di
Enrica Roddolo

Lo storico Fern Riddell ricostruisce il legame tra l’anziana regina Vittoria e il suo aiutante scozzese John Brown, dal quale sarebbe nata l’ava della donna americana

Un’americana, figlia illegittima della regina Vittoria? L’ipotesi, suggestiva di certo, è formulata in un libro e un documentario per la tv britannica Channel 4 che ripercorre la vita della regina imperatrice, vedova del suo amore di una vita, il principe Alberto di Saxe Coburg Gotha. 

Vittoria, prima sovrana ad abitare Buckingham Palace sin dal luglio del 1837 tant’era il desiderio della giovane sovrana di emanciparsi dallo sguardo della madre che l’aveva cresciuta con regole ferree a Kensington Palace, sposò il cugino Alberto di natali germanici e il loro legame fu tra i più saldi del Gotha. 



















































Donna vivace, piena di entusiasmo e voglia di vivere la giovane regina ebbe molti figli con il consorte sposato nel febbraio del 1820 nella cappella Reale di St James’s Palace (a un soffio dalla reggia e da Pall Mall). Ma una febbre tifoidea costò la vita al principe Alberto quando non aveva che quarant’anni lasciando la regina Vittoria inconsolabile nel suo lutto infinito. Tanto era forte il legame sincero con Alberto che la regina si negò al mondo per anni gettando il Regno Unito nel timore di una vera e propria crisi istituzionale. Finché il primo ministro la implorò di tornare a mostrarsi in pubblico. Insomma a svolger e il suo ruolo di regina imperatrice di quello che al tempo era un impero che copriva un quarto delle terre emerse. 

Vittoria, accettò dopo tanto supplicare di tornare in pubblico e l’ultima stagione del suo regno sarà anche la più intensa. Proprio in quest’ultima stagione di vita sarebbe nato il frutto dell’amore dal quale oggi discenderebbe un’americana: Angela Webb-Milinkovich, una badante del Minnesota. Insomma non un’aristocratica e per la verità con poca somiglianza alla regina Vittoria. 

Ma a questa conclusione sarebbe giunto lo storico Fern Riddell che al legame della regina Vittoria con il suo fedele servitore scozzese degli ultimi anni di vita, John Brown, dedica il libro Victoria’s Secret. Intanto va detto che Brown non fu l’unico compagno delle giornate solitarie della regina vedova, anche il Munshi ovvero Abdul Karim, più giovane di 42 anni, verso il quale mostrò una particolare tenerezza e che nominò appunto suo “Munshi”, maestro. 

Alla storia sentimentale tra Vittoria e Abdul Karim è stato dedicato anche un film con l’attrice Judy Dench. Nulla sin qui ha potuto provare per la verità un legame oltre il platonico della regina Vittoria con il Munshi come con John Brown lo scozzese col quale trascorreva lunghi pomeriggio nelle Highland schiaffeggiate dal vento e con il quale condivideva molte passioni. 

La diva Judy Dench, negli anni ’90, portò sul grande schermo anche il legame con lo scozzese John Brown per Bbc Scotland.

Riddell nel suo libro diventato oggetto di un documentario, parte dal racconto di famiglia di Angela Webb-Milinkovich secondo il quale c’era un segreto ben custodito di generazione in generazione. E arriva alla conclusione che l’americana del Minnesota discenda dalla regina. 

A giustificare la sua supposizione porta la coincidenza dell’arrivo a corte anche del fratello di John Brown, Hugh con la moglie su richiesta della sovrana imperatrice… e l’arrivo con la coppia anche della loro figlioletta Mary Ann. Per Riddell, non la figlia del fratello di Brown, bensì la figlia dell’amore di una regina. 

Per adesso solo un’ipotesi suggestiva, mancando una prova del Dna, anche se Angela Webb-Milinkovich ha detto al Times di Londra di «sono fiera della mia storia di famiglia». E non è la prima volta che la storia del Novecento si intreccia con rivendicazioni di sangue blu. 

Il caso più celebre quello di Anastasia, o meglio la ragazza sovietica Anna Anderson che per anni sostenne di essere figlia dell’ultimo zar, scampata all’eccidio di Ekaterinburg. Anche questa storia diventata un film a Hollywood, anche se la realtà rivelerà che non si trattava della figlia dello zar. 

Più recente il caso della principessa Delphine del Belgio, l’artista arrivata a corte dopo una lunga battaglia legale per veder riconosciuta la paternità dell’attuale re emerito del Belgio, Alberto II che ebbe una relazione con la baronessa Sybille de Selys de Longchamps. Delphine Boël dal 2000 è diventata così «principessa del Belgio». E stirpe di principi sono diventati anche i suoi figli, Josephine e Oscar che si fregiano del titolo di Altezze Reali, mentre Delphine ha preso il cognome più celebre nel panorama aristocratico europeo: Saxe Coburgo. «La mia arte mi ha sempre aiutata a lanciare messaggi, a dar voce ai miei pensieri – ci ha detto la principessa a proposito di una delle sue opere battezzata non a caso Love Child -. E no, non ho mai pensato di non potercela fare». Chissà se un giorno anche la badante americana potrà vantarsi di un titolo di Altezza Reale?

26 luglio 2025 ( modifica il 26 luglio 2025 | 13:51)