NEW YORK, 23 OTTOBRE 2025 – Dal 2015 al 2025 e oltre: dieci anni di collaborazione tra Italia e CARICOM all’insegna dello sviluppo sostenibile e della resilienza climatica. A New York, presso la sede della Rapprsentanza Permanente italiana all’ONU, si è tenuta oggi la quarta riunione del Comitato congiunto previsto dal Memorandum of Understanding tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Segretariato Generale della Comunità dei Caraibi, firmato per la prima volta dieci anni fa e rinnovato di recente.

L’incontro ha segnato un nuovo passo in avanti nella cooperazione tra Roma e i Paesi caraibici, con l’approvazione di cinque nuovi progetti che si aggiungono ai ventidue già finanziati nell’ambito dell’accordo. Gli interventi riguardano tre aree cruciali per la regione: la promozione delle energie rinnovabili, la riduzione dei rischi legati agli eventi meteorologici estremi e la gestione integrata delle risorse idriche. Il CARICOM, originariamente chiamato Comunità e mercato comune caraibici, fu istituito con il trattato di Chaguaramas entrato in vigore il primo agosto 1973.

L’Italia, che negli ultimi anni ha rafforzato la propria presenza diplomatica e tecnica nei Caraibi, conferma così la volontà di essere un partner stabile e solidale in una delle aree del mondo più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. L’approccio è quello di una cooperazione concreta, basata su scambio di competenze, assistenza tecnica e formazione locale, per accompagnare i piccoli Stati insulari nella transizione energetica e nella costruzione di economie più resilienti.

“L’Italia resta impegnata a promuovere lo sviluppo sostenibile nella regione CARICOM, in linea con l’Agenda 2030,” ha ricordato il MASE al termine dei lavori. Un impegno che si traduce in programmi di ricerca, installazioni di impianti fotovoltaici, sistemi di monitoraggio delle risorse idriche e strumenti di previsione per i disastri naturali.

A dieci anni dalla firma del primo Memorandum, la collaborazione tra Italia e CARICOM si conferma un esempio riuscito di diplomazia climatica e solidarietà internazionale, capace di unire la competenza tecnologica italiana alle priorità ambientali e sociali dei Paesi caraibici. Un percorso che guarda avanti — “dal 2015 al 2025 e oltre” — verso un futuro condiviso di sostenibilità, sicurezza e sviluppo. (@OnuItalia)