Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex tecnico ha parlato dei problemi dell’Inter di Chivu a partire dalla condizione del regista
Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex tecnico Fabio Capello ha parlato dei problemi dell’Inter di Chivu a partire dalla condizione del regista:
Torna il campionato. Curioso di vedere la Juventus?
«Molto. Intanto ha ritrovato solidità difensiva con Bremer e Gatti. Aveva già una base solida a cui ha aggiunto energie con nuovi attaccanti, come David e Openda. È una squadra costruita molto bene, seguendo le indicazioni dell’allenatore: peraltro Tudor aveva avuto modo di conoscere meglio i giocatori nel corso del mondiale americano. E poi ha Vlahovic che, pur partendo dalla panchina, quando entra ha la fame di dimostrare il proprio valore».
É già pronta per vincere lo scudetto?
«Devo ammettere che rispetto alle previsioni l’ho portata più avanti nella mia personale griglia. La favorita è il Napoli, poi l’Inter e la Juventus appunto».
Chi ha più da perdere sabato?
«Diciamo che sarà uno step fondamentale per i nerazzurri per dimostrare di essersi messi alle spalle il Psg. Per i bianconeri è un test importante per confermare di essere da titolo».
Chivu avvia un nuovo ciclo ma con gli stessi giocatori di prima. Lei come ci è riuscito al Milan?
«Quando arrivai a Milano, dopo Sacchi, radunai i giocatori e dissi loro: “Tutti dicono che siete stanchi, esauriti. Fateli ricredere”. Anche all’Inter dovrebbero pungolare i calciatori così da far rimangiare a noi critici tutte le parole spese. I giocatori devono aver voglia di riaccendere la luce».
Il Napoli saprà mantenere il furore agonistico nel doppio impegno?
«La Champions è troppo importante a livello economico e di prestigio: tutti vogliono fare bella figura. Ma Conte ha due opzioni per ogni posizione e il grande feeling con De Laurentiis è un fattore decisivo. La squadra è completa, forse perde qualcosa con l’infortunio di Lukaku. Vedremo come Hojlund lo sostituirà».
Modric e De Bruyne sono due esempi di campioni non più giovanissimi arrivati in Italia. Colpito da questa ondata anomala?
«Non direi: il calcio italiano è così lento che chi ha una classe superiore, come i due fuoriclasse che ha citato, non fatica a emergere».
«Eh mi pare che sia nella stessa situazione della Nazionale. Ha un centrocampo che fa poco filtro e difensori che guardano molto la palla e poco gli avversari. Senza contare che quando si perde il pallone rientrano in pochi e pure lentamente».
Non la convince la rivoluzione estiva sul mercato?
«Una squadra è come un albero. Il tronco è la base portante: un difensore centrale solido, un centrocampista che scherma e dà il via alla manovra e un attaccante che segna. Mi sembra che qui manca più di un elemento ma Max è un allenatore intelligente e troverà il modo di sopperire».
Dopo due finali in tre edizioni conquistate da Inzaghi, per Chivu la Champions si prospetta come un Tourmalet da scalare?
«Eh sì, ma la squadra potenzialmente c’è. Ovviamente il tecnico deve recuperare giocatori che sono stati in passato decisivi: mi riferisco a Calhanoglu, ad esempio, che ora deambula per il campo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA