Gianluca Argellati lascia Forza Italia. Il sindaco di Vigolzone, fino a ieri vice segretario provinciale degli azzurri, ha annunciato ai vertici del partito che non rinnoverà la tessera. «Non vado in nessun partito, prendo fiato e mi dedico a Vigolzone, il mio paese». Il sindaco, riconfermato in Valnure nel 2024, si era candidato con Fi alle Politiche del 2022 e Regionali del 2024, dove aveva conquistato 1500 preferenze (gli azzurri ottennero l’8% in quella consultazione, il secondo dato più alto in regione dopo Parma).

«Ho aiutato a portare il partito all’8,1% – spiega Argellati al nostro giornale – ma, nonostante il mio impegno costante, i risultati ottenuti e 31 anni di militanza tra Fi e Pdl, mi sono reso conto che l’attenzione e il riconoscimento per chi si impegna non sono sempre costanti, al di fuori del periodo elettorale. Purtroppo, ho constatato che l’utilità e il valore delle persone che dedicano tempo, risorse e sforzi personali spesso vengono riconosciuti solo in vista delle elezioni». Le dimissioni sono state annunciate al leader nazionale Antonio Tajani, a Maurizio Gasparri, anche al segretario provinciale Marcello Minari e ai vertici regionali. 

«Ho sempre vissuto – aggiunge il sindaco di Vigolzone – la politica come servizio, senza pretendere riconoscimenti immediati, ma con la speranza di poter contribuire davvero, con serietà, a un progetto di futuro. Oggi avverto che questo spazio di costruzione, fatica a trovare la forza che meriterebbe. Eppure, è sotto gli occhi di tutti che una parte crescente del Paese chiede proprio questo: un centro solido, moderato ma coraggioso, capace di dialogare, di pensare, di fare. Però in Forza Italia ci si impegna soltanto quando si avvicina una consultazione elettorale. I miei risultati sono lì, ma un minuto dopo le elezioni non si costruisce più nulla. Interessa solo fare bella figura al voto. Io mi sono messo a disposizione alle Politiche e alle Regionali, per un rilancio del partito, ma questo non vuole essere rilanciato seriamente. Se un giorno dovesse tornare, come nel 1994, il desiderio autentico di cambiare il Paese, di rinnovare la politica, di parlare di buon governo, Fi mi troverà pronto».