Lo studio del progetto Forties rivela che le mamme con eccessive responsabilità non sono incentivate a fare altri figli

Non si tratta solo delle attività pratiche di cura o delle faccende domestiche, ma dell'insieme invisibile e costante di pensieri, decisioni e preoccupazioni che assorbono energie e risorse, e che appunto è in maggioranza appannaggio delle donne

Il lavoro mentale è stato misurato con una scala validata composta da sette domande, in grado di distinguere tre dimensioni: quella cognitiva (memoria e anticipazione dei bisogni familiari), quella manageriale (organizzazione e pianificazione delle attività), e quella emotiva (preoccupazione e responsabilità affettiva).

Alle madri è stato chiesto non solo quanto tempo dedicassero personalmente al lavoro mentale, ma anche quanto percepissero coinvolto, sullo stesso piano, il proprio partner. Il lavoro mentale è risultato nettamente più alto per le madri rispetto a quanto esse percepiscono l'impegno mentale dei loro partner, e questo vale per entrambi i gruppi di età. Tra le madri più giovani (20-34 anni), il punteggio medio del proprio lavoro mentale è pari a 3,62, a fronte di un valore percepito di 3,25 per il partner, su una scala 1-5 in cui gli estremi sono "mai" e "sempre".

Non ho trovato la ricerca completa (anche perchè son dal telefono).

by nohup_me

12 comments
  1. Più soldi = meno figli

    Perché così credi di poter fare ancora più soldi

    Pochi soldi = tanti figli

    Così va il mondo da sempre

  2. “Questo frena la voglia di fare il secondo figlio”

    Aspetta di sentire gli U30 che in due arrivano a malapena a fine mese, figurati fare anche solo il primo di figlio LMAO

  3. Studio di valenza scientifica zero, tutto basato su percezioni emozioni e sensazioni, sentendo una sola campana.

    Certo chiediamo alle mamme casalinghe e part time di chi è la responsabilità della casa, ovvio che è la loro. D’altronde di chi dovrebbe essere? Del marito che lavora e fa straordinari e porta a casa la pagnotta?
    La suddivisione equa dei ruoli =/= suddivisione uguale dei ruoli. Se una coppia non è allineata su questo c’è poco da fare

  4. A be… un articolo basato sulla percezione è scientifico tanto quanto il terrapiattismo.
    Soprattutto se poi la domanda è posta solo alle madri.

    “Oste come è il vino?”
    “Bono!”

    Una cosa di cui non si parla mai… ma le donne accetterebbero di avere un mammo al loro fianco?
    Un partner che lascia il lavoro per stare indietro ai figli o che passa part time e guadagna di meno?

  5. Se il primo figlio lo fai a 38 anni non hai la forza per il secondo, ammesso che una riesca a rimanere gravida.

  6. La colpa è delle aziende che odiano le donne incinta perché poverine per un anno non possono sfruttarle fino all’ultima goccia di sudore in nome dei profitti miliardari

  7. [Ho trovato l’articolo della ricercatrice con i grafici](https://lavoce.info/archives/108630/il-lavoro-che-non-si-vede-carico-mentale-e-maternita/). Da quello che ho capito i dati integrali li pubblicheranno quando sarà finita la ricerca, a novembre. Nel mentre però gli altri dati che hanno estrapolato sono veramente inquietanti, [quattro donne su dieci in Italia subiscono violenza ostetrica durante il parto.](https://www.lastampa.it/cronaca/2025/05/12/news/violenza_ostetrica_per_4_donne_su_10_il_parto_e_un_trauma-15142604/) Agghiacciante.

  8. Dimezzi l’orario di lavoro, raddoppi gli stipendi, dai una paghetta per ciascun figlio e vedi come magicamente tutti questi problemi spariscono, però no, il capitalismo e la crescita infinita sono più importanti.

  9. Per quanto non sia statistica un’esperienza singola, posso confermare personalmente

  10. Troppe robe da fare e poca voglia di rinunciarci ecco perché non si fanno i figli. Fatto il primo, spesso per richiamo naturale o pressione sociale, il secondo è una rinuncia ancora più forte alla vita pre-figli. Non è un giudizio, ma una costatazione.

    L’emancipazione totale della donna (che è auspicabile, ma ancora non completa) porta comunque uno scotto a livello sociale/familiare non indifferente. 
    La necessità o la volontà di lavorare per la madre porta un carico estremo addosso sia fisico che mentale soprattutto in contesti in cui non viene adeguatamente supportata dal partner e/o dalla famiglia se presente.
    Una madre che sta fuori di casa 8/10 ore e alla sera deve magari cucinare o pulire casa nel weekend ci pensa più di una volta a fare un secondo figlio. Questo vale pure per i padri ma in misura minore in quanto la pressione familiare è diversa. Un padre/partner presente al 100% comunque non è sufficiente a mio avviso a dare la serenità giusta ad una famiglia equivalente ad una in cui lavora full time solo un componente.

  11. Sembra scritto da mia moglie. Ed è innegabilmente vero.

    Io posso essere il miglior papà del mondo da un punto di vista affettivo e “operativo”,, ma il culo che si fa lei anche solo informandosi su dinamiche educative/mediche/nutrizionali è impareggiabile, ma 15 a 0 proprio.

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