Otto impronte intatte trovate tra i resti della colazione di Chiara Poggi, sequestrati 18 anni fa nella villetta di Garlasco (Pavia). È ciò che è emerso dall’incontro tenutosi oggi in questura a Milano nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dalla gip Daniela Garlaschelli. Secondo quanto appreso, sei impronte sono state trovate sul sacchetto dei cereali e due su quello della spazzatura. Nessuna impronta reperita sull’Estathè o sulla confezione di biscotti. Il passo successivo sarà quello di stabilire se le impronte potranno essere confrontate per capire a chi appartengano.

Sei impronte sui cereali, due sulla spazzatura

“A distanza di 18 anni, con grande sorpresa di tutti, sono stati rinvenuti dei rilievi dattiloscopici, quindi delle tracce parziali di impronte: sei sul sacchetto di cereali e due sul sacchetto della spazzatura”, ha detto Giada Bocellari, avvocata di Alberto Stasi uscendo dalla questura. “Queste tracce parziali saranno inviate in valutazione. Non è detto che siano confrontabili e non è detto che siano utili giuridicamente. Hanno dei requisiti minimi per passarle a una fase di valutazione successiva, vedremo poi i prossimi step”, ha proseguito la legale. Bocellari ha spiegato che questo tipo di rilievi era stato richiesto proprio dalla difesa di Stasi, unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi. Intanto, prosegue, “Non abbiamo delle date, le operazioni peritali proseguono senza soluzione di continuità”.

“Sempio resta innocente”

“Non abbiamo paura di niente – ha detto dal canto suo l’avvocata di Andrea Sempio, indagato – perché Sempio non c’entra niente, è innocente. Ha frequentato, come ha sempre detto ed è confermato anche dai Poggi, tutte le stanze della casa tranne la camera da letto dei genitori di Chiara”, dice la legale sottolineando che dopo 18 anni è difficile avere certezza di cosa toccò nella villetta il suo assistito. “Bisognerà anche valutare come, se è stato contatto mediato o immediato”, ribadisce.