TREVISO – Le malattie contagiose più diffuse hanno registrato un aumento di quasi il 20% nel giro di un solo anno nella Marca. La pertosse ha avuto un vero e proprio boom: dai due casi del 2023 addirittura ai 170 dell’anno scorso. Ma non solo. Sono aumentate le malattie mani-bocca-piedi nei bambini arrivate a essere prese in carico dal servizio Igiene e sanità pubblica dell’Usl.

Qui il balzo è stato da 1 a 10. Le parotiti, che colpiscono le ghiandole salivari sotto le orecchie, sono raddoppiate.

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E sono in costante aumento pure le patologie legate alle punture delle zecche: i casi di Borreliosi di Lyme, che può arrivare a causare disturbi neurologici, è più che quadruplicata; la Tbe, meningoencefalite da zecche, è triplicata. Di seguito, cresce la scabbia. In questo ambito, si tratta della malattia più diffusa: l’anno scorso si è arrivati a 554 casi (+36%). Mentre la varicella ha toccato quota 124 contagi giunti fino al Sips (+19%). Non da ultimo, c’è anche un leggero incremento della mononucleosi, la cosiddetta malattia del bacio.

La pertosse

«Il dato più importante – sottolineano dall’Usl – è stato l’aumento della pertosse, tanto da allertare la comunità dei servizi sanitari». È una malattia di origine batterica che inizia come un semplice raffreddore. Poi, però, può portare a infezioni alle vie respiratorie anche gravi, soprattutto nei bambini con meno di un anno e nelle persone fragili. Lo scorso ottobre è stata proprio questa malattia a spezzare la vita di un neonato di soli 24 giorni nell’ospedale di Montebelluna.

«La migliore protezione arriva dai vaccini – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – nella nostra provincia continuano a esserci persone contrarie. Magari si pensa di non essere colpiti. Ma le vaccinazioni servono appunto per fare in modo che i casi non si moltiplichino». Fortunatamente su questo fronte l’emergenza sta rientrando. Dopo il picco del 2024, quest’anno, fino ad oggi, ci sono stati 9 casi. Di contro, i numeri dei contagi da scabbia e varicella nel trevigiano restano di fatto stabili: nei primi otto mesi di quest’anno si è già arrivati a 421 casi di scabbia e a 73 di varicella. Un discorso a parte va fatto per la salmonellosi, infezione batterica che colpisce l’intestino e si diffonde a causa del consumo di cibo e acqua contaminati o attraverso il contatto con animali infetti. Anche qui c’è stato un picco: dagli 86 casi nel 2023 ai 105 dell’anno scorso. Tra gennaio e oggi, però, si è scesi a 40.

Le diminuzioni

Ci sono anche altre malattie che, almeno per ora, hanno ridotto la loro incidenza tra i trevigiani. A partire dalla legionellosi, infezione polmonare che si prende per via respiratoria. In un anno i casi sono diminuiti del 30%: da 84 a 58. Il tutto anche grazie alle indagini avviate dall’Usl, che è subito corsa ai ripari. «A seguito di casi di legionellosi – specificano – sono state eseguite attività di indagine ambientale e campionamento delle acque per la ricerca di batteri appartenenti al genere Legionella in strutture pubbliche: case di riposo, centri ricettivi, impianti sportivi e natatori». Parallelamente i casi di scarlattina sono diminuiti di quasi il 30%.

Le zanzare

Sul fronte dei virus trasmessi dalle zanzare, il quadro è contrastato. Diminuiscono i contagi da West Nile: 35 nel 2023, 28 l’anno scorso e 15 quest’anno (negli ultimi due mesi, con l’impennata di 6 casi nella scorsa settimana). Mentre i casi di febbre Dengue sono passati dai 10 nel 2023 ai 15 dell’anno scorso, fino ai 2 da gennaio ad oggi, assieme a un contagio da Chikungunya, protagonista del recente focolaio nel Veronese. I casi trevigiani, comunque, sono stati tutti non autoctoni (non trasmessi dalle zanzare di casa nostra): persone che dopo aver viaggiato in Paesi a rischio hanno sviluppato i sintomi una volta rientrate nella Marca.