SuperMax fai i numeri, Norris vede il Mondiale. Antonelli, super-rimonta. Ferrari resta quarta forza
Felici dopo il traguardo su una Cadillac rosa fatta di Lego. Las Vegas, il regno delle esagerazioni e delle pacchianate, non ha regalato grande spettacolo in pista ma ha sistemato alcuni numeri che potrebbero essere definitivi. Norris, seppure battuto da Verstappen (Lando paga una ingenua manovra alla prima curva nel tentativo di chiudere l’olandese) si prende un secondo posto che può valere il Mondiale ha 42 punti di vantaggio sul campione del mondo e 30 su Piastri: il prossimo fine settimana può già festeggiare in Qatar nell’ultimo format Sprint della stagione prima della tappa finale di Abu Dhabi il 7 dicembre. Era considerato debole di testa, sta emergendo invece tutto il contrario nel box della McLaren dove Piastri si è avvitato in una misteriosa spirale negativa dopo 15 Gp da leader del campionato.
L’australiano ha chiuso quarto, mai in partita, protagonista di erroracci e sempre in ombra. Sorride Antonelli, il migliore dopo Verstappen. Scattava 17esimo dopo qualifiche da incubo, ha scontato 5” di penalità per falsa partenza. Ed è riuscito a risalire fino al quinto posto con una strategia creativa e con una gestione esemplare delle gomme: era l’unico fra i venti piloti a montare le gomme soft al via, è passato alle dure prestissimo e non ha accusato il minimo tentennamento, con le coperture ormai logore, quando si è trovato dietro a Piastri e Leclerc. Il quinto posto è un manifesto delle potenzialità del ragazzo della Mercedes, in costante crescita. È la dimostrazione che si poteva rimontare, Leclerc ha fatto ciò che ha potuto ma la Ferrari di oggi è questa. Mancano le prestazioni, prima di tutto. Altro che lottare per i posti avanti come diceva Vasseur alla vigilia.
La Rossa è destinata a chiudere il Mondiale con zero vittorie (salvo sorprese), è sempre incompleta da qualche parte o in qualche momento chiave. Le cose del resto si erano messe male nelle qualifiche bagnate, Charels aveva fatto notare i limiti parlando di una macchina «che da sette anni non riesce ad andare forte con la pioggia». La sua corsa è stata oscura, ha recuperato tre posizioni ma vedendo ciò che ha fatto Antonelli aumentano i rimpianti. «Sono contento per la gara, aveva fatto una strategia molto rischiosa ma siamo riuscita a portarla a termine. A metà corsa ero preoccupato per il graining, peccato che siamo partiti così indietro» le parole del 19enne bolognese. La Mercedes ha piazzato Russell sul podio per blindare il secondo nei costruttori. Hamilton, un punto per l’onore. Scattava ultimo, dopo un ottimo start in cui ha recuperato 8 posizioni, è finito nel traffico di centrogruppo e lì si è fermato. Comunque meglio che in Brasile, ma davvero pochissimo per un sette volte iridato che si era complicato da solo la vita nelle qualifiche con un clamoroso errore di valutazione.
Verstappen ha dominato alla sua maniera, 69esimo successo in carriera, da Monza nessuno ha fatto tanti punti come lui (quattro vittorie). La Red Bull, sotto la gestione di Mekies, si è svegliata ma forse è troppo tardi. Di certo il suo slancio non può fare dormire sonni tranquilli a Norris che ha bisogno di chiudere in fretta. Perché Verstappen è capace di tutto e lo sta dimostrando. E il primo messaggio, appena sceso dalla macchina, è per Antonelli: «Ma come hai fatto a finire così avanti?». Kimi sorride, una notte da fenomeni, grandi e piccoli.