Gli Stati Uniti e diversi paesi arabi chiedono l’adozione \”rapida\” della bozza di risoluzione Usa all’Onu su Gaza. Secondo fonti diplomatiche, Washington chiederebbe un voto in Consiglio di Sicurezza già lunedì, ma non è chiaro se sia fattibile o se comporterebbe il rischio di un veto da parte di Russia e Cina.
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L’Autorità nazionale palestinese ha denunciato l’uccisione di due ragazzi quindicenni uccisi dal fuoco israeliano nei pressi di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, dove l’esercito israeliano aveva precedentemente annunciato di aver \”eliminato due terroristi\”.
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Il corpo dell’ostaggio israeliano restituito ieri sera da Hamas è stato identificato come Meny Godard, 73 anni, ucciso a Be’eri il 7 ottobre 2023. Coloni israeliani hanno incendiato nella notte una moschea nel villaggio palestinese di Kifl Hares, vicino ad Ariel in Cisgiordania, lasciando scritte sui muri con minacce al capo del Comando centrale dell’Idf, Avi Blot.
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Gli approfondimenti:
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Steve Witkoff incontrerà il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, a breve per parlare del cessate il fuoco a Gaza. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali l’incontro dell’inviato di Donald Trump mette in evidenza l’interesse dell’amministrazione a mantenere una linea diretta di comunicazione con Hamas.
“,”postId”:”75a56ded-b73a-493f-8b40-18d7bf5de7fe”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T18:10:45.430Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T19:10:45+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Sudafrica accetta 153 palestinesi su un aereo ombra”,”content”:”
Dopo quasi 12 ore di attesa sulla pista, il Sudafrica ha permesso a 153 passeggeri palestinesi di Gaza di sbarcare da un misterioso volo charter giunto dal Kenya all’aeroporto internazionale di Tambo. Il ministero degli Interni ha autorizzato i passeggeri a scendere solo dopo che un’organizzazione umanitaria locale ha garantito che avrebbe fornito alloggio ai passeggeri durante la loro permanenza in Sudafrica. Ai passeggeri palestinesi non era stato permesso di scendere dall’aereo dopo che si era scoperto che \”non avevano i consueti timbri di uscita nei loro passaporti\”. Nigel Branken, un assistente sociale sudafricano che ha aiutato le persone trattenute sull’aereo, ha dichiarato che i passeggeri provenienti da Gaza gli hanno raccontato di essere stati costretti dalle autorità israeliane a lasciare tutti i loro effetti personali prima di salire su un aereo senza contrassegni in una base dell’aeronautica israeliana.
“,”postId”:”dae3d671-c1de-4474-abe3-1395b94591a8″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T17:57:22.284Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T18:57:22+0100″,”altBackground”:false,”title”:”21 parlamentari Usa presentano risoluzione su \”genocidio\””,”content”:”
La deputata democratica statunitense Rashida\nTlaib, insieme ad altri 20 parlamentari, ha presentato una risoluzione che\nriconoscerebbe ufficialmente che il governo israeliano ha commesso il\ncrimine di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza. Chiede inoltre\nagli Stati Uniti di adottare misure immediate e concrete per adempiere ai\npropri obblighi giuridici vincolanti in quanto parte della Convenzione sul\nGenocidio, al fine di prevenire e punire il crimine di genocidio. \”Il\ngenocidio del governo israeliano a Gaza non e’ finito e non finira’\nfinche’ non agiremo. Da quando e’ stato annunciato il cosiddetto ‘cessate\nil fuoco’, le forze israeliane non hanno smesso di uccidere palestinesi\”,\nha affermato Tlaib.\”L’impunita’ non fa che alimentare ulteriori atrocita’.\nMentre il nostro governo continua a inviare assegni in bianco per crimini\ndi guerra e pulizia etnica, i sorrisi dei bambini palestinesi vengono\nspenti da bombe e proiettili con la scritta ‘Made in the USA’\”, ha\naggiunto. \”Per porre fine a questo orrore, dobbiamo rifiutare la negazione\ndel genocidio e rispettare i nostri obblighi giuridici vincolanti ai sensi\ndella Convenzione sul Genocidio, adottando misure immediate per perseguire\ngiustizia e responsabilita’, al fine di prevenire e punire il crimine di\ngenocidio. Dobbiamo chiamare a rispondere i singoli autori e le aziende\ncomplici. Dobbiamo smettere di inviare armi a un esercito genocida.\nDobbiamo rispettare il diritto internazionale e utilizzare tutti i mezzi a\nnostra disposizione, comprese le sanzioni, per porre fine a questo\ngenocidio\”.
“,”postId”:”4eab5f28-3a5c-49a3-ac79-ec3bc3568876″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T17:47:16.872Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T18:47:16+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Iraq, presidente Iran celebra \”successo\” premier a elezioni “,”content”:”
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha\nsi e’ congratulato con il premier iracheno Mohammed Shia al-Sudani per il\nsuo \”glorioso successo\” alle elezioni parlamentari di questa settimana.\nSudani e’ il leader di un’alleanza di fazioni sciite, alcune delle quali\ncon stretti legami con l’Iran, e sta attualmente negoziando la formazione\ndi una nuova coalizione per rimanere in carica. \”Spero che durante il\nnuovo mandato, le nostre relazioni e la nostra cooperazione in tutti i\nsettori si sviluppino e si approfondiscano ulteriormente\”, ha affermato il\nleader della Repubblica islamica. Le elezioni in Iraq sono state un\n\”glorioso successo, condotto pacificamente, e un fattore che rafforza la\ncredibilita’ e la grandezza di una nazione amichevole e fraterna\”, ha\naggiunto Pezeshkian.
“,”postId”:”b4e41cba-0999-4f7c-814c-dd77b3666b0f”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T17:45:00.645Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T18:45:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Medico Emergency: \”A Gaza non pace ma tregua guerreggiata\””,”content”:”
\”La situazione a Gaza è sostanzialmente la stessa di mesi fa. Abbiamo meno bombe nella zona umanitaria, però la situazione sul campo è la stessa. Non ci sono gli ospedali, non c’è cibo, l’acqua pulita è un bene prezioso, per intenderci nella nostra clinica dove abbiamo ancora farmaci, non abbiamo garze. Stiamo tagliando in quattro le garze per poterle fare durare di più e fare le medicazioni\”. Così Giorgio Monti, medico del Pronto Soccorso del Policlinico di Sant’Orsola che da mesi presta servizio nella clinica di Emergency a Gaza e volto della campagna ‘Non uno di più’, raccolta fondi che il Policlinico Sant’Orsola e l’Azienda Usl di Bologna hanno lanciato con il sostegno del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna per sostenere l’impegno della clinica in Palestina. Quella in corso, osserva in un punto stampa sulla campagna a Bologna, \”non è una pace, è una tregua, è una tregua fra l’altro guerreggiata, perché le bombe si sentono, si sentono quotidianamente, a volte anche in area nell’area cosiddetta, umanitaria e soprattutto non si ha la più pallida idea di cosa succederà da qui a breve, cioè non si sa chi ha il comando del territorio, non si sa chi gestirà la sicurezza, cosa succederà nei ministeri, chi gestirà la sanità, chi farà tutte quelle cose che servono alle persone per vivere oggi\”. A Gaza, racconta, \”la situazione è veramente difficile. L’ospedale sanitario è gravemente compromesso ma stiamo facendo un lavoro importante: su due cliniche vediamo 250 persone per ogni clinica al giorno, quindi 500 persone al giorno, medicina di base, stabilizzazione di feriti, malati cronici, consultorio materno infantile, vaccinazioni per bambini. Stiamo facendo tanta roba, stiamo facendo cose che servono alla popolazione di tutti i giorni e speriamo di poterlo continuare a fare\”. Quindi, argomenta, \”questa iniziativa è stato una boccata d’ossigeno importante per noi perché ci dobbiamo finanziare con la generosità della gente e il fatto che il mio ospedale sia con me, non soltanto lasciandomi andare, ma sostenendomi, pagandomi lo stipendio anche in questo modo, mi mi rende molto orgoglioso\”. In Palestina, sottolinea ancora, \”non c’è chiarezza per il futuro. In questo momento va un po’ meglio, lo devo dire, perché altrimenti sembra che siamo quelli che si lamentano sempre. Ho chiesto per un anno che smettesse la guerra totale e con la tregua va meglio. Adesso serve un passo in più\”. Parlando in Salaborsa in centro a Bologna, Monti ha inoltre ricordato che \”Gaza ha il primato mondiale per bambini amputati pro capite: ci sono oltre 4mila bambini amputati di almeno un arto, e non ci sono strutture riabilitative. Il 25% dei 180mila feriti ha delle sequele invalidanti e ha bisogno di supporto perché è a rischio vita. Il numero di disabili totali è di circa 60mila persone\”, ha aggiunto. Nella Striscia di Gaza, ha argomentato ancora il medico del Sant’Orsola e coordinatore della struttura palestinese di Emergency, \”c’è una densità abitativa pari a 10 volte quella della Bolognina. Al momento – ha ribadito – non c’è una pace, ma una tregua guerreggiata: le bombe si sentono ancora quotidianamente, a volte anche nell’area umanitaria, e non si ha la più pallida idea di cosa succederà di qui a breve. Sento che si parla molto di ricostruzione, di futuro, ma riporto un dato: secondo uno studio delle Nazioni Unite per ogni metro quadro di Gaza ci sono 170 chili di macerie. Servirebbero sei mesi con 50 delle macchine più moderne che ci sono nel mondo, che a Gaza non ci sono, per rimuoverle. Quindi a Gaza serviranno dai 2 ai 20 anni per togliere le macerie, poi servirà ricostruire\”, ha concluso Monti.
“,”postId”:”b5797c65-38b9-444d-ae11-5ec148baab49″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T17:33:12.433Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T18:33:12+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Cnn: \”Funzionari Usa vogliono dissuadere Trump sui test nucleari\””,”content”:”
I più alti funzionari dell’amministrazione Trump in materia di energia e nucleare incontreranno il presidente nei prossimi giorni con l’obiettivo di dissuaderlo dal riprendere i test sulle armi nucleari. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali i funzionari vogliono spiegare a Donald Trump che non ritengono sostenibile l’idea dei test ipotizzata dal presidente nelle scorse settimane.
“,”postId”:”943753a3-bf21-46f4-8ac2-3d34a9c0dc1a”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T16:57:41.284Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T17:57:41+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Libano, Idf: \”Hezbollah responsabile uccisione politico cristiano\””,”content”:”
Il portavoce in lingua araba delle forze armate\nisraeliane, Avichay Adraee, ha accusato Hezbollah di aver ucciso il\npolitico libanese Elias al-Hazrouni il primo agosto 2023, facendolo\npassare come un incidente d’auto. Secondo l’Idf, l’alto esponente\ncristiano, noto per essere un duro oppositore del movimento sciita\nfilo-iraniano, e’ stato rapito dai militanti di Hezbollah e assassinato\n\”avvelenandolo e fratturandogli le costole\”. Successivamente, \”hanno\nrimesso il corpo nella sua auto\” finita contro un albero in un fossato\n\”per dare l’impressione che fosse uscito di strada e morto\nnell’incidente\”. Adraee su X ha puntato il dito contro l’Unita’ 121 di\nHezbollah, accusandola di compiere \”omicidi contro giornalisti, ufficiali,\npolitici e altre figure in Libano che si oppongono\” al movimento e alle\nsue attivita’. \”Questa unita’ e’ considerata il braccio armato della\nsicurezza interna del partito, che utilizza per rintracciare ed eliminare\ni suoi oppositori\”, ha sostenuto il portavoce dell’Idf.
“,”postId”:”a5ad2b87-cce4-442e-a93d-188b59375c3c”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T16:32:33.737Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T17:32:33+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Italia e Ocse insieme per resilienza economica di Libia e Yemen”,”content”:”
La Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ocse e il Direttorato per le relazioni globali e la cooperazione (Grc) dell’Organizzazione internazionale con sede a Parigi hanno organizzato l’evento ‘Promoting Economic Resilience in Yemen and Libya: Lessons Learnt from Oecd and Italian-Supported Actions’, dedicato ai risultati dei progetti sostenuti dall’Italia in Libia e Yemen. Sono intervenuti per l’Italia il Rappresentante permanente presso l’Ocse, ambasciatore Luca Sabbatucci, e il Direttore centrale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente della Farnesina Maurizio Greganti, insieme con il viceministro per la Pianificazione e la cooperazione internazionale dello Yemen Mohammed Al Hawri, l’ambasciatore dello Yemen in Francia Reyad Yassin Abdullah, il vicedirettore del Grc Karim Dahou e il Direttore del Ciheam Bari Biagio di Terlizzi. Nel 2024 l’Italia ha sostenuto con 350.000 euro il progetto Ocse ‘Promoting Public-Private Dialogue in Libya’, iniziativa volta a consolidare il dialogo tra istituzioni pubbliche e settore privato libico nei settori agroalimentare, bancario e finanziario, Ict, trasporti e logistica. Un secondo finanziamento italiano, pari a 500.000 euro, sostiene il progetto dedicato al rafforzamento della sicurezza alimentare ed energetica dello Yemen attraverso la formazione di 50 funzionari yemeniti e il supporto tecnico di istituzioni specializzate, grazie alla collaborazione con il Centro di formazione Ocse sulla governance pubblica di Caserta, il Ciheam Bari e l’Agenzia Internazionale dell’Energia.Nel suo intervento l’ambasciatore Sabbatucci ha sottolineato la centralità strategica dei due Paesi per la stabilità dell’intera regione, che ha conseguenze dirette anche sul nostro Paese
“,”postId”:”e6bf436c-158c-4ec0-b1a9-7e149b8e9c7f”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T16:24:08.954Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T17:24:08+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Media: Trump riceverà ultimi ostaggi rilasciati “,”content”:”
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump\naccogliera’ alla Casa Bianca giovedi’ 20 novembre gli ultimi 20 ostaggi\nisraeliani rilasciati il mese scorso nell’ambito dell’accordo di cessate\nil fuoco di Gaza. Lo ha riferito il Times of Israel, citando una fonte\nvicina alla vicenda. Contrariamente a quanto riportato in precedenza, il\nleader americano non noleggera’ un aereo per far arrivare gli ex rapiti a\nWashington ma questi prenderanno voli commerciali a spese del governo\nisraeliano. Tutti i 20 ostaggi rilasciati il 13 ottobre sono stati\ninvitati alla Casa Bianca.
“,”postId”:”cc7eb8e9-47a7-4946-81af-9f8c7830dbff”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T16:20:26.546Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T17:20:26+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Iran, Usa: \”Monitoriamo \”incidente\” petroliera in Stretto Hormuz\””,”content”:”
Gli Stati Uniti stanno monitorando un\n\”incidente\” che ha coinvolto una petroliera battente bandiera delle Isole\nMarshall mentre attraversava lo Stretto di Hormuz. Secondo fonti di stampa\ne di agenzie di sicurezza marittima, il cargo sarebbe stato sequestrato\ndalle forze iraniane. \”Siamo a conoscenza dell’incidente che ha coinvolto\nla M/V Talara, battente bandiera delle Isole Marshall. Stiamo monitorando\nattivamente la situazione. Le navi commerciali hanno diritto a una\nnavigazione e a un commercio in mare aperto, in gran parte senza\nrestrizioni\”, ha dichiarato la Quinta Flotta della Marina Militare Usa.\nDue compagnie di sicurezza marittima hanno riferito di un improvviso\ncambio di rotta della nave che porterebbe a pensare a un suo sequestro da\nparte delle forze di Teheran. Finora non c’e’ stata nessuna conferma.
“,”postId”:”326c457e-49de-4832-9b22-822059f64a0b”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T16:01:40.554Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T17:01:40+0100″,”altBackground”:false,”title”:”5 borse studio Università Calabria per studenti Palestina”,”content”:”
Da oggi i giovani palestinesi possono\ncandidarsi a UnicalPass – Unical for Palestinian Students Scholarships, un\nprogramma attivato dall’Universita’ della Calabria che offre cinque borse\ndi studio finalizzate alla frequenza dei corsi di laurea magistrale\ninternazionali dell’ateneo per l’anno accademico 2025/2026. UnicalPass -\ne’ scritto in una nota dell’ateneo – nasce come gesto concreto di\nsolidarieta’ e cooperazione, con l’obiettivo di promuovere il diritto allo\nstudio, l’accesso all’istruzione superiore e la crescita personale in un\ncontesto di dialogo interculturale e di integrazione. Grazie a questo\nprogramma, l’Universita’ della Calabria rafforza la propria vocazione\ninternazionale, caratterizzandosi sempre piu’ come luogo di incontro e\nresponsabilita’ sociale. \”Siamo consapevoli delle difficolta’ che\naccompagneranno questa iniziativa, in particolare in relazione alla\nnecessita’ di attivare corridoi umanitari per l’effettivo arrivo in\nCalabria di studentesse e studenti palestinesi. Riteniamo pero’ essenziale\noffrire il nostro contributo con responsabilita’ e generosita’ – afferma\nil rettore dell’Universita’ della Calabria, Gianluigi Greco -. Crediamo\nche anche un piccolo gesto possa fare una grande differenza: non e’ solo\nun sostegno economico, ma un investimento sociale e culturale. Le storie\ndi liberta’ e coraggio delle studentesse e degli studenti palestinesi ci\nricordano quanto l’istruzione superiore sia talvolta anche un privilegio,\nun potente strumento di emancipazione, di dialogo e speranza. Per noi e’\nun atto di responsabilita’ morale sostenere queste giovani vite,\ncontribuire a costruire ponti di conoscenza e ad aprire opportunita’ reali\ndi studio e futuro\”.
“,”postId”:”1c2fecdb-3210-4f2e-8ed4-7b9264639e98″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T15:55:00.460Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T16:55:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Usa-Paesi arabi chiedono adozione rapida bozza Onu su Gaza”,”content”:”
Gli Stati Uniti e diversi paesi arabi chiedono l’adozione \”rapida\” della bozza di risoluzione Usa all’Onu su Gaza. Secondo fonti diplomatiche, Washington chiederebbe un voto in Consiglio di Sicurezza gia’ lunedi’, ma non e’ chiaro se sia fattibile o se comporterebbe il rischio di un veto da parte di Russia e Cina. La missione americana all’Onu ha fatto sapere che \”Stati Uniti, Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia esprimono il loro sostegno congiunto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza attualmente in esame, redatta dagli Usa dopo consultazioni e in collaborazione con i membri del Consiglio e i partner della regione\”. \”Lo storico Piano Globale per porre fine al conflitto di Gaza, annunciato il 29 settembre è approvato dalla risoluzione e celebrato e approvato a Sharm el-Sheikh\”, si legge nella nota, dove si afferma anche: \”Rilasciamo questa dichiarazione in qualità di Stati membri riuniti durante la Settimana di Alto Livello per avviare questo processo, che apre la strada all’autodeterminazione e allo Stato palestinese. Sottolineiamo che si tratta di uno sforzo sincero e che il Piano offre una strada percorribile verso la pace e la stabilità, non solo tra israeliani e palestinesi, ma per l’intera regione\”.
“,”postId”:”98bf24a5-fa38-4f72-a597-767e18326011″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T15:52:05.994Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T16:52:05+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Lettera esponenti Pd a Meloni e Tajani: sbloccare gli aiuti”,”content”:”
\”Non si possono prendere posizioni ideologiche\nquando le richieste sono umanitarie e quando la situazione e’ tutt’altro\nche pacificata. I palestinesi a Gaza stanno ancora morendo di fame e di\nmalattie per mancanza di cibo, di farmaci e di generi di prima necessita’.\nBisogna mettere in campo ogni azione possibile per far si’ che gli aiuti\nraccolti dai cittadini arrivino a destinazione. Per questo insieme ad\nArturo Scotto abbiamo inviato una lettera alla presidente del Consiglio\nGiorgia Meloni e al ministro degli esteri Tajani in cui chiediamo un\nintervento urgente del governo per sbloccare gli aiuti umanitari raccolti\nin Italia e farli arrivare a Gaza. Il governo diventi parte attiva per\nsbloccare la situazione. Quanto sta accedendo a Music for peace e’ il\nsegnale di un chiaro ostacolo all’azione umanitaria, che interpella la\nresponsabilita’ dell’Italia come Paese impegnato nella difesa del diritto\ninternazionale e nella tutela delle popolazioni civili. Serve promuovere\nun’iniziativa diplomatica immediata, volta a favorire sblocco dei carichi\ne a garantire che gli aiuti possano finalmente raggiungere la popolazione\ndi Gaza nella loro totale integrita’. Perche’ la solidarieta’ dei\ncittadini italiani e liguri non puo’ rimanere ulteriormente bloccata\”. Lo\ndice la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera Valentina Ghio,\nintervenuta oggi alla conferenza di Music for peace. \”A quell’immagine\nbellissima e potente di una citta’ che si e’ compattata per sostenere la\nmissione umanitaria della Global Sumud Flotilla – aggiunge il capogruppo\ndem in Regione Liguria Armando Sanna, intervenuto anche lui alla\nconferenza stampa di Music for peace – si e’ contrapposta la penosa\nimmagine del consiglio regionale di martedi’ scorso, dove la destra ha\nrespinto e derubricato la nostra richiesta di sostegno a Music for peace e\nalla missione umanitaria via terra, dichiarando che a Gaza l’emergenza non\nc’e’ piu’. Gaza, purtroppo, rimane un territorio sotto assedio, continuano\na morie bambini e la popolazione non riceve aiuti. Continueremo a\nsostenere Music for peace, la sua missione e il lavoro che sta facendo.\nChiederemo ancora l’intervento delle istituzioni, a tutti i livelli,\naffinche’ gli aiuti umanitari raccolti, a cui hanno contribuito tutti i\ncittadini liguri, nessuno escluso, arrivino a destinazione e vengano\nsbloccati. Parliamo di cibo, farmaci, generi di prima necessita’,\nfondamentali per il sostentamento di una popolazione stremata. Come gruppo\nPd in Regione porteremo avanti questa richiesta e non ci fermeremo davanti\na un primo no\”, conclude.
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Il presidente statunitense Donald Trump ospiterà alla Casa Bianca, giovedì prossimo, i cittadini israeliani liberati da Hamas nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco siglato lo scorso ottobre. Lo apprende il Times of Israel da fonti informate. Contrariamente a quanto riportato in precedenza, i 20 ex ostaggi, tutti liberati lo scorso 13 ottobre, non viaggeranno su un volo charter organizzato da Trump ma con un volo commerciale a spese del governo israeliano.
“,”postId”:”1d21ef14-8f68-40cb-afe7-72d0c1c9e43e”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T15:33:49.562Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T16:33:49+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Cina e Russia vogliono Board of Peace Usa fuori da bozza su Gaza”,”content”:”
Cina e Russia hanno chiesto che il \”Board of Peace\” previsto dal piano di pace del presidente americano Donald Trump venga completamente rimosso dalla risoluzione su Gaza in discussione al Consiglio di Sicurezza Onu. Lo rivelano fonti diplomatiche delle Nazioni Unite. Nell’ultima revisione del testo Usa viene mantenuta invece la citazione, pur garantendo un ulteriore impegno per l’autodeterminazione palestinese.\n Mosca e Pechino sono due membri del Consiglio di Sicurezza Onu con diritto di veto, e non e’ chiaro se bloccheranno il testo in caso venga messo al voto. Entrambi i Paesi, insieme all’Algeria, hanno tuttavia espresso la loro opposizione alla prima versione della bozza, e tutti gli altri membri del Consiglio di Sicurezza, tranne due, hanno presentato emendamenti, stando alle medesime fonti. Il testo rivisto aggiunge che, man mano che la forza di stabilizzazione \”stabilirà controllo e stabilità\”, l’esercito israeliano si ritirerà dalla Striscia di Gaza
“,”postId”:”09cc1854-3739-4cd2-b7e8-95f32bbad6f3″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T15:05:42.737Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T16:05:42+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Appello Ong Music for Peace per sbloccare gli aiuti a Gaza”,”content”:”
\”Dovevano essere tre ore. Siamo al terzo mese\”. Così Stefano Rebora, presidente della Ong Music for Peace, è intervenuto oggi in collegamento dalla Giordania durante la conferenza stampa convocata nella sede dell’associazione a Genova per chiedere lo sblocco del convoglio umanitario diretto a Gaza. Rebora ha spiegato che l’organizzazione è arrivata nel Paese con i container \”adeguati a tutte le richieste\” della Jordan Hashemite Charity Organization, ma sono state avanzate nuove richieste su vecchi documenti, rallentando ulteriormente le operazioni. \”Vogliamo sapere da dove entrano i camion e perché non si mettono a disposizione mezzi per far arrivare le nostre 240 tonnellate di aiuti\”. Secondo Rebora, i valichi verso Gaza \”aprono a singhiozzo\” e in Giordania \”i magazzini sono pieni di materiali che non possono raggiungere la Striscia\”. Le Ong non possono operare direttamente: \”Solo Wfp, Unicef e Unrwa sono presenti sul campo\”. Il quadro descritto è drammatico: \”I bombardamenti non sono finiti, metà della Striscia è ancora sotto controllo israeliano\”. Rebora accusa inoltre l’ambasciata italiana di un supporto solo formale: \”Dicono che sono a nostra disposizione, ma non possono fare ciò di cui abbiamo bisogno: entrare a Gaza\”. Tra gli ostacoli, la richiesta israeliana di registrare l’organizzazione e aprire un ufficio in Israele: \”Una follia\”. Il convoglio affronta anche costi elevati: fino a 1.200 dollari per camion, 2.000 euro per la movimentazione e 2.200 euro per raggiungere il valico. Music for Peace chiede tre garanzie: inviolabilità dei pacchi, consegna diretta e supervisione di un proprio referente. \”Siamo ancora in attesa\”, ha concluso Rebora.
“,”postId”:”08ef4589-7af3-4c10-914a-ac847015b275″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T14:49:12.541Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T15:49:12+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Idf: \”Nessun muro in Libano, rafforzata barriera difensiva\””,”content”:”
L’esercito israeliano ha negato di costruire muri in territorio libanese come sostenuto dall’Unifil, pur riconoscendo di erigere una barriera rafforzata lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi. Questo \”muro fa parte di un piano più ampio dell’esercito, la cui costruzione è iniziata nel 2022\”, ha dichiarato all’Afp un portavoce militare israeliano, aggiungendo che, dall’inizio della guerra scoppiata dopo il 7 ottobre 2023, l’Idf \”ha implementato una serie di misure, tra cui il rafforzamento della barriera fisica lungo il confine settentrionale\”. Secondo il portavoce, inoltre, \”il muro non attraversa la Linea Blu\”.
“,”postId”:”8e947b19-347f-4c35-9195-a669ae241054″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T14:40:51.109Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T15:40:51+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Mfp: \”Bloccate in Giordania 240 tonnellate di aiuti per Gaza\””,”content”:”
\”Chiediamo di poter far passare dalla Giordania a Gaza le 240 tonnellate di aiuti per Gaza fermi da due settimane in attesa del rilascio da parte delle autorità israeliane di permessi che vengono continuamente negati e ci rivolgiamo al ministro degli Esteri Tajani e alla premier Meloni perché metta a disposizione i canali e i camion del programma Food For Gaza, se è vero, come dicono, che funziona così bene\”. Lo ha detto è il presidente di Music For Peace Stefano Rebora collegato da Amman alla conferenza stampa organizzata dalla ong genovese insieme a politici di sinistra e centrosinistra e a una delegazione dell’Olp, organizzazione per la liberazione della Palestina per chiedere lo sblocco dei sette container partiti da Genova e fermi in porto in Giordania. Le 240 tonnellate di aiuti erano stati raccolti in estate grazie alla generosità di migliaia di genovesi e non solo in un passaparola di solidarietà che aveva portato alla fiaccolata del 30 agosto. La conferenza stampa di oggi è nata dopo la bocciatura in consiglio regionale della mozione della minoranza che che chiedeva di sollecitare l’arrivo del materiale umanitario. \”La giunta Bucci ha liquidato la discussione con quattro parole, ‘il tema è superato’ ma non è così – ha detto Selena Candia, capogruppo Avs – perché gli aiuti sono fermi, le persone continuano a morire, la pace è un’invenzione mediatica\”. Con lei anche gli altri capigruppo dell’opposizione Armando Sanna (Pd), Gianni Pastorino (lista Orlando presidente), Stefano Giordano (M5s). La parlamentare del Pd Valentina Ghio ha annunciato che, oltre alle numerose interrogazioni al governo sul tema, sarà inviata una lettera a Meloni e Tajani sulle problematiche legate alla selezione del materiale in ingresso a Gaza e su quello che può fare il governo per sbloccare la situazione. Alla conferenza stampa anche Riccardo Rudino, portuale del Calp: \”Quello che bisogna fare per sbloccare gli aiuti è boicottare i traffici commerciali con Israele, il tempo della diplomazia è finito\”. Un ringraziamento alla battaglia dei portuali genovesi contro le navi delle armi e a tutta la città di Genova è arrivato Ali al Sentrisy, capo dipartimento per diritti umani dell’Olp, arrivato con una delegazioneper il tramite Jacopo Ricciardi, segretario regionale di Rifondazione Comunista. Un’altra problematica raccontata da Stefano Rebora è quella che vede Israele imporre l’apertura di un ufficio israeliano alle organizzazioni umanitarie che vogliano operare a Gaza: \”Lavoriamo nella Striscia dal 2009, siamo registrati a Ramallah e non abbiamo mai avuto problemi, questa cosa non ha senso\”, ha concluso auspicando che nei prossimi giorni possa esserci una svolta: \”La nostra speranza è che accettino le ultime documentazioni che abbiamo inviato, ad ogni modo non ci muoviamo finché non riusciamo a far passare il cibo e se non sarà possibile lo riportiamo indietro, non abbandoneremo il materiale donato dai genovesi\”. Tra le incognite anche quella dei costi: le autorità israeliane, per consentire lo sbarco e la gestione logistica degli aiuti potrebbe esigere in concessioni e permessi circa 50mila euro, che si aggiungerebbero alle spese già sostenute per il trasporto via mare da Genova alla Giordania.
“,”postId”:”8b7c53a4-013b-4f7e-81c4-acfa9887e4c7″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T14:38:52.731Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T15:38:52+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Unifil conferma: \”Idf costruisce muri in Libano\””,”content”:”
La missione Unifil conferma che l’esercito di Israele sta costruendo un muro di cemento, a sudovest di Yarun, in Libano, \”che attraversa la Linea Blu\” di demarcazione tra i due Paesi, e di aver individuato \”un nuovo muro tra Aytaroun e Maroun ar Ras a sud della Linea Blu\”. La notizia era stata anticipata nei giorni scorsi dai media locali. In particolare, il muro di Yarun – aggiungono i peacekeeper Onu – rende \”inaccessibili al popolo libanese oltre 4.000 metri quadrati di territorio libanese\”. \”La presenza e le costruzioni israeliane nel territorio libanese costituiscono violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale del Libano\”, sottolinea l’Unifil aggiungendo di aver chiesto all’Idf di spostare i muri. \”Invitiamo nuovamente l’Idf a rispettare la Linea Blu in tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa\”, conclude la nota.
“,”postId”:”d2bf7e64-fa8c-43d5-83bd-3caa7224da02″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T14:37:44.454Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T15:37:44+0100″,”altBackground”:false,”title”:”S.Sede: \”Soluzione due Stati e tutelare missione Unrwa\””,”content”:”
In Medio Oriente, la Santa Sede\n\”ribadisce il proprio sostegno ai due Stati, Israele e Palestina\” e\ndeplora \”gli attacchi contro le strutture dell’Unrwa\”, l”Agenzia delle\nNazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente.\nL’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede\npresso le Nazioni Unite, e’ intervenuto alla quarta commissione della\n80esima Assemblea Generale dell’Onu, nel punto all’ordine del giorno\ndedicato all’Unrwa esortando gli Stati membri \”a rinnovare e rafforzare il\nproprio sostegno politico e finanziario\” alla missione \”essenziale\”\ndell’Agenzia. L’arcivescovo ha sottolineato che la Santa Sede e’\nprofondamente preoccupata per la drammatica situazione del Medio Oriente,\ne che \”la comunita’ internazionale deve continuare a lavorare\ninstancabilmente per promuovere pace, stabilita’ e fraternita’ per tutti i\npopoli della Regione\”. E ha ricordato la missione dell’Unrwa, che da piu’\ndi 70 anni svolge in Libano, Siria, Giordania e Palestina, continuando a\nfornire soccorso d’emergenza e assistenza umanitaria completa sotto forma\ndi istruzione, assistenza sanitaria, aiuti alimentari e servizi sociali.\nL’Agenzia offre \”speranza, protezione e la possibilita’ di una vita\ndignitosa\” ai piu’ vulnerabili, bambini, donne e anziani. La Santa Sede\nesprime quindi \”dolore\” e offre preghiere \”per le numerose vittime tra il\npersonale dell’Unrwa\” che stavano \”compiendo il proprio dovere\”. Al tempo\nstesso chiede \”che il diritto internazionale umanitario sia rispettato e\nche sia garantito un accesso sicuro, continuo e senza ostacoli agli aiuti\numanitari\”, che e’ sia un dovere morale, sia un obbligo giuridico.
“,”postId”:”2cafc7ff-c25a-4483-bdf8-13e7b448c8b6″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T14:23:55.110Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T15:23:55+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Israele blocca di nuovo aiuti a Gaza attraverso l’Egitto”,”content”:”
Israele ha chiuso nuovamente, come già venerdì scorso, i valichi di Kerem Shalom e Al Awja tra l’Egitto, Israele e la Striscia di Gaza, impedendo di fatto il passaggio degli aiuti umanitari. Lo fa sapere la Mezzaluna rossa egiziana e lo confermano fonti dirette ai passaggi di frontiera. Il motivo addotto è sempre lo stesso, che il venerdì è un giorno festivo sia in Egitto che in Israele. Durante il resto della settimana, dai due valichi sono transitati 370 camion. Molti camion in attesa dei controlli israeliani sono rimasti assiepati nel parcheggio fuori dal valico di Rafah.
“,”postId”:”a4b9dca2-13e3-4e0f-b3e7-cfdc00a2fa1a”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T13:46:00.551Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T14:46:00+0100″,”image”:{“imgSrc”:”https://www.europesays.com/wp-content/uploads/2025/11/onu_libano_ansa.jpg”,”imgAlt”:”Unifil”,”imgCredits”:”©Ansa”,”imgCaption”:null},”altBackground”:true,”title”:”Unifil: \”Israele costruisce muri in Libano, l’Idf si ritiri\””,”content”:”
La missione Onu in Libano (Unifil) ha denunciato la costruzione da parte di Israele di muri in territorio libanese, i quali costituiscono violazioni, e ha esortato le forze armate israeliane \”a rispettare la Linea Blu per tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa\”. In un nota, i caschi blu hanno riferito di aver condotto \”a ottobre un’indagine geospaziale di un muro a T in cemento eretto dall’Idf a sud-ovest di Yaroun\”, che ha rivelato come la barriera \”attraversa la Linea Blu, rendendo inaccessibili al popolo libanese oltre 4 kmq\” di proprio territorio. Da qui, la richiesta a Tel Aviv di \”spostare i muri\”. \”A novembre\”, continua l’Unifil, sono state osservate \”ulteriori costruzioni di muri a T nella zona. Un’indagine ha confermato che anche una sezione del muro a sud-est di Yaroun attraversa la Linea Blu\”, così come \”un nuovo muro tra Aytaroun e Maroun ar Ras\” che si trova \”a sud\” della demarcazione. Come ha denunciato la forza Onu, \”la presenza e le costruzioni israeliane in territorio libanese violano la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza e la sovranità e l’integrità territoriale del Libano. Invitiamo nuovamente L’Idf a rispettare la Linea Blu per tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa\”.
“,”postId”:”44ad1162-11a4-4e88-9148-3c1f6f9cdd5e”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T13:41:15.710Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T14:41:15+0100″,”altBackground”:false,”title”:”L’Ue valuta l’addestramento di 3.000 poliziotti palestinesi”,”content”:”
L’Ue valuta la formazione di 3.000 poliziotti palestinesi in vista di un loro dispiegamento a Gaza, nell’ambito del piano di pace promosso da Donald Trump. La proposta è contenuta in un documento redatto dal Servizio d’azione esterna dell’Ue che sarà il 20 novembre sul tavolo dei ministri degli Esteri europei il 20 novembre. Tra le opzioni di coinvolgimento dell’Ue nel piano di pace individuate dal team dell’Alta rappresentante Kaja Kallas figura l’ampliamento delle due missioni civili europee già attive nell’area, dedicate alla sicurezza dei valichi di frontiera e al sostegno all’Autorità nazionale palestinese per le riforme della polizia e della giustizia. La missione Ue di supporto alle forze di polizia (Eupol Copps) potrebbe \”assumere la guida dell’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi a Gaza, fornendo formazione e assistenza dirette a circa 3.000 agenti retribuiti dall’Autorità nazionale palestinese, con l’obiettivo di creare un corpo complessivo di 13.000 unità\”, spiegano i funzionari europei. Prevista anche l’estensione della missione di monitoraggio delle frontiere di Rafah (Eubam) ad ulteriori valichi, al fine di rafforzare la presenza europea sul terreno.
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In Medio Oriente, la Santa Sede \”ribadisce il proprio sostegno ai due Stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, entro confini riconosciuti a livello internazionale\”. E deplora \”gli attacchi contro le strutture dell’Unrwa\”, l”Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, \”incluse sedi, scuole e ospedali\”. La Santa Sede ritiene la missione dell’Agenzia \”essenziale\”, e invita tutti gli Stati Membri \”a rinnovare e rafforzare il proprio sostegno politico e finanziario\”. Con queste parole, secondo quanto rifeirsce Vatican News, l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, è intervenuto ieri, 13 novembre, alla quarta commissione della 80esima Assemblea Generale dell’Onu, nel punto all’ordine del giorno dedicato all’Unrwa.
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Il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha ordinato alle Forze armate di preparare 20mila soldati da dispiegare a Gaza nell’ambito della futura forza di stabilizzazione prevista dalla fase 2 del piano di pace di Donald Trump. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Giacarta, Sjafrie Sjamsoeddin, secondo cui il contingente indonesiano includerebbe personale medico e genieri per sostenere le operazioni umanitarie, ripristinare i servizi essenziali e ricostruire le principali infrastrutture.
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L’esercito israeliano ha reso noto di aver \”eliminato un terrorista\” che \”stava attraversando la Linea Gialla avvicinandosi alle truppe nel sud della Striscia di Gaza, rappresentando una minaccia imminente per loro\”.
“,”postId”:”429907bd-06cb-4177-943f-9ae2fdf259ac”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T12:52:04.431Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T13:52:04+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Al Azhar: \”Demolizioni a Gaza sono una punizione collettiva\””,”content”:”
L’Osservatorio di Al-Azhar per la lotta all’estremismo, uno dei principali centri dell’Islam sunnita, ha messo in evidenza il contenuto simbolico delle operazioni di demolizione condotte a Gaza dall’occupazione israeliana, definendole una \”punizione collettiva\” che mira a stabilire una nuova realtà sociale ed economica. La dichiarazione dell’Osservatorio è arrivata dopo che la Bbc, citando il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth e immagini satellitari, ha riferito che le forze israeliane hanno demolito più di 1.500 edifici nelle aree sotto il loro controllo all’interno della Striscia di Gaza, comprese le zone oltre la cosiddetta \”linea gialla\”, da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco. La Bbc riferisce di interi quartieri rasi al suolo in meno di un mese e ha osservato che il numero effettivo di edifici distrutti potrebbe essere superiore. Sebbene alcune fonti israeliane abbiano confermato le operazioni di demolizione, hanno smentito che queste azioni violassero i termini della tregua, affermando che gli attacchi avevano preso di mira le infrastrutture della resistenza. L’Osservatorio di Al-Azhar ha affermato che \”tali giustificazioni nascondono obiettivi più profondi\” e che \”le demolizioni sono presentate come misure militari, ma in pratica vengono utilizzate per giustificare l’attacco alle infrastrutture civili, creare zone cuscinetto e consolidare una nuova realtà di occupazione\”. L’osservatorio ha aggiunto che la campagna di distruzione funziona come \”strumento di punizione collettiva\”, volto a \”spezzare la volontà di resistenza e a smantellare il tessuto economico e sociale palestinese\”.
“,”postId”:”7a9db542-067e-4a0e-8f63-70320d79907e”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T12:04:00.204Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T13:04:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Ue: \”Le violenze dei coloni cessino, Israele le prevenga\””,”content”:”
\”La costruzione di insediamenti, inclusa l’approvazione del piano di insediamenti E1, le demolizioni dei coloni, i trasferimenti forzati, gli sfratti e le confische di case palestinesi devono cessare. Invitiamo Israele ad adottare misure concrete per prevenire la violenza contro i palestinesi e garantire che i responsabili dei crimini siano chiamati a risponderne\”. Lo ha dichiarato Anouar El Anouni, portavoce della Commissione Ue. \”In questa difficile situazione – ha aggiunto – tutti gli sforzi dovrebbero essere effettivamente diretti a ridurre le tensioni\”.
“,”postId”:”290d89ce-dde7-410f-8f27-9efb6692b0f2″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T11:59:00.704Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T12:59:00+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Shin Bet: \”Quattro palestinesi incriminati e accusati di essere legati all’Isis\””,”content”:”
Quattro palestinesi residenti a Gerusalemme est sono stati incriminati con l’accusa di essere legati all’Isis e di pianificare \”una grande guerra della fine dei tempi\” contro ebrei israeliani. Lo ha reso noto lo Shin Bet, il servizio segreto interno, secondo cui i quattro, tutti ventenni, sono stati arrestati di recente e dai loro interrogatori è emerso che \”sostengono l’ideologia dello Stato Islamico e hanno visionato grandi quantità di contenuti online dell’organizzazione, compresi materiali raccapriccianti e video di esecuzioni”. “Influenzati dai contenuti dell’organizzazione, hanno pianificato di acquistare equipaggiamento militare, armi e armamenti per prepararsi a quella che definiscono ‘la grande guerra della fine dei tempi’ contro gli ebrei”, sostengono i servizi israeliani. Secondo lo Shin Bet, i sospetti avrebbero iniziato ad acquistare equipaggiamento militare e uno di loro sarebbe riuscito a procurarsi una pistola, che è stata successivamente sequestrata. \”Userò la pistola contro gli ebrei o chiunque non sia musulmano\”, ha detto uno dei quattro, secondo quanto riportato dai servizi.
“,”postId”:”d9dcfdb3-9abc-4c34-9e06-5158b64b83d2″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T11:52:17.651Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T12:52:17+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Iran, sequestrata una petroliera nello stretto di Hormuz “,”content”:”
L’Iran ha sequestrato una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall mentre attraversava lo stretto di Hormuz, facendo entrare la nave nelle acque territoriali iraniane, nel primo intercettamento di questo tipo in mesi in questa via d’acqua strategica, lo scrive il Times of Israel citando fonti Usa. L’Iran non ha ammesso immediatamente il sequestro. La nave, la Talara, stava viaggiando da Ajman, negli Emirati Arabi Uniti, verso Singapore quando le forze iraniane l’hanno intercettata, ha dichiarato il funzionario della difesa statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato per discutere di questioni di intelligence. Un drone MQ-4C Triton della Marina Usa ha sorvolato per ore l’area in cui si trovava la Talara, osservando il sequestro. Un’agenzia di sicurezza privata, Ambrey, descrive l’aggressione come avvenuta con tre piccole imbarcazioni che si avvicinavano al Talara.
“,”postId”:”6dd2494b-a164-4641-95fd-eec6142ad5e5″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T11:44:17.060Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T12:44:17+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Indonesia: \”Pronti 20.000 soldati per sanità ed edilizia a Gaza\””,”content”:”
L’Indonesia ha addestrato fino a 20.000 soldati per svolgere compiti che \”riguarderanno la sanità e l’edilizia\” durante l’operazione di peacekeeping a Gaza. Lo ha detto il ministro della Difesa indonesiano, Sjafrie Sjamsoeddin, citato dalla Reuters sul proprio sito, senza precisare quando dovrebbero essere schierate le truppe. \”Siamo in attesa di ulteriori decisioni sull’azione di pace a Gaza\”, ha aggiunto. L’Indonesia, la nazione musulmana più popolosa del mondo, è tra i Paesi con cui gli Stati Uniti hanno discusso i piani per la Forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, insieme ad Azerbaigian, Egitto e Qatar. Tuttavia, nelle scorse settimane, Giacarta ha chiarito che per partecipare l’Indonesia ha bisogno di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per il quale gli Usa hanno preparato una risoluzione che prevede, tra le altre cose, anche l’uso della forza per smilitarizzare la Striscia.
“,”postId”:”c4ad178a-89e8-456d-8bd2-23f20a20c0f8″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-11-14T11:16:53.872Z”,”timestampUtcIt”:”2025-11-14T12:16:53+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Israele, Trump chiede a Herzog di concedere la grazia a Netanyahu”,”content”:”
In una lettera al presidente dello Stato ebraico, il tycoon ha definito il premier israeliano “un formidabile e decisivo premier di guerra” che “ora sta guidando Israele in tempo di pace\”. Poi ha lanciato l’appello chiedendo di \”concedere la grazia\” a Netanyahu e \”di mettere fine una volta per tutte a questa battaglia giudiziaria\”.
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Martedì 18 novembre alle 17:30, nella sala Spinelli 1G2 del Parlamento europeo, si terrà il convegno ‘Palestina, diritto internazionale e il ruolo dell’Europa’ con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. L’iniziativa, organizzata dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Danilo Della Valle in collaborazione con altri europarlamentari di The Left, S&d, Verdi e Non iscritti, nasce per approfondire e discutere l’ultimo rapporto di Francesca Albanese ‘Il genocidio a Gaza: un crimine collettivo’.
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L’esercito israeliano ha dichiarato Burin, un villaggio nel nord della Cisgiordania, zona militare chiusa, poco prima dell’arrivo di centinaia di attivisti israeliani intenzionati ad aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive. I media israeliani riferiscono che Idf e polizia hanno fermato 7 autobus degli attivisti di Peace Now diretti al villaggio. Nel periodo di raccolta si sono moltiplicati gli attacchi dei coloni israeliani ai palestinesi e l’Idf ha emesso diversi ordini di chiusura. \”Vorrei che la polizia di Giudea e Samaria dimostrasse l’uno per cento della determinazione dimostrata qui contro i coloni estremisti che commettono quotidianamente crimini nazionalisti in tutti i territori\”, ha scritto su X il parlamentare democratico Gilad Kariv, che viaggiava con gli attivisti.
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I corpi di 15 palestinesi sono stati consegnati all’ospedale Nasser di Khan Yunis nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Israele. E’ il tredicesimo scambio e porta il numero totale a 330 corpi. In base all’accordo di cessate il fuoco, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito. Israele ha confermato nella notte che Hamas ha restituito i resti dell’ostaggio israeliano Meny Godard, 73 anni, ucciso il 7 ottobre.
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Le IDF annunciano la chiusura della zona militare nell’area del villaggio di Burin, vicino a Nablus, in Cisgiordania, poco prima dell’arrivo previsto di centinaia di attivisti di sinistra per aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive. Tra gli attivisti figurano, tra gli altri, membri di Peace Now e Rabbis for Human Rights, lo scrive il Times of Israel. La visita era stata pianificata come parte di un piu’ ampio sforzo per aiutare i palestinesi a raccogliere le olive nella zona, sullo sfondo di numerosi episodi di violenza contro i palestinesi durante la stagione del raccolto. Durante la raccolta delle olive, in Cisgiordania ci sono stati diversi luoghi in cui le IDF hanno emesso ordini di chiusura delle zone militari, mentre i palestinesi arrivavano per raccogliere le olive sui loro terreni.
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La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza una propria bozza di risoluzione su Gaza, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla. Inoltre non cita il Board of Peace per l’amministrazione transitoria dell’enclave, previsto dal piano Trump, e affida al Segretario generale il compito di valutare le \”opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione\”. \”I tentativi di seminare discordia avranno gravi conseguenze per i palestinesi\”, avverte la missione Usa.
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Quattro residenti del quartiere Beit Safafa di Gerusalemme Est, presumibilmente affiliati al movimento jihadista dello Stato Islamico, saranno accusati di aver pianificato attacchi contro ebrei israeliani, hanno annunciato l’agenzia di sicurezza Shin Bet e la polizia israeliana, scrive il Times of Israel. I quattro palestinesi, tutti ventenni, sono stati recentemente arrestati dalla polizia perché sospettati di essere affiliati allo Stato Islamico.
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L’Autorità Nazionale Palestinese ha annunciato questa sera la morte di due ragazzi quindicenni uccisi dal fuoco israeliano nei pressi di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, dove l’esercito israeliano aveva precedentemente annunciato di aver \”eliminato due terroristi\”. Il ministero della Salute palestinese ha annunciato, senza ulteriori dettagli, \”il martirio di Bilal Bahaa Ali Baaran (15 anni) e Mohammad Mahmoud Abu Ayache (15 anni), uccisi dai proiettili dell’occupazione, oggi pomeriggio, nei pressi di Beit Omar, a nord di Hebron\”. L’esercito israeliano aveva precedentemente indicato che i soldati operanti nella zona di Karmei Tzur, un insediamento ebraico vicino al villaggio palestinese di Beit Omar, pochi chilometri a nord di Hebron, avevano \”eliminato due terroristi in procinto di compiere un attacco\”. Israele occupa la Cisgiordania dal 1967.
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L’Autorità nazionale palestinese ha denunciato l’uccisione di due adolescenti in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano.
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La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza una propria bozza di risoluzione su Gaza, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla. Inoltre non cita il Board of Peace per l’amministrazione transitoria dell’enclave, previsto dal piano Trump, e affida al Segretario generale il compito di valutare le “opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione”. “I tentativi di seminare discordia avranno gravi conseguenze per i palestinesi”, avverte la missione Usa.
Gli Stati Uniti e diversi paesi arabi chiedono l’adozione “rapida” della bozza di risoluzione Usa all’Onu su Gaza. Secondo fonti diplomatiche, Washington chiederebbe un voto in Consiglio di Sicurezza già lunedì, ma non è chiaro se sia fattibile o se comporterebbe il rischio di un veto da parte di Russia e Cina.
L’Autorità nazionale palestinese ha denunciato l’uccisione di due ragazzi quindicenni uccisi dal fuoco israeliano nei pressi di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, dove l’esercito israeliano aveva precedentemente annunciato di aver “eliminato due terroristi”.
Il corpo dell’ostaggio israeliano restituito ieri sera da Hamas è stato identificato come Meny Godard, 73 anni, ucciso a Be’eri il 7 ottobre 2023. Coloni israeliani hanno incendiato nella notte una moschea nel villaggio palestinese di Kifl Hares, vicino ad Ariel in Cisgiordania, lasciando scritte sui muri con minacce al capo del Comando centrale dell’Idf, Avi Blot.
Gli approfondimenti:
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meno di un minuto fa
Steve Witkoff incontrerà il capo negoziatore di Hamas, Khalil al-Hayya, a breve per parlare del cessate il fuoco a Gaza. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali l’incontro dell’inviato di Donald Trump mette in evidenza l’interesse dell’amministrazione a mantenere una linea diretta di comunicazione con Hamas.
4 minuti fa
Dopo quasi 12 ore di attesa sulla pista, il Sudafrica ha permesso a 153 passeggeri palestinesi di Gaza di sbarcare da un misterioso volo charter giunto dal Kenya all’aeroporto internazionale di Tambo. Il ministero degli Interni ha autorizzato i passeggeri a scendere solo dopo che un’organizzazione umanitaria locale ha garantito che avrebbe fornito alloggio ai passeggeri durante la loro permanenza in Sudafrica. Ai passeggeri palestinesi non era stato permesso di scendere dall’aereo dopo che si era scoperto che “non avevano i consueti timbri di uscita nei loro passaporti”. Nigel Branken, un assistente sociale sudafricano che ha aiutato le persone trattenute sull’aereo, ha dichiarato che i passeggeri provenienti da Gaza gli hanno raccontato di essere stati costretti dalle autorità israeliane a lasciare tutti i loro effetti personali prima di salire su un aereo senza contrassegni in una base dell’aeronautica israeliana.
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17 minuti fa
La deputata democratica statunitense Rashida
Tlaib, insieme ad altri 20 parlamentari, ha presentato una risoluzione che
riconoscerebbe ufficialmente che il governo israeliano ha commesso il
crimine di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza. Chiede inoltre
agli Stati Uniti di adottare misure immediate e concrete per adempiere ai
propri obblighi giuridici vincolanti in quanto parte della Convenzione sul
Genocidio, al fine di prevenire e punire il crimine di genocidio. “Il
genocidio del governo israeliano a Gaza non e’ finito e non finira’
finche’ non agiremo. Da quando e’ stato annunciato il cosiddetto ‘cessate
il fuoco’, le forze israeliane non hanno smesso di uccidere palestinesi”,
ha affermato Tlaib.”L’impunita’ non fa che alimentare ulteriori atrocita’.
Mentre il nostro governo continua a inviare assegni in bianco per crimini
di guerra e pulizia etnica, i sorrisi dei bambini palestinesi vengono
spenti da bombe e proiettili con la scritta ‘Made in the USA'”, ha
aggiunto. “Per porre fine a questo orrore, dobbiamo rifiutare la negazione
del genocidio e rispettare i nostri obblighi giuridici vincolanti ai sensi
della Convenzione sul Genocidio, adottando misure immediate per perseguire
giustizia e responsabilita’, al fine di prevenire e punire il crimine di
genocidio. Dobbiamo chiamare a rispondere i singoli autori e le aziende
complici. Dobbiamo smettere di inviare armi a un esercito genocida.
Dobbiamo rispettare il diritto internazionale e utilizzare tutti i mezzi a
nostra disposizione, comprese le sanzioni, per porre fine a questo
genocidio”.
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28 minuti fa
Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha
si e’ congratulato con il premier iracheno Mohammed Shia al-Sudani per il
suo “glorioso successo” alle elezioni parlamentari di questa settimana.
Sudani e’ il leader di un’alleanza di fazioni sciite, alcune delle quali
con stretti legami con l’Iran, e sta attualmente negoziando la formazione
di una nuova coalizione per rimanere in carica. “Spero che durante il
nuovo mandato, le nostre relazioni e la nostra cooperazione in tutti i
settori si sviluppino e si approfondiscano ulteriormente”, ha affermato il
leader della Repubblica islamica. Le elezioni in Iraq sono state un
“glorioso successo, condotto pacificamente, e un fattore che rafforza la
credibilita’ e la grandezza di una nazione amichevole e fraterna”, ha
aggiunto Pezeshkian.
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30 minuti fa
“La situazione a Gaza è sostanzialmente la stessa di mesi fa. Abbiamo meno bombe nella zona umanitaria, però la situazione sul campo è la stessa. Non ci sono gli ospedali, non c’è cibo, l’acqua pulita è un bene prezioso, per intenderci nella nostra clinica dove abbiamo ancora farmaci, non abbiamo garze. Stiamo tagliando in quattro le garze per poterle fare durare di più e fare le medicazioni”. Così Giorgio Monti, medico del Pronto Soccorso del Policlinico di Sant’Orsola che da mesi presta servizio nella clinica di Emergency a Gaza e volto della campagna ‘Non uno di più’, raccolta fondi che il Policlinico Sant’Orsola e l’Azienda Usl di Bologna hanno lanciato con il sostegno del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna per sostenere l’impegno della clinica in Palestina. Quella in corso, osserva in un punto stampa sulla campagna a Bologna, “non è una pace, è una tregua, è una tregua fra l’altro guerreggiata, perché le bombe si sentono, si sentono quotidianamente, a volte anche in area nell’area cosiddetta, umanitaria e soprattutto non si ha la più pallida idea di cosa succederà da qui a breve, cioè non si sa chi ha il comando del territorio, non si sa chi gestirà la sicurezza, cosa succederà nei ministeri, chi gestirà la sanità, chi farà tutte quelle cose che servono alle persone per vivere oggi”. A Gaza, racconta, “la situazione è veramente difficile. L’ospedale sanitario è gravemente compromesso ma stiamo facendo un lavoro importante: su due cliniche vediamo 250 persone per ogni clinica al giorno, quindi 500 persone al giorno, medicina di base, stabilizzazione di feriti, malati cronici, consultorio materno infantile, vaccinazioni per bambini. Stiamo facendo tanta roba, stiamo facendo cose che servono alla popolazione di tutti i giorni e speriamo di poterlo continuare a fare”. Quindi, argomenta, “questa iniziativa è stato una boccata d’ossigeno importante per noi perché ci dobbiamo finanziare con la generosità della gente e il fatto che il mio ospedale sia con me, non soltanto lasciandomi andare, ma sostenendomi, pagandomi lo stipendio anche in questo modo, mi mi rende molto orgoglioso”. In Palestina, sottolinea ancora, “non c’è chiarezza per il futuro. In questo momento va un po’ meglio, lo devo dire, perché altrimenti sembra che siamo quelli che si lamentano sempre. Ho chiesto per un anno che smettesse la guerra totale e con la tregua va meglio. Adesso serve un passo in più”. Parlando in Salaborsa in centro a Bologna, Monti ha inoltre ricordato che “Gaza ha il primato mondiale per bambini amputati pro capite: ci sono oltre 4mila bambini amputati di almeno un arto, e non ci sono strutture riabilitative. Il 25% dei 180mila feriti ha delle sequele invalidanti e ha bisogno di supporto perché è a rischio vita. Il numero di disabili totali è di circa 60mila persone”, ha aggiunto. Nella Striscia di Gaza, ha argomentato ancora il medico del Sant’Orsola e coordinatore della struttura palestinese di Emergency, “c’è una densità abitativa pari a 10 volte quella della Bolognina. Al momento – ha ribadito – non c’è una pace, ma una tregua guerreggiata: le bombe si sentono ancora quotidianamente, a volte anche nell’area umanitaria, e non si ha la più pallida idea di cosa succederà di qui a breve. Sento che si parla molto di ricostruzione, di futuro, ma riporto un dato: secondo uno studio delle Nazioni Unite per ogni metro quadro di Gaza ci sono 170 chili di macerie. Servirebbero sei mesi con 50 delle macchine più moderne che ci sono nel mondo, che a Gaza non ci sono, per rimuoverle. Quindi a Gaza serviranno dai 2 ai 20 anni per togliere le macerie, poi servirà ricostruire”, ha concluso Monti.
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42 minuti fa
I più alti funzionari dell’amministrazione Trump in materia di energia e nucleare incontreranno il presidente nei prossimi giorni con l’obiettivo di dissuaderlo dal riprendere i test sulle armi nucleari. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali i funzionari vogliono spiegare a Donald Trump che non ritengono sostenibile l’idea dei test ipotizzata dal presidente nelle scorse settimane.
17:57
Il portavoce in lingua araba delle forze armate
israeliane, Avichay Adraee, ha accusato Hezbollah di aver ucciso il
politico libanese Elias al-Hazrouni il primo agosto 2023, facendolo
passare come un incidente d’auto. Secondo l’Idf, l’alto esponente
cristiano, noto per essere un duro oppositore del movimento sciita
filo-iraniano, e’ stato rapito dai militanti di Hezbollah e assassinato
“avvelenandolo e fratturandogli le costole”. Successivamente, “hanno
rimesso il corpo nella sua auto” finita contro un albero in un fossato
“per dare l’impressione che fosse uscito di strada e morto
nell’incidente”. Adraee su X ha puntato il dito contro l’Unita’ 121 di
Hezbollah, accusandola di compiere “omicidi contro giornalisti, ufficiali,
politici e altre figure in Libano che si oppongono” al movimento e alle
sue attivita’. “Questa unita’ e’ considerata il braccio armato della
sicurezza interna del partito, che utilizza per rintracciare ed eliminare
i suoi oppositori”, ha sostenuto il portavoce dell’Idf.
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17:32
La Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ocse e il Direttorato per le relazioni globali e la cooperazione (Grc) dell’Organizzazione internazionale con sede a Parigi hanno organizzato l’evento ‘Promoting Economic Resilience in Yemen and Libya: Lessons Learnt from Oecd and Italian-Supported Actions’, dedicato ai risultati dei progetti sostenuti dall’Italia in Libia e Yemen. Sono intervenuti per l’Italia il Rappresentante permanente presso l’Ocse, ambasciatore Luca Sabbatucci, e il Direttore centrale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente della Farnesina Maurizio Greganti, insieme con il viceministro per la Pianificazione e la cooperazione internazionale dello Yemen Mohammed Al Hawri, l’ambasciatore dello Yemen in Francia Reyad Yassin Abdullah, il vicedirettore del Grc Karim Dahou e il Direttore del Ciheam Bari Biagio di Terlizzi. Nel 2024 l’Italia ha sostenuto con 350.000 euro il progetto Ocse ‘Promoting Public-Private Dialogue in Libya’, iniziativa volta a consolidare il dialogo tra istituzioni pubbliche e settore privato libico nei settori agroalimentare, bancario e finanziario, Ict, trasporti e logistica. Un secondo finanziamento italiano, pari a 500.000 euro, sostiene il progetto dedicato al rafforzamento della sicurezza alimentare ed energetica dello Yemen attraverso la formazione di 50 funzionari yemeniti e il supporto tecnico di istituzioni specializzate, grazie alla collaborazione con il Centro di formazione Ocse sulla governance pubblica di Caserta, il Ciheam Bari e l’Agenzia Internazionale dell’Energia.Nel suo intervento l’ambasciatore Sabbatucci ha sottolineato la centralità strategica dei due Paesi per la stabilità dell’intera regione, che ha conseguenze dirette anche sul nostro Paese
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17:24
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump
accogliera’ alla Casa Bianca giovedi’ 20 novembre gli ultimi 20 ostaggi
israeliani rilasciati il mese scorso nell’ambito dell’accordo di cessate
il fuoco di Gaza. Lo ha riferito il Times of Israel, citando una fonte
vicina alla vicenda. Contrariamente a quanto riportato in precedenza, il
leader americano non noleggera’ un aereo per far arrivare gli ex rapiti a
Washington ma questi prenderanno voli commerciali a spese del governo
israeliano. Tutti i 20 ostaggi rilasciati il 13 ottobre sono stati
invitati alla Casa Bianca.
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17:20
Gli Stati Uniti stanno monitorando un
“incidente” che ha coinvolto una petroliera battente bandiera delle Isole
Marshall mentre attraversava lo Stretto di Hormuz. Secondo fonti di stampa
e di agenzie di sicurezza marittima, il cargo sarebbe stato sequestrato
dalle forze iraniane. “Siamo a conoscenza dell’incidente che ha coinvolto
la M/V Talara, battente bandiera delle Isole Marshall. Stiamo monitorando
attivamente la situazione. Le navi commerciali hanno diritto a una
navigazione e a un commercio in mare aperto, in gran parte senza
restrizioni”, ha dichiarato la Quinta Flotta della Marina Militare Usa.
Due compagnie di sicurezza marittima hanno riferito di un improvviso
cambio di rotta della nave che porterebbe a pensare a un suo sequestro da
parte delle forze di Teheran. Finora non c’e’ stata nessuna conferma.
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17:01
Da oggi i giovani palestinesi possono
candidarsi a UnicalPass – Unical for Palestinian Students Scholarships, un
programma attivato dall’Universita’ della Calabria che offre cinque borse
di studio finalizzate alla frequenza dei corsi di laurea magistrale
internazionali dell’ateneo per l’anno accademico 2025/2026. UnicalPass –
e’ scritto in una nota dell’ateneo – nasce come gesto concreto di
solidarieta’ e cooperazione, con l’obiettivo di promuovere il diritto allo
studio, l’accesso all’istruzione superiore e la crescita personale in un
contesto di dialogo interculturale e di integrazione. Grazie a questo
programma, l’Universita’ della Calabria rafforza la propria vocazione
internazionale, caratterizzandosi sempre piu’ come luogo di incontro e
responsabilita’ sociale. “Siamo consapevoli delle difficolta’ che
accompagneranno questa iniziativa, in particolare in relazione alla
necessita’ di attivare corridoi umanitari per l’effettivo arrivo in
Calabria di studentesse e studenti palestinesi. Riteniamo pero’ essenziale
offrire il nostro contributo con responsabilita’ e generosita’ – afferma
il rettore dell’Universita’ della Calabria, Gianluigi Greco -. Crediamo
che anche un piccolo gesto possa fare una grande differenza: non e’ solo
un sostegno economico, ma un investimento sociale e culturale. Le storie
di liberta’ e coraggio delle studentesse e degli studenti palestinesi ci
ricordano quanto l’istruzione superiore sia talvolta anche un privilegio,
un potente strumento di emancipazione, di dialogo e speranza. Per noi e’
un atto di responsabilita’ morale sostenere queste giovani vite,
contribuire a costruire ponti di conoscenza e ad aprire opportunita’ reali
di studio e futuro”.
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16:55
Gli Stati Uniti e diversi paesi arabi chiedono l’adozione “rapida” della bozza di risoluzione Usa all’Onu su Gaza. Secondo fonti diplomatiche, Washington chiederebbe un voto in Consiglio di Sicurezza gia’ lunedi’, ma non e’ chiaro se sia fattibile o se comporterebbe il rischio di un veto da parte di Russia e Cina. La missione americana all’Onu ha fatto sapere che “Stati Uniti, Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia esprimono il loro sostegno congiunto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza attualmente in esame, redatta dagli Usa dopo consultazioni e in collaborazione con i membri del Consiglio e i partner della regione”. “Lo storico Piano Globale per porre fine al conflitto di Gaza, annunciato il 29 settembre è approvato dalla risoluzione e celebrato e approvato a Sharm el-Sheikh”, si legge nella nota, dove si afferma anche: “Rilasciamo questa dichiarazione in qualità di Stati membri riuniti durante la Settimana di Alto Livello per avviare questo processo, che apre la strada all’autodeterminazione e allo Stato palestinese. Sottolineiamo che si tratta di uno sforzo sincero e che il Piano offre una strada percorribile verso la pace e la stabilità, non solo tra israeliani e palestinesi, ma per l’intera regione”.
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16:52
“Non si possono prendere posizioni ideologiche
quando le richieste sono umanitarie e quando la situazione e’ tutt’altro
che pacificata. I palestinesi a Gaza stanno ancora morendo di fame e di
malattie per mancanza di cibo, di farmaci e di generi di prima necessita’.
Bisogna mettere in campo ogni azione possibile per far si’ che gli aiuti
raccolti dai cittadini arrivino a destinazione. Per questo insieme ad
Arturo Scotto abbiamo inviato una lettera alla presidente del Consiglio
Giorgia Meloni e al ministro degli esteri Tajani in cui chiediamo un
intervento urgente del governo per sbloccare gli aiuti umanitari raccolti
in Italia e farli arrivare a Gaza. Il governo diventi parte attiva per
sbloccare la situazione. Quanto sta accedendo a Music for peace e’ il
segnale di un chiaro ostacolo all’azione umanitaria, che interpella la
responsabilita’ dell’Italia come Paese impegnato nella difesa del diritto
internazionale e nella tutela delle popolazioni civili. Serve promuovere
un’iniziativa diplomatica immediata, volta a favorire sblocco dei carichi
e a garantire che gli aiuti possano finalmente raggiungere la popolazione
di Gaza nella loro totale integrita’. Perche’ la solidarieta’ dei
cittadini italiani e liguri non puo’ rimanere ulteriormente bloccata”. Lo
dice la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera Valentina Ghio,
intervenuta oggi alla conferenza di Music for peace. “A quell’immagine
bellissima e potente di una citta’ che si e’ compattata per sostenere la
missione umanitaria della Global Sumud Flotilla – aggiunge il capogruppo
dem in Regione Liguria Armando Sanna, intervenuto anche lui alla
conferenza stampa di Music for peace – si e’ contrapposta la penosa
immagine del consiglio regionale di martedi’ scorso, dove la destra ha
respinto e derubricato la nostra richiesta di sostegno a Music for peace e
alla missione umanitaria via terra, dichiarando che a Gaza l’emergenza non
c’e’ piu’. Gaza, purtroppo, rimane un territorio sotto assedio, continuano
a morie bambini e la popolazione non riceve aiuti. Continueremo a
sostenere Music for peace, la sua missione e il lavoro che sta facendo.
Chiederemo ancora l’intervento delle istituzioni, a tutti i livelli,
affinche’ gli aiuti umanitari raccolti, a cui hanno contribuito tutti i
cittadini liguri, nessuno escluso, arrivino a destinazione e vengano
sbloccati. Parliamo di cibo, farmaci, generi di prima necessita’,
fondamentali per il sostentamento di una popolazione stremata. Come gruppo
Pd in Regione porteremo avanti questa richiesta e non ci fermeremo davanti
a un primo no”, conclude.
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16:51
Il presidente statunitense Donald Trump ospiterà alla Casa Bianca, giovedì prossimo, i cittadini israeliani liberati da Hamas nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco siglato lo scorso ottobre. Lo apprende il Times of Israel da fonti informate. Contrariamente a quanto riportato in precedenza, i 20 ex ostaggi, tutti liberati lo scorso 13 ottobre, non viaggeranno su un volo charter organizzato da Trump ma con un volo commerciale a spese del governo israeliano.
16:33
Cina e Russia hanno chiesto che il “Board of Peace” previsto dal piano di pace del presidente americano Donald Trump venga completamente rimosso dalla risoluzione su Gaza in discussione al Consiglio di Sicurezza Onu. Lo rivelano fonti diplomatiche delle Nazioni Unite. Nell’ultima revisione del testo Usa viene mantenuta invece la citazione, pur garantendo un ulteriore impegno per l’autodeterminazione palestinese.
Mosca e Pechino sono due membri del Consiglio di Sicurezza Onu con diritto di veto, e non e’ chiaro se bloccheranno il testo in caso venga messo al voto. Entrambi i Paesi, insieme all’Algeria, hanno tuttavia espresso la loro opposizione alla prima versione della bozza, e tutti gli altri membri del Consiglio di Sicurezza, tranne due, hanno presentato emendamenti, stando alle medesime fonti. Il testo rivisto aggiunge che, man mano che la forza di stabilizzazione “stabilirà controllo e stabilità”, l’esercito israeliano si ritirerà dalla Striscia di Gaza
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16:05
“Dovevano essere tre ore. Siamo al terzo mese”. Così Stefano Rebora, presidente della Ong Music for Peace, è intervenuto oggi in collegamento dalla Giordania durante la conferenza stampa convocata nella sede dell’associazione a Genova per chiedere lo sblocco del convoglio umanitario diretto a Gaza. Rebora ha spiegato che l’organizzazione è arrivata nel Paese con i container “adeguati a tutte le richieste” della Jordan Hashemite Charity Organization, ma sono state avanzate nuove richieste su vecchi documenti, rallentando ulteriormente le operazioni. “Vogliamo sapere da dove entrano i camion e perché non si mettono a disposizione mezzi per far arrivare le nostre 240 tonnellate di aiuti”. Secondo Rebora, i valichi verso Gaza “aprono a singhiozzo” e in Giordania “i magazzini sono pieni di materiali che non possono raggiungere la Striscia”. Le Ong non possono operare direttamente: “Solo Wfp, Unicef e Unrwa sono presenti sul campo”. Il quadro descritto è drammatico: “I bombardamenti non sono finiti, metà della Striscia è ancora sotto controllo israeliano”. Rebora accusa inoltre l’ambasciata italiana di un supporto solo formale: “Dicono che sono a nostra disposizione, ma non possono fare ciò di cui abbiamo bisogno: entrare a Gaza”. Tra gli ostacoli, la richiesta israeliana di registrare l’organizzazione e aprire un ufficio in Israele: “Una follia”. Il convoglio affronta anche costi elevati: fino a 1.200 dollari per camion, 2.000 euro per la movimentazione e 2.200 euro per raggiungere il valico. Music for Peace chiede tre garanzie: inviolabilità dei pacchi, consegna diretta e supervisione di un proprio referente. “Siamo ancora in attesa”, ha concluso Rebora.
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15:49
L’esercito israeliano ha negato di costruire muri in territorio libanese come sostenuto dall’Unifil, pur riconoscendo di erigere una barriera rafforzata lungo la Linea Blu di demarcazione tra i due Paesi. Questo “muro fa parte di un piano più ampio dell’esercito, la cui costruzione è iniziata nel 2022”, ha dichiarato all’Afp un portavoce militare israeliano, aggiungendo che, dall’inizio della guerra scoppiata dopo il 7 ottobre 2023, l’Idf “ha implementato una serie di misure, tra cui il rafforzamento della barriera fisica lungo il confine settentrionale”. Secondo il portavoce, inoltre, “il muro non attraversa la Linea Blu”.
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15:40
“Chiediamo di poter far passare dalla Giordania a Gaza le 240 tonnellate di aiuti per Gaza fermi da due settimane in attesa del rilascio da parte delle autorità israeliane di permessi che vengono continuamente negati e ci rivolgiamo al ministro degli Esteri Tajani e alla premier Meloni perché metta a disposizione i canali e i camion del programma Food For Gaza, se è vero, come dicono, che funziona così bene”. Lo ha detto è il presidente di Music For Peace Stefano Rebora collegato da Amman alla conferenza stampa organizzata dalla ong genovese insieme a politici di sinistra e centrosinistra e a una delegazione dell’Olp, organizzazione per la liberazione della Palestina per chiedere lo sblocco dei sette container partiti da Genova e fermi in porto in Giordania. Le 240 tonnellate di aiuti erano stati raccolti in estate grazie alla generosità di migliaia di genovesi e non solo in un passaparola di solidarietà che aveva portato alla fiaccolata del 30 agosto. La conferenza stampa di oggi è nata dopo la bocciatura in consiglio regionale della mozione della minoranza che che chiedeva di sollecitare l’arrivo del materiale umanitario. “La giunta Bucci ha liquidato la discussione con quattro parole, ‘il tema è superato’ ma non è così – ha detto Selena Candia, capogruppo Avs – perché gli aiuti sono fermi, le persone continuano a morire, la pace è un’invenzione mediatica”. Con lei anche gli altri capigruppo dell’opposizione Armando Sanna (Pd), Gianni Pastorino (lista Orlando presidente), Stefano Giordano (M5s). La parlamentare del Pd Valentina Ghio ha annunciato che, oltre alle numerose interrogazioni al governo sul tema, sarà inviata una lettera a Meloni e Tajani sulle problematiche legate alla selezione del materiale in ingresso a Gaza e su quello che può fare il governo per sbloccare la situazione. Alla conferenza stampa anche Riccardo Rudino, portuale del Calp: “Quello che bisogna fare per sbloccare gli aiuti è boicottare i traffici commerciali con Israele, il tempo della diplomazia è finito”. Un ringraziamento alla battaglia dei portuali genovesi contro le navi delle armi e a tutta la città di Genova è arrivato Ali al Sentrisy, capo dipartimento per diritti umani dell’Olp, arrivato con una delegazioneper il tramite Jacopo Ricciardi, segretario regionale di Rifondazione Comunista. Un’altra problematica raccontata da Stefano Rebora è quella che vede Israele imporre l’apertura di un ufficio israeliano alle organizzazioni umanitarie che vogliano operare a Gaza: “Lavoriamo nella Striscia dal 2009, siamo registrati a Ramallah e non abbiamo mai avuto problemi, questa cosa non ha senso”, ha concluso auspicando che nei prossimi giorni possa esserci una svolta: “La nostra speranza è che accettino le ultime documentazioni che abbiamo inviato, ad ogni modo non ci muoviamo finché non riusciamo a far passare il cibo e se non sarà possibile lo riportiamo indietro, non abbandoneremo il materiale donato dai genovesi”. Tra le incognite anche quella dei costi: le autorità israeliane, per consentire lo sbarco e la gestione logistica degli aiuti potrebbe esigere in concessioni e permessi circa 50mila euro, che si aggiungerebbero alle spese già sostenute per il trasporto via mare da Genova alla Giordania.
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15:38
La missione Unifil conferma che l’esercito di Israele sta costruendo un muro di cemento, a sudovest di Yarun, in Libano, “che attraversa la Linea Blu” di demarcazione tra i due Paesi, e di aver individuato “un nuovo muro tra Aytaroun e Maroun ar Ras a sud della Linea Blu”. La notizia era stata anticipata nei giorni scorsi dai media locali. In particolare, il muro di Yarun – aggiungono i peacekeeper Onu – rende “inaccessibili al popolo libanese oltre 4.000 metri quadrati di territorio libanese”. “La presenza e le costruzioni israeliane nel territorio libanese costituiscono violazioni della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza, nonché della sovranità e dell’integrità territoriale del Libano”, sottolinea l’Unifil aggiungendo di aver chiesto all’Idf di spostare i muri. “Invitiamo nuovamente l’Idf a rispettare la Linea Blu in tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa”, conclude la nota.
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15:37
In Medio Oriente, la Santa Sede
“ribadisce il proprio sostegno ai due Stati, Israele e Palestina” e
deplora “gli attacchi contro le strutture dell’Unrwa”, l”Agenzia delle
Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente.
L’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede
presso le Nazioni Unite, e’ intervenuto alla quarta commissione della
80esima Assemblea Generale dell’Onu, nel punto all’ordine del giorno
dedicato all’Unrwa esortando gli Stati membri “a rinnovare e rafforzare il
proprio sostegno politico e finanziario” alla missione “essenziale”
dell’Agenzia. L’arcivescovo ha sottolineato che la Santa Sede e’
profondamente preoccupata per la drammatica situazione del Medio Oriente,
e che “la comunita’ internazionale deve continuare a lavorare
instancabilmente per promuovere pace, stabilita’ e fraternita’ per tutti i
popoli della Regione”. E ha ricordato la missione dell’Unrwa, che da piu’
di 70 anni svolge in Libano, Siria, Giordania e Palestina, continuando a
fornire soccorso d’emergenza e assistenza umanitaria completa sotto forma
di istruzione, assistenza sanitaria, aiuti alimentari e servizi sociali.
L’Agenzia offre “speranza, protezione e la possibilita’ di una vita
dignitosa” ai piu’ vulnerabili, bambini, donne e anziani. La Santa Sede
esprime quindi “dolore” e offre preghiere “per le numerose vittime tra il
personale dell’Unrwa” che stavano “compiendo il proprio dovere”. Al tempo
stesso chiede “che il diritto internazionale umanitario sia rispettato e
che sia garantito un accesso sicuro, continuo e senza ostacoli agli aiuti
umanitari”, che e’ sia un dovere morale, sia un obbligo giuridico.
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15:23
Israele ha chiuso nuovamente, come già venerdì scorso, i valichi di Kerem Shalom e Al Awja tra l’Egitto, Israele e la Striscia di Gaza, impedendo di fatto il passaggio degli aiuti umanitari. Lo fa sapere la Mezzaluna rossa egiziana e lo confermano fonti dirette ai passaggi di frontiera. Il motivo addotto è sempre lo stesso, che il venerdì è un giorno festivo sia in Egitto che in Israele. Durante il resto della settimana, dai due valichi sono transitati 370 camion. Molti camion in attesa dei controlli israeliani sono rimasti assiepati nel parcheggio fuori dal valico di Rafah.
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14:46
La missione Onu in Libano (Unifil) ha denunciato la costruzione da parte di Israele di muri in territorio libanese, i quali costituiscono violazioni, e ha esortato le forze armate israeliane “a rispettare la Linea Blu per tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa”. In un nota, i caschi blu hanno riferito di aver condotto “a ottobre un’indagine geospaziale di un muro a T in cemento eretto dall’Idf a sud-ovest di Yaroun”, che ha rivelato come la barriera “attraversa la Linea Blu, rendendo inaccessibili al popolo libanese oltre 4 kmq” di proprio territorio. Da qui, la richiesta a Tel Aviv di “spostare i muri”. “A novembre”, continua l’Unifil, sono state osservate “ulteriori costruzioni di muri a T nella zona. Un’indagine ha confermato che anche una sezione del muro a sud-est di Yaroun attraversa la Linea Blu”, così come “un nuovo muro tra Aytaroun e Maroun ar Ras” che si trova “a sud” della demarcazione. Come ha denunciato la forza Onu, “la presenza e le costruzioni israeliane in territorio libanese violano la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza e la sovranità e l’integrità territoriale del Libano. Invitiamo nuovamente L’Idf a rispettare la Linea Blu per tutta la sua lunghezza e a ritirarsi da tutte le aree a nord di essa”.
©Ansa
14:41
L’Ue valuta la formazione di 3.000 poliziotti palestinesi in vista di un loro dispiegamento a Gaza, nell’ambito del piano di pace promosso da Donald Trump. La proposta è contenuta in un documento redatto dal Servizio d’azione esterna dell’Ue che sarà il 20 novembre sul tavolo dei ministri degli Esteri europei il 20 novembre. Tra le opzioni di coinvolgimento dell’Ue nel piano di pace individuate dal team dell’Alta rappresentante Kaja Kallas figura l’ampliamento delle due missioni civili europee già attive nell’area, dedicate alla sicurezza dei valichi di frontiera e al sostegno all’Autorità nazionale palestinese per le riforme della polizia e della giustizia. La missione Ue di supporto alle forze di polizia (Eupol Copps) potrebbe “assumere la guida dell’addestramento delle forze di sicurezza palestinesi a Gaza, fornendo formazione e assistenza dirette a circa 3.000 agenti retribuiti dall’Autorità nazionale palestinese, con l’obiettivo di creare un corpo complessivo di 13.000 unità”, spiegano i funzionari europei. Prevista anche l’estensione della missione di monitoraggio delle frontiere di Rafah (Eubam) ad ulteriori valichi, al fine di rafforzare la presenza europea sul terreno.
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14:22
In Medio Oriente, la Santa Sede “ribadisce il proprio sostegno ai due Stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, entro confini riconosciuti a livello internazionale”. E deplora “gli attacchi contro le strutture dell’Unrwa”, l”Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente, “incluse sedi, scuole e ospedali”. La Santa Sede ritiene la missione dell’Agenzia “essenziale”, e invita tutti gli Stati Membri “a rinnovare e rafforzare il proprio sostegno politico e finanziario”. Con queste parole, secondo quanto rifeirsce Vatican News, l’arcivescovo Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, è intervenuto ieri, 13 novembre, alla quarta commissione della 80esima Assemblea Generale dell’Onu, nel punto all’ordine del giorno dedicato all’Unrwa.
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14:07
Il presidente indonesiano Prabowo Subianto ha ordinato alle Forze armate di preparare 20mila soldati da dispiegare a Gaza nell’ambito della futura forza di stabilizzazione prevista dalla fase 2 del piano di pace di Donald Trump. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Giacarta, Sjafrie Sjamsoeddin, secondo cui il contingente indonesiano includerebbe personale medico e genieri per sostenere le operazioni umanitarie, ripristinare i servizi essenziali e ricostruire le principali infrastrutture.
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13:58
L’esercito israeliano ha reso noto di aver “eliminato un terrorista” che “stava attraversando la Linea Gialla avvicinandosi alle truppe nel sud della Striscia di Gaza, rappresentando una minaccia imminente per loro”.
13:52
L’Osservatorio di Al-Azhar per la lotta all’estremismo, uno dei principali centri dell’Islam sunnita, ha messo in evidenza il contenuto simbolico delle operazioni di demolizione condotte a Gaza dall’occupazione israeliana, definendole una “punizione collettiva” che mira a stabilire una nuova realtà sociale ed economica. La dichiarazione dell’Osservatorio è arrivata dopo che la Bbc, citando il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth e immagini satellitari, ha riferito che le forze israeliane hanno demolito più di 1.500 edifici nelle aree sotto il loro controllo all’interno della Striscia di Gaza, comprese le zone oltre la cosiddetta “linea gialla”, da quando è stato dichiarato il cessate il fuoco. La Bbc riferisce di interi quartieri rasi al suolo in meno di un mese e ha osservato che il numero effettivo di edifici distrutti potrebbe essere superiore. Sebbene alcune fonti israeliane abbiano confermato le operazioni di demolizione, hanno smentito che queste azioni violassero i termini della tregua, affermando che gli attacchi avevano preso di mira le infrastrutture della resistenza. L’Osservatorio di Al-Azhar ha affermato che “tali giustificazioni nascondono obiettivi più profondi” e che “le demolizioni sono presentate come misure militari, ma in pratica vengono utilizzate per giustificare l’attacco alle infrastrutture civili, creare zone cuscinetto e consolidare una nuova realtà di occupazione”. L’osservatorio ha aggiunto che la campagna di distruzione funziona come “strumento di punizione collettiva”, volto a “spezzare la volontà di resistenza e a smantellare il tessuto economico e sociale palestinese”.
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13:04
“La costruzione di insediamenti, inclusa l’approvazione del piano di insediamenti E1, le demolizioni dei coloni, i trasferimenti forzati, gli sfratti e le confische di case palestinesi devono cessare. Invitiamo Israele ad adottare misure concrete per prevenire la violenza contro i palestinesi e garantire che i responsabili dei crimini siano chiamati a risponderne”. Lo ha dichiarato Anouar El Anouni, portavoce della Commissione Ue. “In questa difficile situazione – ha aggiunto – tutti gli sforzi dovrebbero essere effettivamente diretti a ridurre le tensioni”.
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12:59
Quattro palestinesi residenti a Gerusalemme est sono stati incriminati con l’accusa di essere legati all’Isis e di pianificare “una grande guerra della fine dei tempi” contro ebrei israeliani. Lo ha reso noto lo Shin Bet, il servizio segreto interno, secondo cui i quattro, tutti ventenni, sono stati arrestati di recente e dai loro interrogatori è emerso che “sostengono l’ideologia dello Stato Islamico e hanno visionato grandi quantità di contenuti online dell’organizzazione, compresi materiali raccapriccianti e video di esecuzioni”. “Influenzati dai contenuti dell’organizzazione, hanno pianificato di acquistare equipaggiamento militare, armi e armamenti per prepararsi a quella che definiscono ‘la grande guerra della fine dei tempi’ contro gli ebrei”, sostengono i servizi israeliani. Secondo lo Shin Bet, i sospetti avrebbero iniziato ad acquistare equipaggiamento militare e uno di loro sarebbe riuscito a procurarsi una pistola, che è stata successivamente sequestrata. “Userò la pistola contro gli ebrei o chiunque non sia musulmano”, ha detto uno dei quattro, secondo quanto riportato dai servizi.
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12:52
L’Iran ha sequestrato una petroliera battente bandiera delle Isole Marshall mentre attraversava lo stretto di Hormuz, facendo entrare la nave nelle acque territoriali iraniane, nel primo intercettamento di questo tipo in mesi in questa via d’acqua strategica, lo scrive il Times of Israel citando fonti Usa. L’Iran non ha ammesso immediatamente il sequestro. La nave, la Talara, stava viaggiando da Ajman, negli Emirati Arabi Uniti, verso Singapore quando le forze iraniane l’hanno intercettata, ha dichiarato il funzionario della difesa statunitense, che ha parlato in condizione di anonimato per discutere di questioni di intelligence. Un drone MQ-4C Triton della Marina Usa ha sorvolato per ore l’area in cui si trovava la Talara, osservando il sequestro. Un’agenzia di sicurezza privata, Ambrey, descrive l’aggressione come avvenuta con tre piccole imbarcazioni che si avvicinavano al Talara.
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12:44
L’Indonesia ha addestrato fino a 20.000 soldati per svolgere compiti che “riguarderanno la sanità e l’edilizia” durante l’operazione di peacekeeping a Gaza. Lo ha detto il ministro della Difesa indonesiano, Sjafrie Sjamsoeddin, citato dalla Reuters sul proprio sito, senza precisare quando dovrebbero essere schierate le truppe. “Siamo in attesa di ulteriori decisioni sull’azione di pace a Gaza”, ha aggiunto. L’Indonesia, la nazione musulmana più popolosa del mondo, è tra i Paesi con cui gli Stati Uniti hanno discusso i piani per la Forza internazionale di stabilizzazione a Gaza, insieme ad Azerbaigian, Egitto e Qatar. Tuttavia, nelle scorse settimane, Giacarta ha chiarito che per partecipare l’Indonesia ha bisogno di un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per il quale gli Usa hanno preparato una risoluzione che prevede, tra le altre cose, anche l’uso della forza per smilitarizzare la Striscia.
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12:16
In una lettera al presidente dello Stato ebraico, il tycoon ha definito il premier israeliano “un formidabile e decisivo premier di guerra” che “ora sta guidando Israele in tempo di pace”. Poi ha lanciato l’appello chiedendo di “concedere la grazia” a Netanyahu e “di mettere fine una volta per tutte a questa battaglia giudiziaria”.
12:05
11:49
Martedì 18 novembre alle 17:30, nella sala Spinelli 1G2 del Parlamento europeo, si terrà il convegno ‘Palestina, diritto internazionale e il ruolo dell’Europa’ con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati. L’iniziativa, organizzata dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Danilo Della Valle in collaborazione con altri europarlamentari di The Left, S&d, Verdi e Non iscritti, nasce per approfondire e discutere l’ultimo rapporto di Francesca Albanese ‘Il genocidio a Gaza: un crimine collettivo’.
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10:45
L’esercito israeliano ha dichiarato Burin, un villaggio nel nord della Cisgiordania, zona militare chiusa, poco prima dell’arrivo di centinaia di attivisti israeliani intenzionati ad aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive. I media israeliani riferiscono che Idf e polizia hanno fermato 7 autobus degli attivisti di Peace Now diretti al villaggio. Nel periodo di raccolta si sono moltiplicati gli attacchi dei coloni israeliani ai palestinesi e l’Idf ha emesso diversi ordini di chiusura. “Vorrei che la polizia di Giudea e Samaria dimostrasse l’uno per cento della determinazione dimostrata qui contro i coloni estremisti che commettono quotidianamente crimini nazionalisti in tutti i territori”, ha scritto su X il parlamentare democratico Gilad Kariv, che viaggiava con gli attivisti.
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10:42
I corpi di 15 palestinesi sono stati consegnati all’ospedale Nasser di Khan Yunis nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco con Israele. E’ il tredicesimo scambio e porta il numero totale a 330 corpi. In base all’accordo di cessate il fuoco, Israele avrebbe dovuto restituire i corpi di 15 palestinesi per ogni israeliano deceduto restituito. Israele ha confermato nella notte che Hamas ha restituito i resti dell’ostaggio israeliano Meny Godard, 73 anni, ucciso il 7 ottobre.
10:37
Le IDF annunciano la chiusura della zona militare nell’area del villaggio di Burin, vicino a Nablus, in Cisgiordania, poco prima dell’arrivo previsto di centinaia di attivisti di sinistra per aiutare i palestinesi nella raccolta delle olive. Tra gli attivisti figurano, tra gli altri, membri di Peace Now e Rabbis for Human Rights, lo scrive il Times of Israel. La visita era stata pianificata come parte di un piu’ ampio sforzo per aiutare i palestinesi a raccogliere le olive nella zona, sullo sfondo di numerosi episodi di violenza contro i palestinesi durante la stagione del raccolto. Durante la raccolta delle olive, in Cisgiordania ci sono stati diversi luoghi in cui le IDF hanno emesso ordini di chiusura delle zone militari, mentre i palestinesi arrivavano per raccogliere le olive sui loro terreni.
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09:20
La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza una propria bozza di risoluzione su Gaza, in opposizione a quella americana. Nel testo, visionato da Reuters e Channel 12, Mosca non menziona la smilitarizzazione della Striscia e si oppone alla permanenza di Israele oltre la Linea Gialla. Inoltre non cita il Board of Peace per l’amministrazione transitoria dell’enclave, previsto dal piano Trump, e affida al Segretario generale il compito di valutare le “opzioni per il dispiegamento della Forza internazionale di stabilizzazione”. “I tentativi di seminare discordia avranno gravi conseguenze per i palestinesi”, avverte la missione Usa.
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08:51
Quattro residenti del quartiere Beit Safafa di Gerusalemme Est, presumibilmente affiliati al movimento jihadista dello Stato Islamico, saranno accusati di aver pianificato attacchi contro ebrei israeliani, hanno annunciato l’agenzia di sicurezza Shin Bet e la polizia israeliana, scrive il Times of Israel. I quattro palestinesi, tutti ventenni, sono stati recentemente arrestati dalla polizia perché sospettati di essere affiliati allo Stato Islamico.
07:20
L’Autorità Nazionale Palestinese ha annunciato questa sera la morte di due ragazzi quindicenni uccisi dal fuoco israeliano nei pressi di Hebron, nella Cisgiordania meridionale, dove l’esercito israeliano aveva precedentemente annunciato di aver “eliminato due terroristi”. Il ministero della Salute palestinese ha annunciato, senza ulteriori dettagli, “il martirio di Bilal Bahaa Ali Baaran (15 anni) e Mohammad Mahmoud Abu Ayache (15 anni), uccisi dai proiettili dell’occupazione, oggi pomeriggio, nei pressi di Beit Omar, a nord di Hebron”. L’esercito israeliano aveva precedentemente indicato che i soldati operanti nella zona di Karmei Tzur, un insediamento ebraico vicino al villaggio palestinese di Beit Omar, pochi chilometri a nord di Hebron, avevano “eliminato due terroristi in procinto di compiere un attacco”. Israele occupa la Cisgiordania dal 1967.
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07:20
L’Autorità nazionale palestinese ha denunciato l’uccisione di due adolescenti in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano.