Roma – Italia-Usa, così amministrazione di Trump aveva presagito i rischi di una minore produzione. Italia del Governo Meloni ha ‘guidato’ nuove scelte di Bruxelles
Un tavolo tecnico per favorire l’incontro tra operatori del settore agroalimentare con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione commerciale. Questo quanto annunciato nel corso del tavolo bilaterale tra Italia e Usa che si è svolto oggi al Masaf tra il ministro delle Politiche agricole e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida e il segretario all’Agricoltura degli Stati Uniti Brooke Leslie Rollins.
INCONTRO USA ITALIA SU PRODUZIONE AGRICOLA ED AGROALIMENTARE
Tra i temi affrontati, particolare attenzione è stata dedicata alla crescita dell’interscambio agroalimentare, che nel 2024 ha superato gli 8 miliardi di euro. L’Italia si conferma il terzo fornitore di prodotti agroalimentari degli Stati Uniti, con comparti di eccellenza come vino, olio d’oliva, pasta e formaggi.
È stato inoltre ribadito il ruolo positivo delle esportazioni italiane nella creazione di valore anche sul territorio statunitense, attraverso filiere virtuose che generano occupazione e benefici economici per entrambi i Paesi.
LOLLOBRIGIDA: USA SONO PER NOI PARTNER STRATEGICO IMPRENSCINDIBILE PER AFFRONTARE SFIDE GLOBALI PER FUTURO OCCIDENTE UNITO E FORTE
“Gli Usa sono per noi il principale alleato e un partner strategico imprescindibile. Insieme per affrontare le grandi sfide globali con i nostri valori comuni e con l’agricoltura al centro del futuro di un Occidente unito e forte”, scrive in un post Lollobrigida a seguito dell’incontro.
Un Occidente “unito e sicuro” l’obiettivo comune che unisce i due paesi e che unisce l’Ue agli Usa. Soprattutto in un contesto in cui Paesi come Russia, Cina ed Emirati Arabi puntano a produrre sempre più cibo e a stoccare grandi riserve di grano.
Non a caso fu proprio l’ex amministrazione Trump a novembre 2020 – sul suo finire prima che si insediasse Biden a gennaio 2021 – a redigere il documento che stigmatizzava la scelta della Pac e del Farm to Fork di indurre a una sempre minore produzione agricola e zootecnica. Parlando di una “scelta apocalittica” che avrebbe portato l’Unione europea “indietro di 80 anni”.
LO STUDIO AMMINISTRAZIONE TRUMP DEL 2020 AVEVA PRESAGITO ‘ERRORI’ DELLA “VECCHIA EUROPA” SUL FAR PRODURRE DI MENO GLI AGRICOLTORI
Lo Studio commissionato dallo UsdA a Jason Beckam, Maros Ivanic, Jeremy L.Jelliffe, Felix G.Baquedano e Sara G.Scott, restituiva uno scenario causato dalla Pac del Green Deal che avrebbe portato – se non si fosse tornati indietro – a un’insostenibilità sociale ed economica e a nuove tensioni sociali. La produzione agricola e alimentare sarebbe calata, l’export sarebbe calato e il commercio sarebbe calato con una perdita del Pil dell’Ue che si sarebbe riversato a cascata come un domino in tutto l’Occidente.
TRE GLI SCENARI: NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI 22 MILIONI DI NUOVI POVERI. NELLA PEGGIORE 185 MILIONI DI NUOVE PERSONE SENZA CIBO
Tre gli scenari che gli Stati Uniti di Trump avevano presagito:
Il primo presupponeva che solo l’Ue avesse attuato le strategie di una riduzione della produzione agricola e zootecnica. Il secondo uno scenario intermedio che estendeva le restrizioni sugli input agricoli a quei partner commerciali dell’Ue che dipendono dalle esportazioni commerciali. Il terzo scenario, globale, prendeva in esame quanto l’Ue suggeriva.
L’insicurezza alimentare – sempre secondo lo studio – sarebbe aumentata in maniera esponenziale: Nel caso del primo scenario il numero di persone senza accesso al food sarebbe aumentato di altri 22 milioni rispetto a quanto previsto senza le allora strategie Ue. Nel secondo scenario, quello intermedio, il numero sarebbe salito a 103 milioni. Con l’adozione globale auspicata dalla ‘vecchia Bruxelles’, si sarebbe arrivati a 185 nuovi poveri alimentari.
ITALIA CAPOFILA PER CAMBIARE LE COSE IN EUROPA. RICONOSCIURA SOVRANITA ALIMENTARE, PRODUZIONE AGRICOLA E RUOLO AGRICOLTORE
L’Italia si è fatta capofila – con il governo Meloni – nel cambiamento in Europa portando gli altri Stati Membri a rivedere completamente l’approccio all’Agricoltura, all’agricoltore e al sistema produttivo. Ora considerato più che mai importante per la stabilità e la Sovranità alimentare dei popoli. Viene riconosciuto il ruolo dell’agricoltore come custode dell’ambiente e l’importanza della Sovranità alimentare e della produzione agricola.
USDA E WAGENINGEN: STRATEGIA GREEN DELLA PAC VERSO PROGRESSIVA RIDUZIONE DELLE PRODUZIONI FALLIMENTARE
A dispetto dell’Europa e della strategia green della Pac verso una progressiva riduzione delle produzioni che – stando ai report dellaWageningen University e del Dipartimento USA dell’Agricoltura avrebbe portato a un’inevitabile crescita della povertà e dell’insicurezza alimentare in tutto l’Occidente – alcuni Paesi sono andati esattamente nella direzione opposta con misure atte a garantire l’autosufficienza dei beni Primari. Russia, Cina e Arabia – che giocano un ruolo chiave nella geopolitica delle guerre in corso – hanno saputo maggiormente approfittare delle occasioni nate.
LA CINA AUMENTA PRODUZIONI
La Cina rappresenta il più grande produttore al mondo di grano e nella recente Conferenza Centrale sul lavoro rurale svoltasi a Beijing è stato dichiarato come il paese del Dragone abbia raggiunto un nuovo record storico, con una produzione totale di 1390 miliardi di chilogrammi. Questo rappresenta un aumento di 17,76 miliardi di chilogrammi, pari all’1,3% rispetto all’anno precedente, con un andamento stabile a oltre 1.300 miliardi di chilogrammi per nove anni consecutivi.
A ciò si aggiungono le enormi capacità di stoccaggio del Dragone, in grado di modificare gli scenari del commercio globale, basti pensare che a gennaio 2022 (poco prima dello scoppio della guerra russo ucraina) la Cina possedeva il 69% delle riserve mondiali di mais, il 60% di quelle di riso e il 51% di grano. Scriveva il Corriere della Sera: “Entro il primo semestre 2022 il Paese del Dragone avrà comprato e stoccato il 60% del grano presente sui mercati mondiali. Il principale produttore al mondo, il caso vuole, è l’Ucraina che probabilmente ne è stato ignaro fornitore non immaginando quello che sarebbe accaduto solo pochi mesi dopo”.
LA RUSSIA
Sull’altro fronte la Russia che detta le regole del commercio globale. Secondo i dati diffusi dal dipartimento Usa per l’agricoltura ha raggiunto un raccolto di grano record di oltre 92 milioni di tonnellate nel 2022-23, in aumento del 22%. In tal modo l’offerta totale di grano della Russia ha superato per la prima volta i 100,0 milioni di tonnellate. Si stima inoltre che la Russia esporterà 45,5 milioni di tonnellate nel 2022/23, riporta sempre lo Usda.
Qui il rapporto del Dipartimento USA dell’Agricoltura (Usda):
IL RUOLO DEI BRICS
Sarà importante ricordare che i tre maggiori produttori di grano (Cina, Russia, India), che puntano sulla sovranità e autosufficienza alimentare e che a dispetto delle criticità registrate negli ultimi anni hanno registrato numeri record nel settore agroalimentare, fanno parte dei BRICS, ossia del blocco delle economie mondiali “emergenti” (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) in ottica anti occidentale. Ed il ruolo dei BRICS rischia di divenire sempre più centrale in campo agroalimentare e geopolitico.
Se difatti mantenere il flusso di cereali ucraini rimane fondamentale per la sicurezza alimentare globale si capiscono le ragioni che hanno portato la Russia a ridurre drasticamente -con attacchi e strategie mirate- la produzione di grano ucraino ed a porre fine all’iniziativa sui cereali del Mar Nero. Dichiarava a luglio 2023 Josep Borrell, alto rappresentante per gli affari esteri: “La Russia continua a utilizzare il cibo come arma. Ponendo fine agli accordi, la Russia è l’unica responsabile delle interruzioni delle forniture di cereali a livello mondiale e dell’inflazione dei prezzi alimentari a livello mondiale.”
IL NEW DAWN PER GARANTIRE AUTOSUFFICIENZA ALIMENTARE
Sullo sfondo l’allargamento a gennaio ad altri paesi: Egitto, Emirati Arabi, Etiopia e Iran. Con l’Arabia Saudita alle porte e in procinto di aderire, ma su cui pesano i rapporti con l’Iran (la TV di stato saudita aveva riferito all’inizio di gennaio -fa sapere Reuters- che il regno aveva aderito al blocco, per poi rimuovere le notizie dai suoi account sui social media in seguito). Ed è proprio in Arabia Saudita che continuano le politiche di approvvigionamento per fare “tesoro” dei beni Primari, in primis del grano (carboidrati) e di pollo (proteine) per garantire e aumentare l’autosufficienza e fornire i prodotti alimentari essenziali mirati.
Se la Pac 2023-2027 chiedeva agli agricoltori europei di ridurre le proprie produzioni, il “New Dawn” 2023-2027 (nuova alba) del Regno Saudita è teso nella direzione di quella che viene chiamata in Arabia Saudita “Visione 2030” per garantire l’autosufficienza alimentare.