Lo scorso 9 giugno, a Reggio Emilia contro la Moldavia, Luciano Spalletti salutava l’azzurro: era appena stato esonerato, giusto il tempo per proporre una squadra già spenta, capace di vincere solo per due a zero (Cambiaso-Raspadori). Era un’Italia immalinconita, spenta e senza una guida credibile. Sono passati cinque mesi, c’è un nuovo ct e quattro partite giocate, con altrettante vittorie: 16 gol segnati, cosa mai riuscita prima a nessun altro ct nella storia della Nazionale.

C’è da sorridere? Sì, ma fino a un certo punto: quei successi non sono bastati e forse non basteranno nemmeno le prossime due eventuali vittorie con Moldavia e Norvegia, perché per andare al Mondiale servirà – a meno di cataclismi – l’ansiogeno playoff, il secondo di fila per la nostra Nazionale. E’ lì che guarda il ct. Tutto è stato compromesso con la sconfitta di Oslo lo scorso 6 giugno, tre giorni prima della sfida di Reggio Emilia con la Moldavia, oggi bloccata a 156° posto del ranking Fifa e ultima in classifica nel gruppo I con un solo punto conquistato lo scorso mese in Estonia.

Forse qualcosa di storto nelle regole per le qualificazioni c’è, e Gattuso non lo nasconde, ma ormai è costretto a guardare avanti. «Nessun rimpianto. Dobbiamo capire bene: ora tocca a noi, ma vedere il Sud America, dove sei squadre su dieci vanno dirette e la settima fa lo spareggio con l’Oceania, fa venire un po’ di rammarico. La delusione è quella là, bisogna sistemare qualcosa nei criteri di qualificazione». In effetti ad oggi l’Italia è l’unica delle big europee a rischiare di non andare in America a giugno prossimo.

Stasera c’è una partita apparentemente inutile a Chisnau, ma Gattuso l’obiettivo di Rino è quello di agganciare la Norvegia, e per questo serve vincere stasera e battere Haaland il 16 a San Siro. Secondi sì ma solo per la differenza reti e allora lo spareggio sarà accettato con maggiore serenità. Ci sono sedici gol di differenza tra le due formazioni, anche perché la Norvegia ha vinto contro la Moldova per 11-1 a Oslo e per 0-5 a Chisinau. Mentre l’Italia dell’ultimo Spalletti non è stata in grado di andare oltre il 2-0 nell’andata. Stasera gioca in casa con l’Estonia, impossibile, o quasi, che perda punti.

SQUADRA SPERIMENTALE

Stasera vedremo un azzurro sperimentale, con molti cambi, con qualche calciatore che Gattuso aspettava da un po’, come Scamacca. «Da lui mi aspetto tanto, ha qualità e deve stare sereno. Contro la Moldova non sarà una scampagnata». Il rischio c’è, perché non è facile tenere alta la concentrazione di un gruppo che già sa di dover giocarsi il Mondiale tra quattro mesi. Questi due però sono test importanti per il ct, da qui nascerà il gruppo di marzo, quello che dovrà regalare all’Italia un Mondiale che le manca dal 2014. La Nazionale non ha mai saltato due mondiali di fila, figuriamoci tre. Sarebbe un disastro. «Voglio vedere la crescita, come si allenano, come stanno bene insieme. Secondo me questo raduno non era semplice, tra qualificati, calciatori con piccoli dolorini (Cambiaghi ha lasciato il ritiro per un problema al polpaccio, ndc) e tante altre cose che sarebbe lunga raccontare. Non era scontato l’impegno massimo da parte di tutti e devo fare i complimenti ai ragazzi per la professionalità».

A centrocampo al posto dello squalificato Barella, ci sarà Cristante, che affiancherà Tonali in mezzo nel 4-4-2 proposto da Gattuso. «Dobbiamo fare grandi prestazioni per poi farci trovare pronti a marzo quando giocheremo il playoff. Gattuso? Ha la maglia della Nazionale addosso e la sente tanto. La carica fa parte di lui, ha fatto la storia della Nazionale e questa cosa gli esce in maniera naturale, ce la trasmette in modo forte», le parole del romanista.

Spazio anche ai vari Bellanova, Mancini, Cambiaso, Vicario in porta, più Raspadori e Orsolini. «Non sto regalando niente: chi scenderà in campo è perché se lo merita, non per dare un contentino», le parole del ct.


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