Quasi la metà della popolazione dell’Unione europea ha dichiarato di far fatica ad arrivare alla fine del mese nel 2024. L’8,2% dei lavoratori nell’Ue era a rischio povertà. Il Paese con il più alto tasso di lavoro povero è il Lussemburgo (13,4%), il più basso la Finlandia (2,8%). L’Italia (10,2%) si assesta al di sopra della media Ue. E’ quanto emerge dal documento “Cifre chiave sulle condizioni di vita in Europa” dell’Eurostat.

Nel 2024, l’8,2% delle persone di età pari o superiore a 18 anni che hanno dichiarato di lavorare (dipendenti o autonomi) nell’Ue erano a rischio di povertà. Il lavoro povero colpisce in media il 9% di uomini e il 7,3% di donne. Tra i Paesi dell’Ue, il tasso più alto di persone che pur lavorando sono a rischio povertà era del 13,4% in Lussemburgo. Al contrario, il tasso più basso era del 2,8% in Finlandia.

In Italia la percentuale supera la media europea e si è assestata nel 2024 al 10,2%: il lavoro povero colpisce l’11.7% degli uomini e l’8,3% delle donne italiane. Sono più a rischio povertà gli uomini che lavorano in 22 Paesi dell’Ue, mentre il tasso di rischio è più elevato per le donne in Repubblica Ceca, Lettonia, Cipro e Lussemburgo. In Germania, i tassi sono gli stessi per uomini e donne. In Europa c’è comunque il 41,6% di persone che dichiara di fare fatica ad arrivare a fine mese: per il 24,2% la fatica è “poca”, per il 6,3% “tanta”, per un 11,1% fa “una certa fatica”. Questi sono dati che Eurostat oggi rilancia. Sono contenuti nella pubblicazione “Cifre chiave sulle condizioni di vita in Europa” dell’ufficio europeo di statistica che racconta con dati e numeri come vivono gli europei oggi.

Fonte Agensir