“Vogliamo un confronto perché la comunità senese di Italia Viva sente come una peofonda ingiustizia il trattamento cui è stato sottoposto Stefano Scaramelli”. Nei giorni scorsi David Chiti, coordinatore senese di Italia Viva, ha scritto a Francesco Bonifazi, coordinatore regionale, per esternare la disapprovazione del partito senese dopo che per Scaramelli non si sono aperte le porte di un assessorato regionale. Una partita che si sapeva difficilissima, ma che l’ex vicepresidente dell’assemblea regionale pensava ancora aperta, fino a quando è stato chiaro che non c’erano spazi nella squadra di Giani. “Abbiamo ottenuto come Casa riformista un lusinghiero 9 per cento – osserva Chiti – ottenuto con fatica, tanti colloqui con le persone e autofinanziamento. Scaramelli ha ottenuto un numero rilevante di preferenze, eppure a quanto pare non è bastato e di questo la nostra comunità è rimasta molto delusa”.
L’auspicio è di poter realizzare un confronto a Siena con i vertici del partito. “Vorremmo capire – afferma Chiti – quali sono stati i motivi che hanno portato a questo esito che ci penalizza fortemente, dopo il grande lavoro svolto. Ci aspettiamo la dovuta attenzione perché da qui sono sempre arrivati risultati importanti”. Sotto accusa, ma questa non è solo una problematica evidenziata da Italia Viva Siena, una legge elettorale che viene definita “assurda e penalizzante”: a essere colpiti i territori meno popolosi, a tutto vantaggio soprattutto di Firenze e comunque delle aree con più elettori.
Una situazione che tocca tutti i partiti, a partire dal Pd – che ha più voti di tutti ma un solo rappresentante – per arrivare alle forze minori che sono penalizzate in partenza. Anche se la logica che coinvolge Scaramelli ha anche, ovviamente, un profilo politico: fatta salva la nomina di Cristina Manetti, coordinatrice della lista in campagna elettorale, lo spiraglio che a un certo punto poteva aprirsi era un secondo assessorato a Casa riformista, in caso di assegnazione della presidenza del consiglio regionale al Pd. Ma la solida posizione di Stefania Saccardi alla guida dell’assemblea, ha eliminato dal campo anche quella eventualità. E per Scaramelli si sono chiuse le porte della Regione.
O.P.