Ieri il World Pasta Day ha celebrato il piatto simbolo dell’Italia: tra dati record e nuove conferme scientifiche, la pasta resta ambasciatrice della nostra identità.
Ieri, 25 ottobre, il mondo ha reso omaggio a un rito italiano che attraversa culture e generazioni: il World Pasta Day. Giunta alla sua 27ª edizione, la Giornata Mondiale della Pasta – promossa da Unione Italiana Food e International Pasta Organisation – ha rinnovato il suo messaggio universale: la pasta non è solo un alimento, ma una narrazione collettiva di cultura, salute e appartenenza.
Nata in Sicilia, forse tra le vie di Trabia dove i primi documenti medievali ne attestano la produzione, la pasta è un patrimonio che l’isola ha regalato al mondo. Da allora, quel filo di semola e acqua ha percorso secoli e continenti, fino a diventare immagine dell’Italia stessa.
Secondo un’indagine di AstraRicerche, nove italiani su dieci la portano in tavola più volte a settimana e uno su tre quasi ogni giorno. Per il 96,6% degli intervistati è un ambasciatore del Made in Italy, simbolo riconosciuto di identità nazionale. Non a caso, l’Italia conferma il suo primato mondiale con 4,2 milioni di tonnellate prodotte nel 2024, 23,3 kg pro capite consumati e un export che supera i 4 miliardi di euro. Ogni giorno, ottanta milioni di piatti di pasta italiana raggiungono case e ristoranti di quasi duecento Paesi.
Per sette italiani su dieci, “dire Italia è dire pasta”. È nella Top 5 dei motivi di orgoglio nazionale, accanto ai monumenti, all’arte, ai paesaggi e alla letteratura. Un primato identitario che la colloca prima ancora della pizza e del vino nell’immaginario collettivo.
Dietro a questi numeri, c’è il valore della semplicità: per il 36% degli italiani la pasta ne è la massima espressione, un cibo che unisce (per l’86,9%), che migliora l’umore (79,2%) e che rappresenta convivialità e continuità familiare. È anche un alimento “buono” nel senso più ampio. La Società Italiana di Scienze dell’Alimentazione la definisce un carboidrato complesso, alleato del benessere e della sostenibilità, utile alla salute cardiovascolare, al microbiota e persino al sonno, se consumata a cena.
Il Consensus Statement Healthy Pasta Meal, pubblicato nel 2010 e aggiornato quest’anno da un gruppo internazionale di studiosi, ha portato a 19 i punti che ne descrivono i benefici: dalla nutrizione equilibrata alla sostenibilità ambientale, la pasta resta un cardine della Dieta Mediterranea.
Eppure, il comparto deve affrontare sfide non secondarie. «Per gli italiani la pasta è una questione di appartenenza e di orgoglio – spiega Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food – ma i dazi e le tensioni geopolitiche minacciano la competitività delle nostre imprese. Difendere la pasta significa difendere il Made in Italy nella sua forma più autentica».
A Roma, la Galleria Alberto Sordi ha ospitato per l’occasione la mostra digitale Orgoglio Pasta, un viaggio immersivo tra arte, letteratura, monumenti e paesaggi che celebra la pasta come simbolo del patrimonio culturale italiano. Un percorso che parte dalle antiche rotte del grano duro siciliano e arriva alle cucine del mondo, ricordando che, da secoli, in Italia il buono coincide con il bello e con l’essenziale.
Cosa dice la Scienza
A quindici anni dalla prima Dichiarazione di Consenso Scientifico Healthy Pasta Meal, la comunità scientifica torna a riunirsi per aggiornare il documento che definisce il ruolo della pasta nella salute e nella sostenibilità alimentare. Il nuovo Consensus Statement, firmato da 29 scienziati di nove Paesi e promosso da Unione Italiana Food, SISA e CEPEA, amplia a 19 i punti che riassumono le evidenze più recenti, e cioè che la pasta, consumata con equilibrio, non è solo un simbolo culturale, ma un alimento completo e sostenibile.
Eccoli:
Pilastra della Dieta Mediterranea – La pasta facilita l’adozione di modelli alimentari sani, ricchi di vegetali, legumi e grassi buoni.
Fonte di micronutrienti – Garantisce un apporto superiore di ferro, folati, magnesio, fibre e vitamine.
Compatibile con il diabete – Non peggiora il controllo glicemico se assunta nelle giuste quantità.
Favorisce la sazietà – La versione integrale contribuisce al controllo dell’appetito e alla gestione del peso.
Protettiva per il cuore – È associata a un minor rischio di malattie cardiovascolari.
Ricca di antiossidanti – Alcune varietà, come quelle di grano saraceno o all’uovo, stimolano la difesa cellulare.
Amica del microbiota – Promuove la salute intestinale e ha effetti prebiotici.
Cibo del buon umore – I carboidrati complessi e il triptofano favoriscono il rilascio di serotonina.
Accessibile e universale – Unisce culture e livelli sociali, restando economica e nutriente.
Gluten free solo se necessario – Le versioni senza glutine vanno riservate a chi ne ha reale necessità clinica.
Basso impatto ambientale – È un alimento vegetale con un’impronta ecologica contenuta.
Alleata della mente – Supporta funzioni cognitive e qualità del sonno.
Raccomandata dai professionisti della salute – Medici e nutrizionisti la considerano parte di una dieta equilibrata.
Favorisce la convivialità – Rafforza i legami sociali e il benessere psicologico.
Energia per lo sport – Ottimizza il rendimento e il recupero negli sport di resistenza.
Semplice e autentica – Due soli ingredienti, qualità costante, nessuno spreco.
Rilascio glicemico graduale – Aiuta a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue.
Facile da digerire – La struttura compatta della pasta ne regola la digestione e l’assorbimento del glucosio.
Versatile – Si presta a infinite combinazioni nutrienti, adatte a gusti e culture diverse.
In breve, il nuovo Consensus Statement conferma la pasta come alimento completo, equilibrato e sostenibile, capace di coniugare piacere, salute e convivialità. Dalla Sicilia – dove ebbe origine secoli fa – al resto del mondo, la pasta continua a incarnare un modello di vita mediterraneo che la scienza oggi riconosce come uno dei più salutari al mondo.