Charlie Kirk, Ceo e fondatore di Turning Point USA, influente organizzazione giovanile dell’estrema destra americana, è stato ucciso da colpi di arma da fuoco che l’hanno raggiunto al collo durante un evento pubblico alla Utah Valley University.

Kirk, 31 anni, ha svolto un ruolo centrale nell’organizzare l’elettorato giovane per conto di Donald Trump. L’evento in Utah era la prima tappa dell’American Comeback Tour d’autunno della sua organizzazione, che in estate aveva toccato diversi campus universitari in tutto il Paese.

Le idee di Kirk erano legate ai valori dell’evangelismo reazionario: si era scagliato contro i diritti delle persone transgender, sosteneva la teoria del great replacement, secondo cui liberal e democratici vorrebbero rimpiazzare i bianchi con minoranze e immigrati, era scettico sui vaccini contro il Covid e aveva sostenuto la tesi che Trump era stato il vero vincitore delle elezioni del 2020. Rivendicava orgogliosamente di riuscire ad arringare le folle nonostante non fosse laureato.

Poco prima di essere raggiunto dal proiettile stava affrontando un altro suo cavallo di battaglia: il diritto alle armi. Il video del momento dello sparo è rimbalzato sui social media e sulle televisioni per tutto il giorno e la notizia della sua morte, avvenuta in ospedale, è arrivata direttamente da Donald Trump, che ha scritto sui social: “Il fantastico, e ormai leggendario, Charlie Kirk, è morto. Nessuno ha capito o sentito il cuore dell’America meglio di lui. È stato amato e ammirato da tutti, soprattutto da me, e ora non è più tra noi. Io e Melania esprimiamo le nostre condoglianze alla moglie Erika e alla famiglia. Charlie, ti vogliamo bene!”. Quindi ha ordinato bandiere a mezz’asta per ricordare il “patriota”, come lo ha definito durante un video di 4 minuti che ha tenuto in serata dallo studio ovale.

In due diversi momenti, due persone sono state fermate e si è parlato di “sospetto catturato”, ma in entrambi i casi i soggetti sono stati rilasciati. Nonostante non si sappia chi sia l’assassino e la matrice del suo attacco, la destra Usa ha già parlato di atto di guerra da parte della sinistra radicale.

La prima è stata l’ influencer Laura Bloomer che su X ha scritto: “La sinistra è composta da terroristi (…) È ora che l’amministrazione Trump chiuda, tagli i fondi e persegua ogni singola organizzazione di sinistra (…) Dobbiamo mettere a tacere questi lunatici di sinistra. Una volta per tutte”. “La sinistra è il partito dell’omicidio”, ha scritto Elon Musk su X.

“È una vera gioia vedere tutti questi liberal condannare la violenza politica ora” ha scritto Katie Miller, moglie del vice capo dello staff della Casa Bianca, Stephen Miller. “Ci avete chiamato Hitler. Ci avete chiamato nazisti. Ci avete chiamato razzisti. Avete le mani sporche di sangue”.

Ad uno ad uno i politici di sinistra e democratici hanno condannato la violenza, da Barack Obama a Bernie Sanders a Kamala Harris al candidato sindaco di New York Zohran Mamdani, al governatore della California Gavin Newsom che all’inizio di quest’anno aveva ospitato Kirk nel suo podcast.

Nonostante queste prese di posizione e nonostante non si conosca l’identità dell’attentatore, nel discorso dallo studio ovale Trump ha affermato: “Per anni, la sinistra radicale ha paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori assassini di massa e criminali del mondo. Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo a cui assistiamo oggi nel nostro Paese e deve cessare immediatamente. La mia amministrazione troverà tutti coloro che hanno contribuito a questa atrocità e ad altre violenze politiche, comprese le organizzazioni che le finanziano e le sostengono, così come coloro che perseguitano i nostri giudici, le forze dell’ordine e chiunque altro riporti l’ordine nel nostro Paese”.

Ha poi fatto un elenco di episodi di quella che ha definito la “violenza politica della sinistra radicale”, tra cui il tentativo di ucciderlo l’anno scorso, l’omicidio del Ceo di United Healthcare Brian Thompson, la sparatoria del 2017 al deputato repubblicano Steve Scalise, e quelli che ha definito “gli attacchi agli agenti dell’Ice”.

L’elenco di Trump non ha incluso l’omicidio, a giugno, di Melissa Hortman, deputata democratica del Minnesota, e di suo marito, la sparatoria verso un altro deputato democratico del Minnesota e di sua moglie, sempre a giugno, da parte di un uomo che aveva stilato una lista nera di 45 funzionari tutti democratici.

È stato omesso anche l’attacco al marito dell’ex presidente della Camera Nancy Pelosi, così come il sostenitore di Trump che ha inviato bombe a importanti esponenti democratici, o le minacce alla vita del suo primo vicepresidente, Mike Pence, da parte di insurrezionisti Maga, o i rivoltosi che hanno picchiato gli agenti di polizia il 6 gennaio 2021.