchinari per la perforazione;
conciatori di pelli e pellicce;
conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
autisti di mezzi pesanti e camion;
personale sanitario infermieristico e ostetrico che lavora su turni;
addetti all’assistenza di persone non autosufficienti;
insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
facchini, addetti allo spostamento merci e personale non qualificato addetto alle pulizie;
operatori ecologici, addetti alla raccolta e smistamento rifiuti;
operai agricoli, pescatori, marittimi e personale imbarcato;
lavoratori del vetro e della siderurgia impiegati ad alte temperature.
Con la Legge di Bilancio 2022 l’elenco è stato esteso anche ad altre categorie, tra cui:
professori di scuola primaria e personale educativo;
tecnici della salute e operatori dei servizi sanitari e sociali;
addetti ai magazzini e alla gestione logistica;
operatori della cura estetica e dei servizi alla persona;
artigiani e operai specializzati dell’industria e dell’agricoltura;
conduttori di impianti per la lavorazione di metalli, ceramica, legno, carta e prodotti chimici;
operatori di macchinari per la raffinazione di gas, petrolio e per la produzione di energia;
personale addetto al trasporto e alla consegna merci;
lavoratori non qualificati nei servizi di pulizia, agricoltura, silvicoltura e pesca.
Le conseguenze della misura
Il blocco selettivo dell’aumento dell’età pensionabile eviterà che i lavoratori impiegati in questi settori debbano attendere i 67 anni e 3 mesi per accedere alla pensione di vecchiaia. La misura sarà circoscritta e non riguarderà la totalità dei lavoratori, poiché i vincoli di bilancio non consentono un intervento più ampio.
Il Governo punta quindi a tutelare chi svolge professioni fisicamente impegnative o a rischio, mantenendo al tempo stesso la sostenibilità del sistema previdenziale. La decisione si inserisce in un contesto in cui, a partire dal 2027, l’aumento dei requisiti di età e contributi diventerà automatico in base alla speranza di vita, come previsto dalla legge Fornero.