Milano, 28 ottobre 2025 – Altri quattrocento imprenditori soffocati dalla crisi hanno dovuto saldare i debiti per evitare il fallimento. Nel terzo trimestre dell’anno, quello dove storicamente i numeri presentano un calo fisiologico complice l’estate, poco più del 21% delle liquidazioni giudiziali in Italia ha interessato attività lombarde.

La legge prova a evitare il fallimento intervenendo da un lato tutelando i creditori con la liquidazione del patrimonio dell’imprenditore, come previsto dal “Codice della crisi d’impresa“ introdotto nel 2022, dall’altro favorendo la continuità aziendale. Una seconda possibilità prima della chiusura.

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Secondo l’ultimo aggiornamento sulle procedure curato da Cribis – società del gruppo Crif specializzata nel fornire informazioni, soluzioni e consulenza alle imprese – non ci sono stati miglioramenti. Il trend tra luglio e settembre è pressoché lo stesso di un anno fa: 1.899 liquidazioni in Italia (+1,1%) di cui 400 in Lombardia, solo una in meno dello stesso periodo del 2024.

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Ancora una volta la “locomotiva“ è stata la più colpita, con Lazio (241) e Toscana (157). In provincia di Milano sono stati 169 gli imprenditori costretti a saldare il debito; 60 in provincia di Brescia, 41 nella Bergamasca, 29 nel Varesotto e nell’area di Monza e Brianza.

Nel Pavese il trimestre estivo ha contato 15 liquidazioni giudiziali, 14 a Como, 13 a Lecco, 11 a Cremona e 10 a Lodi. Mantova con 7 casi e Sondrio con 2 sono i territori che contano meno procedure. Il dato complessivo a livello regionale da inizio anno sale a 1.423 (1.023 nel primo semestre).

Nel terzo trimestre del 2025 sono stati avviati anche 91 concordati preventivi, in calo rispetto ai 129 del trimestre precedente ma in aumento rispetto ai 71 registrati nello stesso periodo del 2024. Si tratta di un incremento del 28,2% su base annua, che conferma il maggior ricorso a strumenti di regolazione della crisi rispetto allo scorso anno, pur segnando una lieve flessione rispetto al picco del secondo trimestre.

A subire i contraccolpi più pesanti sono le imprese del commercio, che con 533 procedure a livello nazionale si confermano ancora una volta le più soffocate dai debiti. Nel comparto dell’edilizia, i casi sono 493, confermando la vulnerabilità di un settore che, pur mostrando segnali di assestamento, continua a risentire delle difficoltà del mercato e della fine di quei bonus che dopo il Covid hanno mascherato le sofferenze strutturali delle costruzioni. I servizi contano invece 465 liquidazioni giudiziali.