L’uso dell’AI per lo shopping tra gli italiani è aumentato del 47%. Su 41 mila consumatori in 28 Paesi, il 10% degli italiani ha sperimentato l’intelligenza artificiale negli ultimi 12 mesi e il 53% si dice pronto a usarla in futuro, secondo il Retail Report 2025 di Adyen, piattaforma tecnologico finanziaria. Contestualmente, però, il valore delle frodi ai consumatori italiani è cresciuto del 21% tra 2024 e 2025, con un impatto significativo su diverse generazioni, ovvero baby boomer (59-77 anni) +10,6%, generazione X (43-58 anni) +43,2%, millennial (27-42 anni) +19,6% e generazione Z (16-26 anni) +21,4%. «I baby boomer sono i più esposti, hanno meno familiarità con il digitale. Mentre la generazione X è più attiva con gli acquisti online, ma sottovaluta i rischi per pigrizia», spiega a MF-Milano Finanza Gabriele Bellezze, country manager di Adyen Italia.
Aumentano le frodi, ma l’Italia è più resiliente
In compenso l’Italia risulta più resiliente rispetto a Canada (+222%) e Gran Bretagna (+143%). «L’Italia è indietro nei tempi con i cittadini più scettici e gode di una certa protezione – cioè di una minor penetrazione – dell’online: al 20/30% rispetto al Regno Unito dove supera il 50%, in alcuni business oltre il 60%», indica Bellezze, aggiungendo come seconda motivazione l’adozione di sistemi di pagamento più sicuri con protezioni regolamentari molto più stringenti e procedure più sicure rispetto a quelle in Canada e nel Regno Unito.
Dove pullolano i truffatori
L’impatto maggiore delle frodi lo si vede nelle transazioni online con la clonazione delle carte di credito, poi nel retail che ha una forte esposizione al canale online, ma anche alla parte fisica con i negozi, continua Bellezze. «Ma è un trend che sta crescendo anche nei servizi finanziari. Infatti, nonostante siano storicamente attrezzati per gestire i rischi, registrano un aumento delle frodi sofisticate come il social engineering. Stesso trend», precisa, «per il mondo dei viaggi, di solito un settore più protetto ma sono in aumento le false prenotazioni e i pagamenti non autorizzati».
600 euro la perdita media in Italia
Le frodi più frequenti in Italia, cita l’esperto di Adyen, arrivano nell’ordine dal phishing con cui il truffatore cerca di ottenere dati sensibili degli utenti tramite email, sms o siti web falsi; dal social engineering, una manipolazione psicologica per indurre le vittime a condividere informazioni riservate o ad autorizzare transazioni, e da quelle sulle carte di pagamento. In Italia la perdita media per ogni utente truffato si aggira intorno a 600 euro, ma ci sono alcune regole d’oro che un consumatore può seguire per evitare di cadere nella trappola: la prima è verificare sempre l’identità del mittente prima di cliccare su un link o di rispondere a una chiamata o dare informazioni; la seconda è l’utilizzo di password forti e uniche; la terza è l’attivazione dell’autenticazione a due fattori con la propria banca per gli acquisti online; la quarta è monitorare regolarmente il proprio conto corrente per evitare addebiti falsi.
L’intelligenza artificiale un alleato per contrastarle
Il report di Adyen evidenzia anche come l’intelligenza artificiale stia potenziando le tecniche dei frodatori, rendendo i tentativi di truffa sempre più credibili e difficili da distinguere dalle comunicazioni autentiche. Non a caso, oltre un quarto (27%) dei merchant a livello globale descrive le frodi come un «costo significativo» per il proprio business. «Ma lo strumento dell’intelligenza artificiale è a oggi l’unico che riesce a contrastare davvero le frodi. Si ciba di dati, può generare milioni di ipotesi su un’eventuale truffa ed è un milione di volte più veloce di noi», afferma l’esperto. «In quest’ottica, la nostra piattaforma di machine learning sta registrando risultati straordinari. Adyen si è costruita un’infrastruttura tecnologica interamente proprietaria, abbiamo anche le licenze bancarie, quindi non ci appoggiamo con nessuno all’esterno», aggiunge.
«All’inizio le politiche antifrode dei nostri sistemi per la protezione di pagamenti venivano fatte in silos. Poi abbiamo adottato un approccio al contrario: abbiamo rotto tutti i silos e messo l’AI a supervisionare tutti i dati globali. Pochi mesi fa abbiamo fatto un test pilota su 100 clienti e abbiamo ottenuto ottimi risultati: il 6% in più di fatturato grazie alla capacità del sistema di apprendere più velocemente», precisa Bellezze, convinto che le potenzialità dell’intelligenza artificiale siano notevoli e ancora inesplorate, come per l’agent AI che, ad esempio, ti permette di organizzare un viaggio in pochissimo tempo, budget compreso, gratis. «Ma poi c’è l’altra faccia della medaglia: chi c’è dietro l’organizzatore? È affidabile? Chi riuscirà a creare una tecnologia che riesca a dare una sicurezza totale», conclude Bellezze, «avrà vinto la lotteria, ma è una partita tra giganti». (riproduzione riservata)