09.12 – sabato 5 aprile 2025

Fitch Ratings ha confermato il rating dell’Italia per l’Emittente con un Rating di Default a Lungo Periodo in Valuta Esterna (LTFC) a ‘BBB’ con Outlook Positivo.
Una lista completa delle azioni di rating è alla fine di questo commento sull’azione di rating.

FATTORI PRINCIPALI DEL RATING

Forze e Debolezze del Rating: Il rating dell’Italia è sostenuto dalla sua economia grande, diversificata e ad alto valore aggiunto, dall’appartenenza alla zona euro e dalle istituzioni forti rispetto alla mediana della categoria ‘BBB’. Questi punti di forza sono bilanciati da fondamentali macroeconomici e fiscali deboli, in particolare l’alto debito pubblico e un potenziale di crescita ancora basso. L’Outlook Positivo riflette i rischi fiscali e di finanziamento ridotti a medio termine grazie ai livelli di debito eccezionalmente elevati, a seguito di una maggiore stabilità politica e gestione fiscale. Riflette anche una certa resilienza prevista e un margine di rating di fronte ai venti contrari economici e alle difficoltà nelle finanze pubbliche derivanti da rischi esterni crescenti e incertezze geopolitiche.

Continua Performance Fiscale Superiore: L’Italia continua a superare i suoi obiettivi fiscali e le nostre previsioni, evidenziando una politica prudente e l’impegno a rispettare le regole fiscali dell’UE. Nel 2024, il deficit fiscale del governo generale è stato pari al 3,4% del PIL (surplus primario dello 0,4%), superando la nostra previsione del 3,7% e la previsione del governo di ottobre del 3,8%. Il risultato migliore rispetto alle previsioni iniziali del governo (4,3% del PIL) è stato principalmente dovuto a maggiori entrate derivanti da un mercato del lavoro robusto, con aumento dell’occupazione e dei salari, una migliore raccolta fiscale e forti entrate dall’imposta sul reddito delle società. Ci aspettiamo che parte di questi guadagni sia permanente, migliorando il percorso di aggiustamento fiscale.

I Deficit Continueranno a Ridursi: Prevediamo che i deficit fiscali si ridurranno al 3% del PIL nel 2025 e al 2,7% nel 2026 (mediana della categoria BBB al 3,4% e 3,1%), sostanzialmente invariati rispetto alla nostra ultima revisione, poiché i guadagni derivanti da un miglioramento delle entrate sono compensati da una prospettiva di crescita più debole e costi di finanziamento più elevati. Il nostro scenario di base si allinea strettamente con il Piano Fiscale Strutturale a Medio Termine (MTSFP) del governo di ottobre, che limita la crescita della spesa primaria netta al 1,5% annuo (in media tra il 2025 e il 2029), implicando un miglioramento del bilancio fiscale strutturale di 0,5-0,6% del PIL ogni anno.

Piano Fiscale Credibile: Consideriamo limitati i rischi di non conformità alle regole dell’UE, poiché il piano di consolidamento fiscale si basa esclusivamente su misure di risparmio già incluse nella legislazione. In linea con l’MTSFP, il bilancio 2025 include nuove misure di aumento del deficit, tra cui l’estensione della riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, l’aumento dei salari nel settore pubblico, il mantenimento della spesa sanitaria ai livelli del 2024 come percentuale del PIL e il sostegno agli investimenti finanziati a livello nazionale oltre il 3% del PIL. Queste misure sono state parzialmente finanziate da misure compensative. Dato l’approccio prudente del governo, vediamo un potenziale di miglioramento dei risultati fiscali.

Spesa per la Difesa Limitata: La spesa per la difesa dell’Italia è stata modesta, pari all’1,5% del PIL nel 2024. L’Italia sta subendo pressioni ancora maggiori dai suoi alleati della NATO per aumentarla. Prevediamo che la spesa per la difesa potrebbe raggiungere il 2% del PIL nel periodo di previsione, facilitata dalla riclassificazione della spesa esistente o da ulteriori misure di consolidamento fiscale. Tuttavia, non prevediamo ulteriori aumenti della spesa per la difesa che aumenterebbero il debito nazionale. Questa previsione sottolinea l’impegno del governo alla prudenza fiscale e mette in evidenza il sostegno parlamentare limitato per un aumento delle spese per la difesa.

Alto Onere del Debito: Il rapporto debito/PIL dell’Italia era pari al 135,3% del PIL nel 2024, più del doppio della mediana ‘BBB’ del 54,7% del PIL e uno dei più alti tra i paesi con rating Fitch. La riduzione del debito è stata recentemente forte, poiché l’Italia ha riportato il suo debito ai livelli pre-pandemia, uno dei pochi paesi nella zona euro ad averlo raggiunto.
Dal 2020, la riduzione del debito è stata forte e il rapporto debito/PIL è diminuito più rapidamente delle nostre previsioni. Tuttavia, questa tendenza è stata interrotta da aggiustamenti di stock-flusso legati ai crediti d’imposta legati al Superbonus, che ci aspettiamo aggiungeranno circa il 6% del PIL al debito tra il 2024 e il 2027. Prevediamo che il rapporto debito/PIL raggiunga il picco del 137,4% nel 2026 e inizi a scendere dal 2027, con una riduzione media dell’1% del PIL all’anno tra il 2027 e il 2030.

Situazione Politica Stabile: Dalle elezioni generali del 2022, l’ambiente politico dell’Italia è stato stabile, fornendo una piattaforma per la pianificazione economica e fiscale a medio termine. Ci aspettiamo che la stabilità politica continui, sostenendo il consolidamento fiscale. A nostro avviso, la credibilità fiscale è aumentata, e il bilancio 2025 sottolinea l’impegno del governo alle regole fiscali dell’UE. Ha anche permesso all’Italia di guidare i paesi dell’UE nel raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi dell’iniziativa Next Generation EU (NGEU). In passato, governi deboli e instabili hanno ostacolato l’attuazione delle riforme, causando sforamenti fiscali e aumentando l’incertezza per gli investitori.

Elevata Esposizione al Rischio Tariffario: Prevediamo che l’economia italiana rallenti a causa del peggioramento dell’ambiente esterno, riflettendo gli aumenti rapidi delle tariffe statunitensi. Con il 9-10% delle sue esportazioni destinate agli Stati Uniti, l’Italia è uno dei paesi dell’UE più esposti ai cambiamenti nelle politiche commerciali degli Stati Uniti. Tuttavia, la struttura delle sue esportazioni ci porta a credere che potrebbe essere più resiliente alle tariffe rispetto ad altri membri dell’UE, poiché include una grande quota di prodotti con contratti di consegna a lungo termine e prodotti con bassa elasticità di prezzo.
Le nostre previsioni di crescita sono dello 0,5% nel 2025 e dello 0,8% nel 2026, dopo una crescita dello 0,7% nel 2024, tenendo conto di una tariffa del 15% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti e del 7,5% sulle importazioni dagli Stati Uniti. L’annuncio di questa settimana di una tariffa del 20% sull’UE rappresenta un rischio al ribasso per queste previsioni, ma l’impatto finale dipenderà da vari fattori, tra cui le negoziazioni e la risposta dell’UE.

Crescita Superiore alla Zona Euro Dalla Pandemia: Alla fine del 2024, l’economia italiana era superiore del 5,9% rispetto ai livelli pre-pandemia (4Q19) in termini reali, rispetto al 4,9% della zona euro. Gli investimenti continuano a dare buoni risultati, poiché gli investimenti NGEU stanno sostenendo l’attività economica, nonostante la scadenza del regime di crediti fiscali del Superbonus, che ha contribuito a un aumento di oltre il 40% degli investimenti in termini reali dalla pandemia.

Fondamentali Sostenibili del Settore Bancario: Prevediamo che il settore bancario mantenga solidi fondamentali fino al 2026, con adeguati rapporti di crediti deteriorati e redditività resiliente, nonostante il calo dei tassi di interesse. Le posizioni patrimoniali sono robuste e le banche più deboli hanno fatto miglioramenti significativi, riducendo il rischio sistemico. Prevediamo alcune fusioni e acquisizioni nel 2025, che potrebbero aumentare la stabilità se ben gestite.

ESG – Governance: L’Italia ha un punteggio di rilevanza ESG di ‘5[+]’ sia per la stabilità politica e i diritti, sia per lo stato di diritto, la qualità istituzionale e regolatoria e il controllo della corruzione. Questi punteggi riflettono il peso elevato che gli Indicatori di Governance della Banca Mondiale (WBGI) hanno nel nostro modello di rating sovrano (SRM). L’Italia ha una posizione elevata negli WBGI, al 70° percentile, che riflette il suo lungo record di transizioni politiche stabili e pacifiche, diritti ben consolidati per la partecipazione al processo politico, forte capacità istituzionale, stato di diritto efficace e un basso livello di corruzione.

SENSIBILITÀ DEL RATING
Fattori che potrebbero, singolarmente o collettivamente, portare a un’azione di rating negativa/abbassamento:
• Finanze Pubbliche: Fiducia più debole nell’attuazione dei miglioramenti del bilancio primario necessari per contenere i rischi nel contesto dell’alto debito pubblico dell’Italia.
• Strutturale: Maggiore instabilità politica che ritarderebbe o indebolirebbe gli sforzi di consolidamento fiscale e danneggerebbe l’attuazione delle riforme strutturali o aumenterebbe il rischio per gli investitori.
• Macro: Segnali di indebolimento del potenziale di crescita, ad esempio, a causa di marcati ritardi nell’esecuzione degli investimenti NGEU e/o del fallimento nell’attuazione delle riforme strutturali.

Fattori che potrebbero, singolarmente o collettivamente, portare a un’azione di rating positiva/miglioramento:
• Finanze Pubbliche: Maggiore fiducia in politiche fiscali prudente e credibili di fronte a un ambiente esterno in peggioramento, ad esempio, attraverso un continuo impegno politico per il consolidamento fiscale e riforme strutturali favorevoli alla crescita che ridurrebbero i rischi sul debito e sulla flessibilità di finanziamento e contribuirebbero alla riduzione del debito nel medio termine.
• Macro: Ulteriore rafforzamento delle prospettive economiche dell’Italia, ad esempio, a seguito dell’attuazione di riforme strutturali efficaci per la crescita e evidenze di resilienza agli shock esterni derivanti dalle politiche commerciali in cambiamento.

MODELLO DI RATING SOVRANO (SRM) E ADEGUAMENTO QUALITATIVO (QO)

Il SRM proprietario di Fitch assegna all’Italia un punteggio equivalente a un rating di ‘A’ (precedentemente A-) sulla scala LTFC IDR. Il comitato di rating sovrano di Fitch ha adeguato l’output del SRM per arrivare all’IDR LTFC applicando il suo adeguamento qualitativo rispetto ai dati e ai risultati del SRM come segue:
• Macro: -1 notch, per riflettere il basso potenziale di crescita del PIL dell’Italia, in parte dovuto a tendenze demografiche sfavorevoli, nel contesto di un debito pubblico eccezionalmente elevato.
• Finanze Pubbliche: -2 notches. Un notch riflette l’elevato livello del debito pubblico. Il SRM è stimato sulla base di un approccio lineare al debito pubblico/PIL e non cattura completamente il rischio a livelli elevati di debito, in particolare in relazione a possibili cambiamenti duraturi nel sentiment del mercato e nei tassi di interesse a lungo termine. Abbiamo aggiunto il secondo notch per compensare il miglioramento del punteggio SRM al di sopra della soglia di ‘A’ per riflettere l’incertezza sulla traiettoria del debito, dato i grandi aggiustamenti di stock-flusso relativi al sistema del Superbonus e un paesaggio geopolitico in cambiamento che potrebbe influenzare negativamente le prospettive di crescita dell’Italia e aumentare le pressioni sulla spesa, oltre a incrementare i costi di finanziamento.

CEILING SOVRANO
Il Country Ceiling per l’Italia è ‘AA’, sei tacche sopra l’LT FC IDR. Questo riflette vincoli e incentivi molto forti, rispetto all’IDR, contro l’imposizione di controlli sui capitali o sui cambi che impedirebbero o ostacolerebbero notevolmente il settore privato nel convertire la valuta locale in valuta estera e trasferire i proventi a creditori non residenti per il pagamento del debito.