Italia all’avanguardia nel trattamento del diabete. Pensate solo alla possibilità di passare da un’iniezione al giorno a una a settimana: in un anno365 punture si riducono a 52. Con una miglior compliance, un miglior controllo della malattia e un minor impatto sulla vita dei pazienti e persino sull’ambiente. Debutta nel nostro Paese la prima insulina basale a somministrazione settimanale, destinata al trattamento di adulti con diabete di tipo 2 e di tipo 1 che richiedono almeno un’iniezione di insulina al giorno.

“Un risultato che aspettavamo da tempo. In 25 anni ho visto due svolte importanti, l’avvento del sensore glicemico e ora l’arrivo dell’insulina settimanale, che migliorerà la qualità di vita del paziente”, dice a Fortune Italia Manuela Bertaggia, presidente Fand (Associazione italiana diabetici), a margine dell’incontro organizzato da Novo Nordisk per illustrare questa novità. “Passare a un’iniezione a settimana agevola la quotidianità per i diabetici, riduce il rischio di complicanze, gli accessi in pronto soccorso e si traduce in minori costi per la sanità. Questa soluzione renderà più normale la vita dei pazienti, ma anche quella dei diabetologi. Sono fiera che l’Italia sia stato il primo Paese in Europa ad accedere a questa innovazione”.

Un momento dell’incontro a Roma sull’insulina settimanale: da sinistra Giorgio Mulè, Marcello Gemmato, Giuseppe Malara e Gian Marco Centinaio
A chi è destinata ‘insulina settimanale

Si tratta di una novità pensata, virtualmente, per circa 1,3 milioni di italiani con diabete mellito di tipo 2 e di tipo 1. “Con questa innovazione l’Italia si pone all’avanguardia nella terapia del diabete”, sottolinea il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, evidenziando la “riduzione dei tempi per l’Autorizzazione all’immissione in commercio  possibile grazie al rinnovamento dell’Agenzia italiana del farmaco”. L’Aifa ha infatti  approvato questa nuova tecnologia in “tempi record. Presto avremo un testo unico sulla farmaceutica, per dare più certezze ai cittadini, ma anche a quelle imprese che, come Novo Nordisk, vogliono investire nel nostro Paese”.

“Il fatto che l’Italia sia il primo Paese al mondo a rendere disponibile questa innovazione a carico del Ssn testimonia la forza di una collaborazione virtuosa tra istituzioni, politica, industria, comunità scientifica e associazioni dei pazienti”, aggiunge Gemmato.

Italia da primato (One health)

Oltretutto l’Italia – in barba a lungaggini e burocrazia – è il primo Paese in Europa ad aver completato il processo a necessario per rendere disponibile questa innovazione, a meno di un anno dalla sua approvazione nel Vecchio Continente. “Un motivo di orgoglio – sorride Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato – anche perchè si tratta di un prodotto vincente anche dal punto di vista ambientale”.

A certificarlo, in questo caso, è uno studio di Health Technology Assessment (Hta) condotto da Altems Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, e pubblicato sull’Italian Journal of Public Health, che sarà presentato anche al prossimo convegno di Hta in Argentina.

“Abbiamo preso in esame non solo l’efficacia clinica, ma anche l’impatto organizzativo, economico e ambientale dell’insulina settimanale – spiega Eugenio Di Brino, ricercatore, Co-founder & Partner di Altems – Ebbene, abbiamo calcolato che la riduzione di aghi, penne e device comporta un risparmo pari a 865 tonnellate di CO2 in 5 anni, ma anche i costi di somministrazione per il Ssn si riducono: il risparmio in questo caso è di 35 mln di euro nello stesso lasso di tempo”.

Insomma, l’insulina settimanale è un’innovazione in ottica One Health, con un impatto sui pazienti, sulla sostenibilità delle cure e sul pianeta.

Diabete e terapia insulinica, le sfide

Secondo le stime il 50% dei pazienti ritarda di oltre due anni l’avvio della terapia insulinica. Un ritardo che espone inoltre a un rischio aumentato di complicanze gravi: infarto (+67%), insufficienza cardiaca (+64%), ictus (+51%), nefropatia (+18%), neuropatia (+8%) e retinopatia (+7%) .

“Abbiamo 4 mln di connazionali con diabete, di cui il 30% in terapia con insulina – precisa Raffaella Buzzetti, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid) e FeSDI (Federazione Società Diabetologiche Italiane) – Oggi l’Italia si conferma un Paese d’eccellenza nell’accesso alla ricerca e sviluppo, con un’intera comunità scientifica che ha accolto con entusiasmo questa grande novità nel trattamento del diabete. Ora – avverte – bisogna garantire un accesso equo e veloce a vantaggio di tutte le persone con diabete, garantendo inoltre una piena fiducia nel suo utilizzo da parte della classe medica”.

Come agisce la nuova terapia

Negli studi clinici di fase 3 l’insulina settimanale ha permesso una riduzione della glicemia (misurata come variazione dell’HbA1c) rispetto all’insulina basale giornaliera, favorendo il controllo glicemico. Parla di “rivoluzione per le persone con diabete in terapia insulinica” Riccardo Candido, professore associato di Endocrinologia all’Università degli studi di Trieste e presidente nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi (Amd). “Semplificando il trattamento – puntualizza – questa soluzione permette di migliorare l’aderenza terapeutica, consentendo in definitiva un migliore controllo glicemico con un basso rischio di ipoglicemie. Il vantaggio sarà anche per i medici prescrittori, che più facilmente supereranno la barriera psicologica di iniziare il trattamento insulinico, riducendo in modo significativo quella che chiamiamo ’inerzia terapeutica’”.

“L’insulina a somministrazione settimanale rappresenta per le persone con diabete la prima grande innovazione farmacologica dopo più di un secolo, cioè dalla scoperta dell’insulina stessa”, aggiunge Candido.

Una nuova libertà grazie all’innovazione

Per Marco Sonnini, consigliere di Diabete Italia Rete Associativa ODV e presidente della Federazione Toscana Diabete, non si tratta solo di un passo avanti terapeutico, “ma può restituire ai pazienti in terapia insulinica una nuova libertà: la possibilità di pianificare la propria vita quotidiana senza doverla più organizzare in funzione delle molte iniezioni”.

Un tema, questo, caro ad Alfredo Galletti, Vice President & General Manager Novo Nordisk Italia, che ha parlato di “uno storico traguardo a beneficio di tutte le persone che convivono con questa patologia. Con questa innovazione si può migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti, segnando un progresso fondamentale nella gestione del diabete e permettendo al sistema di rispondere al meglio ad un’importante sfida di salute pubblica”.

“Garantire ai pazienti l’accesso rapido alle innovazioni è un impegno che le Istituzioni del nostro Paese portano avanti con convinzione e con impegno – rivendica Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati – Lo abbiamo fatto nel 2023 con la legge 130 sullo screening pediatrico da zero a 17 anni per il diabete di tipo 1. E lo abbiamo ribadito oggi garantendo alle persone con diabete l’accesso alla prima insulina settimanale al mondo. Un’introduzione che pone l’Italia ancora una volta in una posizione di eccellenza per quanto riguarda le priorità di salute in tema di cronicità”, conclude Mulè, ricordando l’impegno di Novo Nordisk a investire 2 mld di euro in Italia.