Trasporti, scuole, sanità. Venerdì 28 novembre arriva il giorno dello sciopero generale che rischia di mandare in tilt l’Italia per 24 ore. Sono almeno queste le intenzioni dei sindacati di base (Cub, Usb, Adl Cobas, Clap, Confederazione Cobas, Sial Cobas) che hanno proposto la giornata di protesta, alla quale non hanno aderito tutte le organizzazioni sindacali in modo compatto.

Lo sciopero dei trasporti e gli orari dei treni

A dare gli orari dei trasporti ci ha prima pensato il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, informazioni poi confermate anche dalle singole aziende interessate. Ricordiamo che a Milano i mezzi Atm – metro, bus e tram – funzioneranno regolarmente ma saranno a rischio nella giornata del 30 novembre. All’ombra della Madonnina e in tutta la Lombardia saranno invece a rischio i treni Trenord, inclusi quelli del Passante suburbano. Così come saranno a rischio i treni Trenitalia e l’alta velocità, sia le Frecce che Italo.

I lavoratori del settore ferroviario si fermeranno già dalle 21 di oggi giovedì 27 novembre e fino alle 21 di venerdì 28 novembre. Giovedì viaggeranno i treni Trenord con partenza prevista da orario ufficiale entro le 21 e che abbiano arrivo nella destinazione finale entro le 22. 

Treni, navette e fasce orarie garantite

Trenitalia e Trenord garantiranno il servizio solo dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. L’agitazione sindacale può comportare modifiche al servizio anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. Per quanto riguarda Trenitalia c’è un elenco di treni della lunga percorrenza garantiti. Trenord invece garantirà il trasporto fino all’aeroporto Malpensa dei passeggeri, grazie all’istituzione di navette sostitutive (qui i dettagli). Anche Italo ha comunicato i treni alta velocità garantiti dall’azienda.

Le ragioni dietro al grande sciopero generale

Sono molteplici le ragioni che hanno spinto i lavoratori a proclamare l’agitazione. A Milano, dalle ore 9.30 ci sarà un raduno in Porta Venezia ma la manifestazione principale sarà a Roma, dalle 11 in Piazza Montecitorio. “Smascheriamo la retorica del Governo e i veri fannulloni del paese: nel giorno in cui il Parlamento chiude per il fine settimana lungo dei politici, le lavoratrici e i lavoratori in sciopero voteranno la finanziaria del popolo”, ha scritto Usb in un nota.

E ancora: “Vogliamo almeno 2.000 euro di paga base, andare in pensione al massimo a 62 anni, basta con il sistema degli appalti, ridurre orario di lavoro a parità di salario, garanzia del diritto alla casa, assunzioni nella pubblica amministrazione, sanità pubblica gratuita e universale. Necessità non rinviabili per un paese stremato, incompatibili con il bellicismo del Governo”.

La manifestazione a Roma

“Sabato 29 è il giorno della manifestazione nazionale: le piazze in sciopero del giorno precedente si ritroveranno a Roma, alle 14, a Porta San Paolo. Sarà un grande corteo nazionale in cui ribadire il no al bellicismo e alle politiche di riarmo, la fine di ogni complicità con Israele e del genocidio in Palestina: ricordiamo come l’Italia sia tra i principali fornitori di armi allo stato israeliano, mentre il genocidio continua”.