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Massimo Massenzio
La «marcia popolare» contro i «cantieri della devastazione» è partita intorno alle dalle 13 di sabato dal presidio di Venaus
«C’eravamo, ci siamo e ci saremo». È partita dal presidio di Venaus con i consueti slogan del movimento No Tav la marcia popolare che caratterizza la seconda giornata del Festival Alta felicità. Migliaia di attivisti si stanno dirigendo verso Susa, ma il corteo si è subito spezzato in due tronconi per raggiungere quelli che sono stato ribattezzato i «cantieri della devastazione».
All’uscita da Venaus alcune centinaia di manifestanti si sono poi diretti, attraverso il bosco, verso il presidio dei Mulini che sovrasta il cantiere di Chiomonte. L’altro obiettivo è il futuro deposito di marino in frazione Traduerivi, alle porte di Susa. Si sposta su tre fronti, seguiti dall’alto dall’elicottero della polizia,6 la protesta No Tav. In testa al lunghissimo serpentone lo striscione «Ora e sempre No Tav».
Verso San Didero
Dopo aver paralizzato il centro di Susa, il corteo si è fermato di fronte alla stazione dove decine di giovani attivisti hanno riempito completamente il treno regionale per Torino, con l’intenzione di raggiungere il cantiere di San Didero. Arrivato al sito di quest’ultimo cantiere, dove sorgerà il futuro deposito di marino, gli attivisti, quasi tutti a volto coperto, hanno divelto la recinzione esterna che separa il cantiere dall’autostrada e hanno cominciato la battitura delle reti con sassi e aste di ferro. L’area, attualmente vuota, non è presidiata dalle forze dell’ordine.
Dopo la «battitura» alcuni di loro hanno rimosso il filo spinato e sono entrati nel cantiere. Ad alcuni bagni chimici è stato dato fuoco. Gli attivisti hanno preso possesso del cantiere dove sono stati accesi diversi fuochi.
Bloccata l’autostrada
Un secondo gruppo ha invaso la sede stradale dell’A32 e ha incendiato un cumulo di erba secca. Bloccata la corsia per Torino, sull’altra code chilometriche. L’autostrada per Bardonecchia è stata bloccata da barricate realizzate con reti e assi di legno che sono state rimosse dagli automobilisti. Un gruppo di attivisti ha lanciato pietre contro la polizia.
Dopo l’assalto al cantiere dell’autoporto di San Didero, la protesta No Tav ha preso di mira anche il cantiere di Chiomonte, con un lancio di bombe carta e pietre contro le forze dell’ordine poste a protezione del cantiere.
Lo scorso anno la marcia finì con gravi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, feriti e blocchi dell’autostrada.
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26 luglio 2025 ( modifica il 26 luglio 2025 | 17:28)
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