Musetti con le ultime energie. Il suo anche un messaggio alla Davis
(dalla nostra inviata a Torino, Gaia Piccardi) Le Finals restano un continente lontano lontano, per Alex De Minaur che va alla deriva nel mare delle Finals. Ad aggrapparsi alla diligenza è un ragazzo di Carrara, arrivato in riva al Po dando fondo alle ultime energie, ma con la voglia di riscattarsi dopo la sconfitta all’esordio con Fritz nel torneo dei maestri, che sognava da bambino.
Lorenzo Musetti conficca le unghie nel Master in cima a una maratona in tre set (2h47’) che frustra le ambizioni dell’australiano gentile, già battuto nelle ultime tre circostanze, su erba e terra. Ma questo è il veloce indoor, l’habitat naturale di Jannik Sinner, e Lorenzo – pur stanchissimo – ne eredita come per osmosi l’arte di maneggiare la palla al chiuso. Gli è mancato il tempo per adattarsi alla superficie, diversa da quella di Atene dove era andato ad inseguire la qualificazione. Ma non importa. Il suo torneo è stato falsato dall’assurda regola dell’Atp di non aver fermato il taglio degli otto maestri all’indoor di Parigi, consentendo invece che ogni punto valesse fino alla viglia, a sorteggio eseguito e gironi formati. Ma non fa niente. Nel 2026 non succederà più ma a Musetti questo regolamento (sbagliato) ha complicato terribilmente la vita.
A indirizzare il primo set verso l’Italia (7-5) è il break all’undicesimo game, quando alla quarta occasione di fuga il dritto del numero sette del ranking finisce in corridoio. Alla battuta Lorenzo ha un attimo di tremore, ma raccoglie le energie per risalire da 0-30 aggrappandosi al rovescio-architrave, attorno al quale l’impianto del suo gioco ruota come intorno al sole. Poi, mentre la partita si allunga, le forze fisiche vengono inesorabilmente meno. De Minaur prende il largo con il break del 5-3 nel secondo (6-3) e spezza l’equilibrio in avvio di terzo, ben più vispo e presente dell’azzurro. Sempre più pallido, sulle gambe, consigliato dal box di rimanere sempre in movimento anche nei tempi morti, per impedire l’insorgere dei crampi.
L’interruzione della sfida per soccorrere uno spettatore in tribuna ridà fiato a Lorenzo: finalmente i fantasmi nella sua metà campo si diradano. Lottando come un leone ripristina l’equilibrio con il break del 5-5, dopo che il rivale aveva avuto una palla del 5-2. È la svolta. Finisce 7-5 tra le lacrime, con un passante incrociato in corsa che perfora il povero De Minaur. «Ho scavato dentro di me per trovare le forze, senza questo pubblico non ce l’avrei mai fatta» dice Musetti stravolto. Si è battuto il pugno sul petto più volte, è sembrato anche un messaggio alla Davis. Il leader, senza Sinner, sono io.