Mi è venuta questa curiosità. Recentemente, mentre facevo ricerche genealogiche e rovistavo tra gli oggetti di famiglia ho trovato il tesseramento del mio bisnonno al Partito Comunista Italiano, datato 1945.
Mia nonna mi ha raccontato che lui andava in centro, nella nostra cittadina, a protestare contro il regime e tornava a casa sempre con qualcosa di rotto; nonostante ciò, continuava a farlo. Perciò non mi è sembrato così strano che la prima cosa che abbia fatto, appena finita la guerra, sia stata proprio tesserarsi al partito. Nonostante ciò, secondo me è un pezzo di storia incredibile! [lascio qui la foto]

Mentre mio nonno, che lavorava come infermiere presso l’ospedale psichiatrico della nostra cittadina, mi ha lasciato in "eredità" il suo manuale di teoria. È un po’ weird, ma anche questo ha fatto parte della storia della nostra cittadina, nonostante tutto. Comunque, rimane un oggetto interessante. [TW: lascio qualche foto per i più curiosi.]

Da qui è nato questo thread: ero curiosa di sapere quali oggetti significativi sono stati tramandati dai vostri avi. A parte malumori e dissapori, s'intende /semi-s.

by Don_naiolo

34 comments
  1. Nella scatola delle cianfrusaglie ereditate dagli da prozii e simili, in casa dei miei genitori, c’era un bellissimo set di coltelli da salasso in rame/bronzo.

    Facendo ricerche nei database genealogici, qualche anno fa, ho trovato un antenato (fratello di un trisnonno), che faceva il salassatore per l’Abbazia di Staffarda, poco vicino a dove vivevo. Ci sono in archivio i contratti di assunzione, cose del genere.

    Sono sicuro al 100% che fossero i suoi coltelli da salassatore? No. Ma voglio pensare che la probabilità sia molto alta.

  2. Mio papà ha un cipollotto appartenuto ad uno zio di mio nonno, comprato quando era immigrato in Francia se non sbaglio.

    Mio nonno era molto legato a suo zio, e alla sua morte fra le altre cose ha ricevuto questo orologio. Pare però che ci siano state beghe familiari e mio nonno è rimasto comunque fregato.

  3. Il paiolo di rame della polenta di mia nonna, che era di sua nonna, roba del 1800. L’ha usato finchè è riuscita ad usarlo per farci la polenta.

    L’ho usato per una decina d’anni anche io, ma sfortunatamente si è incrinato il bordo e anche il ramaio mi ha sconsigliato di ripararlo per non danneggiare il paiolo.

    Ora è appeso in cucina assieme all’altro rame che uso.

  4. – Orologio da taschino da ferroviere del mio bisnonno.
    – Coltellino svizzero tarocco spagnolo di un altro bisnonno, preso durante la guerra civile in spagna.
    – Collezione di fossili e minerali sempre del bisnonno al punto sopra.
    – Dizionario Inglese-Italiano per prigionieri di guerra, di un altro bisnonno.

  5. Un banjo costruito a mano in Albania dallo zio di mio nonno , italiano, durante la 1a guerra mondiale.

  6. La spada da ufficiale dell’aeronautica di mio nonno, credo

  7. La mia bisnonna lavorava come domestica per D’Annunzio, che, a fine impiego, l’ha ringraziata scrivendole una lettera di ringraziamenti firmata di suo pugno.
    Sfortunatamente questo oggetto non è passato al mio ramo famigliare ma a quello di mio cugino di secondo grado, ma credo valesse la pena comunque di commentare

  8. Mio nonno materno mi ha lasciato il suo anello d’oro – con le sue iniziali sopra. Lo metto nelle occasioni speciali, me lo fa sentire vicino

  9. Mio bisnonno lavorava per l’azienda sovietica Pryemyerya mi pare, che produceva componenti per i razzi sovietici uno dei quali ha trasportato anche la cagnolina Laika nello spazio e mio bisnonno l’aveva vista e accarezzata, questo secondo i racconti di mio nonno e poi di mio padre. Se non sbaglio aveva conservato anche dei peli del cane che erano rimasti sul suo camice da scienziato ma non so che fine abbiano fatto.

  10. non è ancora mio perché non sono orfana ma il sax di mio nonno è cool

  11. Una fotografia incollata su un pezzo di cartone decorativo, fatta probabilmente all’inizio ‘900. Si vede un gruppo di persone che posano in quello che oggi verrebbe detto costume popolare, però per loro erano vestiti forse di domenica. Per me era interessante perché gli uomini stanno in piedi, mentre una delle donne è seduta su una sedia. Si vedono anche altre donne e un bimbo. Forse era un giorno di festa, o un matrimonio, purtroppo non c’è niente scritto, l’unica cosa che so è che l’ho trovata in una scatola di mio nonno, piena di altre foto e che probabilmente (secondo mio padre) raffigura persone che erano imparentate con mia bisnonna, cioè la madre di mio nonno. Mi è sempre piaciuta questa foto perché è abbastanza rara, essendo una regione povera ai tempi e quindi non si potevano permettere le foto, però questa era un’eccezione. Interessante vedere quei volti lontani nel tempo…

  12. Documenti di quando mio nonno era in un campo di prigionia in Germania

  13. Un macinino da caffè manuale che credo risalga almeno agli anni 40

  14. Una Walther P38 che il mio bisnonno prese come trofeo di guerra dopo aver ucciso con le sue mani un Oberstleutnant dell’Esercito Tedesco durante la WWII.

    L’arma è mantenuta sempre benissimo ma non la si fa mai sparare e la sua posizione è ben nascosta,passa da padre in figlio alla morte del possessore,e papà l’ha ricevuta un decennio fa’. Molto bella, devo dire

  15. Mio padre mi ha lasciato il resoconto scritto di sua mano del giorno più brutto della sua vita . E grazie babbo ehhh . Racconta il primo bombardamento degli alleati in Italia al porto di Napoli il 4 dicembre 1942 e mio padre era lì imbarcato nel R I RAIMONDO MONTECUCCOLI in mezzo a quel massacro . Sopravvissuto miracolosamente in mezzo ai suoi commilitoni carbonizzati dalla bomba “democratica “ che aveva infilato il fumaiolo . Poi mi ha lasciato una medaglia rarissima d’argento commemorativa della traslazione della colonna della Madonna del fuoco di fronte al duomo di Forlì . Quel giorno era bambino e mi raccontava che “Nel buio d’improvviso un fascio di luce da una alta finestra di un palazzo illumino’ la statua della Madonna e si levo’ un fragoroso OHHHHH “ in stile nuovo cinema Paradiso .

  16. Un quadro dipinto a mano raffigurante mio trisnonno che pesca, dipinto nel 1942

  17. 400m2 di terreno non edificabile, sul Carso isontino, centinaia di metri dal sentiero più vicino, chilometri da qualsiasi strada. Nessuno in famiglia sa come o perché mio nonno lo possedeva. 

  18. Mio nonno aveva una foto di Mussolini firmata da lui in persona ,il bello e che mio nonno non era manco fascista .

  19. Una targa della Montecatini (industria) data a certi dipendenti quando ha chiuso in quanto acquistata dalla Edison, arrivata al mio bisnonno che svolgeva le funzioni in sostanza di ingegnere chimico avendo credo la terza elementare. Ora è sulla mia mensola da quando sono diventato chimico industriale. È un piccolo ma bel pezzo di storia che mi porto nel cuore

  20. metà dei miei nonni e bisnoni hanno militato e preso parte alle campagne della seconda guerra mondiale in particolare la campagna d’Africa , l’altra metà si uni alla resistenza in segreto e al PCI , chi ha militato era convinto fascista prima della guerra , tornati in patria non lo erano più . Piccola chicca mia nonna ha visto l’incoronazione della regina Elisabetta in tv in una sede del PCI.

  21. Mio nonno aveva l’ Ambrogino d’ oro ( che poi come amava raccontare  non era veramente d’ oro) e la medaglia da cavaliere del lavoro ( proprio come silvione) . Non sono a conoscenza della  fine hanno fatto ma spero che siano presi da mia zia.

  22. Foto di squadra del Bologna FC stagione 1951-52 autografata da giocatori ed allenatore

  23. La tessera di iscrizione alla DC di mio nonno datata 1964.

  24. Io ho la tessera di metallo identificativa di mia nonna ucraina del campo di concentramento e un documento di mio nonno, cartaceo, con il timbro del Reich. Terribili ma storici.

  25. – Macchina fotografica di mio nonno, purtroppo non funzionante
    – Armonica a bocca
    – Una fionda che mio nonno mi costruì quando ero bambino

  26. Una raccolta di fotografie scattate da mio nonno durante la Guerra di Etiopia, più il suo diario, un gran figata;

    un orologio da taschino d’oro appartenuto a mio bisnonno, con una medaglia commemorativa per la presa di Trento e Trieste che ancora devo capire cosa sia esattamente;

    un dagherrotipo di un antenato (bis- bis- nonno?) In uniforme garibaldina.

Comments are closed.