Abbiamo Michelle Obama in Cefinn ma anche Akshata Murty, la moglie dell’ex premier britannico conservatore Rishi Sunak. C’è Gillian Anderson ma anche moltissimi volti noti per il pubblico britannico come Gabby Logan e Holly Willoughby. Il brand aumentò la sua popolarità anche grazie a una serie tv: si parlò molto del guardaroba, in gran parte griffato Cefinn, sfoggiato da Sienna Miller nei panni di Sophie Whitehouse in Anatomia di uno scandalo.
Nonostante questo il brand chiude. Qualche anno fa suonò il requiem per The Vampire’s Wife, il brand amatissimo dalle reali fondato da Susie Cave, vittima soprattutto della pandemia. Più recentemente è toccato chiudere a Camilla Elphick, il brand di accessori amato da Kate, e ad Anna Mason, un marchio portato alla ribalta da Zara Tindall. Stessa sorte per Seraphine, realtà premaman che l’allora duchessa di Cambridge aveva reso popolare durante le sue gravidanze. Salvato in corner invece Roksanda, ora acquisito da un grande gruppo che ne ha scongiurato la fine.
Vedi di più
Madeleine di Svezia e quel vestito che piace tanto alle royals (Kate Middleton compresa)
C’è un modello firmato Self-Portrait che sembra nato per essere indossato dalle principesse. La reale svedese ne possiede una versione panna, sfoggiata per assistere al concerto organizzato per l’inaugurazione del Parlamento, che sembra «rubata» dall’armadio di Kate Middleton. Ma non sono loro le uniche ad avere quell’abito in guardaroba
«Non è stata una decisione che ho preso alla leggera, soprattutto perché recentemente abbiamo visto forti dati commerciali. Ma, in quanto piccola impresa che naviga nelle turbolenze nel settore della moda all’ingrosso, nelle continue pressioni sui costi e nelle restrizioni commerciali internazionali, ho trovato sempre più difficile essere certa che Cefinn potesse raggiungere il livello di crescita necessario per raggiungere una posizione stabile e redditizia» si legge ancora su Instagram, la piattaforma usata come vetrina.
Samantha Cameron non entra nei dettagli ma lo fa la stampa britannica chiamando in causa il fallimento di Matchesfashion, il sito di e-commerce che vendeva le collezioni, l’inflazione, la Brexit, le tasse applicate sullo shopping dei turisti, i dazi di Trump, le politiche laburiste ritenute poco sensibili ai temi dell’impresa, le piattaforme per il second hand e la concorrenza di quelli che una volta avremmo chiamato «grandi magazzini».
La principessa Kate nel 2023.
Phil Noble / ipa-agency.net