Avevano tutte passaporti lituani, quindi ‘in regola’ con il soggiorno nel nostro Paese, essendo afferenti all’Unione Europea. Fort’ di questa appartenenza, quasi tutte lavoravano come badanti, con tanto di assunzione. In realtà, però, provenivano tutte dalla Georgia. Sono state arrestate con l’accusa di atto falso tredici donne georgiane domiciliate tra Modena e provincia. L’indagine, articolata, svolta dai carabinieri ha permesso infatti di accertare come il gruppo di badanti provenisse in realtà dalla Georgia. Da dove arrivassero i documenti contraffatti in loro possesso e se vi fossero altre persone compiacenti che hanno permesso l’ingresso delle clandestine in Italia, al momento, non è dato saperlo. Quel che è certo è che per tutte, ora, si prospetta il processo. Le tredici donne sono state arrestate in flagranza e subito poste in libertà: evidentemente non sono stati ritenuti sussistenti il pericolo di reiterazione del reato, l’inquinamento probatorio o la fuga. Pare infatti che le indagate vivessero nella nostra provincia già da qualche tempo. Sono state ben 45 le perquisizioni effettuate ieri mattina all’alba dai militari a carico di altrettante persone di origine georgiana: gli inquirenti avrebbero sequestrato documentazione ma, probabilmente, emergeranno elementi più precisi nelle prossime ore. Potrebbero infatti esserci altri cittadini georgiani indagati nelle indagini: coloro che materialmente hanno contraffatto i documenti di identità oppure altri che potrebbero aver favorito ingresso e permanenza delle cittadine georgiane, di svariate età. Le indagate, in base a quanto trapela, non solo avrebbero lavorato in modo clandestino, non essendo in possesso di documenti comunitari se non di quelli contraffatti ma, di conseguenza avrebbero beneficiato anche di ammortizzatori sociali senza averne diritto. Quel che si sa è che le donne hanno già nominato un proprio legale che incontreranno nelle prossime ore. L’operazione è stata effettuata appunto dai carabinieri all’esito di una ben più articolata indagine relativa ai falsi documenti delle georgiane. Tutte sono state appunto scarcerate dopo l’arresto in flagranza di reato e sicuramente gli accertamenti proseguiranno per smantellare una rete di ingressi clandestini nel territorio sicuramente più ampia e sommersa.
Valentina Reggiani