Capisco che sia dura, nei giorni in cui si celebra il ventennale della scomparsa di papa Wojtyla, andare contro uno dei suoi appelli più celebri e significativi; fatto sta che oggi è davvero difficile non avere paura.
Abbiamo paura, infatti, di moltissimi aspetti della contemporaneità, a cominciare dalle guerre: le guerre in atto in Ucraina e in Medio Oriente, la guerra commerciale scatenata da Donald Trump a suon di dazi e la possibile guerra civile in Francia nel caso di mancata ammissione di Marine Le Pen alle prossime Presidenziali.
Intendiamoci, se è colpevole dei reati che le vengono contestati, ossia una mega-frode ai danni del Parlamento europeo, è giusto che la sua carriera politica si concluda qui Scindiamo, tuttavia, l’aspetto giudiziario da quello istituzionale, per quanto l’impresa sia ardua, altrimenti rischiamo di ripetere, in salsa transalpina, gli errori commessi per trent’anni in Italia con Berlusconi.
E sbaglia anche l’ottimo Gilles Gressani quando, in un’intervista a Repubblica, esprime la preoccupazione che, una volta saltato tutto, oltralpe emerga una sorta di Cavaliere francese: anche se dovesse trattarsi di Bolloré, sarà qualcosa di assai peggiore dell’originale.
Berlusconi, difatti, era figlio dell’edonismo reaganiano, degli opulenti anni Ottanta, dell’eredità craxiana; il suo eventuale epigono francese nasce in un’epoca segnata da conflitti, miseria, disperazione È difficile, dunque, che possa emergere un moderato, o sedicente tale, anche perché oggi l’estremismo regna sovrano pressoché ovunque
Cosa aspettarsi dopo la condanna di Le Pen L’ascesa di Bardella è probabile, ma non bisogna escludere nemmeno un’eventuale avanzata di Zemmour, ossia dell’estremismo più feroce e disumano Del resto, siamo davvero entrati nella Sesta Repubblica, l’epoca senza regole, senza partiti, senza freni, senza dignità, la stagione in cui è diventato possibile anche ciò che un tempo era impensabile, l’ascesa di un alfiere del liberismo selvaggio nella patria dei Lumi e dello Stato sociale
Diciamo che Macron ha fatto da apripista alla barbarie e il resto è venuto da sé. E ribadisco, sbagliano coloro che continuano a pensare e a scrivere che il barrage repubblicano possa ancora tenere Non è vero, a meno che la sinistra non compia un miracolo
Abbiamo aperto questo articolo ricordando papa Wojtyla: pur non essendo certo un progressista, gli va dato atto di essersi battuto strenuamente contro le guerre di Bush, in particolare contro la carneficina irachena.
Ebbene, la destabilizzazione dell’Occidente parte da lì, trovando il proprio compimento nella mattanza contemporanea, di cui purtroppo Macron sembra essere uno dei principali sostenitori.
Lo si desume dal suo desiderio di continuare a inviare armi a Zelens’kyj, dalla sua proposta di inviare addirittura truppe in Ucraina, portando di fatto la NATO ai confini russi, e da tutta una serie di atteggiamenti che lo rendono uno dei personaggi più invisi d’Europa, come dimostrano le innumerevoli manifestazioni avverse subite nel corso degli anni.
Veramente qualcuno pensa che un simile soggetto possa essere seguito da un moderato o da un liberale, nella fase storica che stiamo vivendo? Pie illusioni Peccato che, come sosteneva Biagi fin da quando aveva vent’anni, se crolla la Francia, crolla la civiltà La Francia, infatti, ancor più degli Stati Uniti, è la vera chiave di volta dell’Occidente, la custode dei suoi valori e dei suoi ideali.
Quando nella terra che ci ha fornito i concetti di libertà, uguaglianza e fratellanza si diffonde la furia bellicista, è chiaro che c’è poco da fare.
Parigi brucia e, in caso di ineleggibilità di Marine Le Pen, la sensazione è che possa salire al potere soltanto una personalità ancora più controversa, specie se si considerano il collasso epocale del fu Partito Socialista, oggi nelle mani di guerrafondai che nulla hanno a che spartire con la sua storia, e il ruolo ancillare del fu partito gaullista, il cui ultimo esponente degno di questo nome è stato Chirac.
Possiamo scagliarci contro la jacquerie annunciata dal Rassemblement National contro i giudici che hanno condannato la loro leader, possiamo esprimere preoccupazione e sconcerto per la deriva di un Paese che per decenni abbiamo reputato un modello, possiamo indignarci e parlare di svolta reazionaria, alla luce della levata di scudi del trumpismo globale contro la sentenza.
Ciò che non possiamo fare, ahinoi, è stupirci Perché anche la Francia presto si arrenderà al fascismo dilagante, come è accaduto ovunque la sinistra tradizionale, abbracciando il liberismo acritico, abbia abdicato al proprio ruolo, trasformandosi in una brutta copia della destra.
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