Nel 2024 il settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca in Italia ha mostrato segnali di crescita. La produzione è aumentata dello 0,6%, mentre il valore aggiunto è cresciuto del 2% in termini reali, un ritmo più sostenuto rispetto a quello dell’economia nazionale nel suo complesso (+0,5%). Anche l’occupazione ha registrato un miglioramento, con un incremento dello 0,7%.
La produzione agricola, reca l’ultima indagine dell’Istat, ha avuto un aumento in volume dello 0,7%. Le coltivazioni e la zootecnia hanno mostrato risultati simili (+0,8%), mentre le attività di supporto hanno registrato un lieve calo (-0,7%). Le attività secondarie non agricole – come le energie rinnovabili, le trasformazioni artigianali e l’agriturismo – hanno continuato a crescere (+1,8%).
Tra le colture, il miglioramento più marcato si è visto nella frutta (+10,8%), che ha recuperato dopo la forte flessione del 2023. Buoni risultati anche per le patate (+10%), i legumi secchi (+7,8%), il vino (+4%) e gli ortaggi (+2,4%). In calo, invece, cereali (-6,9%), agrumi (-6,3%) e olio d’oliva (-4,7%), penalizzati dalle condizioni climatiche.
Nel comparto zootecnico la produzione è aumentata dello 0,8%, trainata dalla carne bovina (+2,5%) e dal latte (+1,4%). In calo invece la produzione apistica (-8,3%).
I prezzi dei prodotti agricoli sono saliti dell’1,8%, meno rispetto all’anno precedente (+3,6%). L’aumento dei prezzi ha riguardato soprattutto le colture (olio d’oliva +13,2%, vino +10,5%, ortaggi +8,7%). In controtendenza i cereali (-13,3%), gli agrumi (-13,3%) e i legumi secchi (-5,9%).
Parallelamente, si è registrata una significativa diminuzione dei costi sostenuti dagli agricoltori. I prezzi dei beni e servizi utilizzati in agricoltura (input) sono calati del 7,1%, grazie soprattutto al calo di energia (-15,2%), fertilizzanti (-13,5%) e mangimi (-7,7%). Questa dinamica ha migliorato la redditività complessiva del settore.
Il valore aggiunto a prezzi correnti del comparto agricolo ha raggiunto 40,9 miliardi di euro, in crescita del 12,2% rispetto al 2023. Questo risultato ha portato l’Italia al primo posto nell’Unione Europea per valore aggiunto agricolo.
Anche il settore agroalimentare (che include agricoltura, silvicoltura, pesca e industria alimentare) ha registrato una crescita solida: +3% in volume, con un contributo importante da parte dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco (+3,9%).
Nel 2024, l’occupazione nel settore è cresciuta dello 0,7%, grazie all’aumento dei lavoratori dipendenti (+3,1%), che ha compensato il calo degli autonomi (-0,7%). Nel settore agroalimentare complessivo l’input di lavoro è cresciuto dell’1,6%.
Gli investimenti fissi lordi sono però calati: -1,6% in valore e -1,4% in volume.
La crescita non è stata uniforme sul territorio. Le regioni del Centro (+2,5%) e del Sud (+1,6%) hanno trainato la ripresa produttiva, mentre le Isole hanno registrato un calo (-5,2%), dovuto soprattutto alla flessione produttiva della Sicilia. In termini di valore aggiunto, il Sud ha registrato l’incremento più forte (+5,3%), seguito dal Centro (+5,2%).
A livello europeo, la produzione agricola complessiva ha avuto un incremento dell’1%, ma i prezzi sono scesi dell’1,8%. In questo contesto, l’Italia si distingue per la crescita del valore aggiunto (+10,4%), superando Francia e Germania. Il valore della produzione agricola italiana ha raggiunto i 75,4 miliardi di euro (terzo posto in Europa), mentre il valore aggiunto ha toccato i 43 miliardi, il più alto in assoluto nella Ue27 (pari al 18,4% del totale europeo).
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