Il Veneto continua a perdere terreno naturale. Letteralmente. Secondo il rapporto ISPRA 2025, la regione è terza in Italia per superficie cementificata, con oltre 216 mila ettari di suolo ormai artificiale. Negli ultimi quindici anni sono spariti 43 mila ettari, più dell’intero Comune di Venezia. Solo nell’ultimo anno, il Veneto ha aggiunto altri 730 ettari di asfalto e cemento.
A livello nazionale, il quadro è ancora più impressionante: nel 2024 l’Italia ha perso 84 chilometri quadrati di suolo naturale, il dato peggiore dell’ultimo decennio. Una velocità che fa riflettere: 159 metri quadrati al minuto. In questa corsa alla cementificazione, la Lombardia guida la classifica con oltre 12% di territorio consumato, seguita dalla Campania con il 10,6%. Il Veneto è subito dietro, con l’11,8%, ben sopra la media nazionale del 7%.
Il divario tra pianura e montagna
Dentro i confini veneti, la mappa racconta due storie opposte. Da una parte le province di pianura, dove il consumo di suolo corre veloce: Padova sfiora il 19%, Treviso supera il 16%, Venezia è al 14%, Verona al 13 e Vicenza al 12. Rovigo si ferma all’8%. Dall’altra parte c’è Belluno, che sembra vivere in un altro mondo: solo il 2,8% del territorio è urbanizzato, la quota più bassa della regione.
Belluno, l’eccezione che resiste
Negli ultimi quattro anni, Belluno ha registrato incrementi minimi: 10 ettari nel 2020-21, 32 nel 2021-22, 43 nel 2022-23 e 20 nel 2023-24. Numeri che impallidiscono di fronte ai dati delle province di pianura: nello stesso ultimo anno, Padova ha aggiunto oltre 111 ettari, Verona quasi 191, Treviso più di 76. Anche gli incrementi lordi confermano la tendenza: Belluno 22 ettari, contro i 116 di Padova e i 120 di Venezia.
Una sfida aperta
Il Veneto corre, ma non sempre nella direzione giusta. Le nuove infrastrutture e gli insediamenti continuano a crescere, mentre il suolo naturale arretra. Belluno resiste, grazie ai vincoli paesaggistici e alla bassa densità abitativa, ma il resto della regione si interroga: come conciliare sviluppo e tutela del paesaggio in un territorio che, anno dopo anno, perde la sua terra più preziosa?
(photocredits: Carlotta Bartolucci – concorso “Uno scatto per raccontare il cambiamento”)