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Redazione Online
Individuata l’arma in un bosco. Ci sarebbero anche le impronte di piedi e mani del killer e le immagini di videosorveglianza
L’arma del killer di Charlie Kirk, l’attivista trumpiano ucciso ieri nel campus dell’Università dello Utah, è stata trovata in un bosco vicino alla scena del crimine. Si tratta di un fucile da caccia calibro 30 con otturatore ad alta potenza, come ha detto in una conferenza stampa Robert Bohls, agente speciale dell’Fbi, che ha diffuso su X le foto del sospettato. L’assassino è ancora in fuga.
Trovate anche munizioni incise con slogan pro transgender e antifascisti all’interno del fucile che le autorità ritengono sia stato utilizzato per uccidere Charlie Kirk. Lo riporta il Wall Street Journal che cita fonti delle forze dell’ordine. Il fucile è stato trovato avvolto in un asciugamano con un bossolo ancora in canna. Nel caricatore c’erano tre colpi non sparati, tutti con scritte.
Gli investigatori, che hanno promesso 100 mila dollari di ricompensa a chiunque fornisca informazioni utili ad arrestare l’assassino, sono in possesso di impronte di piedi, palmi e avambracci del presunto killer e le stanno esaminando. «Vi assicuro che indaghiamo accuratamente su tutti gli indizi e le segnalazioni – ha dichiarato l’agente speciale Bohls -. Chiunque sia in possesso di video o immagini della sparatoria li fornisca all’Fbi». Nella sola mattinata di giovedì gli investigatori hanno ricevuto oltre 130 segnalazioni.
L’identikit: «Un ragazzo in età universitaria»
Il commissario di polizia dello Utah, Beau Mason, ha affermato in conferenza stampa che l’aggressore è arrivato nel campus della Utah Valley University alle 11:52. Avrebbe sparato dal tetto di un edificio del campus, il Losee Center, da una distanza di circa 125 metri
Kirk è stato colpito al collo alle 12:20, circa 20 minuti dopo l’inizio del suo discorso. Stava rispondendo a una domanda dal pubblico sulla violenza armata.
Dopo la sparatoria, le autorità hanno seguito i movimenti del killer mentre si spostava dall’altra parte dell’edificio, saltava dal tetto e fuggiva in un quartiere vicino. L’assassino di Kirk «sembra essere un ragazzo dell’età universitaria» e «si è mescolato» alla popolazione studentesca del campus.
Secondo Beau Mason l’attentatore avrebbe preso di mira solo Kirk.
L’università ha dichiarato che il campus è stato immediatamente evacuato e le lezioni annullate fino a nuovo avviso. A coloro che erano ancora presenti nel campus è stato chiesto di rimanere al loro posto per poi essere scortati fuori dagli agenti di polizia in sicurezza.
A Charlie Kirk la Medaglia presidenziale
«Charlie è stato un gigante della sua generazione, un campione di libertà e un’ispirazione per milioni e milioni persone», ha affermato Donald Trump durante la commemorazione al Pentagono in occasione del 24esimo anniversario degli attacchi dell’11 settembre.
Il presidente americano ha aggiunto di «non avere dubbi che la voce di Charlie e il coraggio che ha dato a una quantità infinita di persone, soprattutto giovani, sopravviverà». Ha inoltre annunciato che premierà l’attivista con la Medaglia presidenziale della libertà nel corsodi una cerimonia in cui «ci sarà una folla molto molto grande».
Il vicepresidente JD Vance, che ieri ha ricordato l’amico e collega con un lungo post su X, oggi visiterà la famiglia di Kirk in Utah, insieme alla moglie. Anche Trump ha fatto sapere che parlerà «questo pomeriggio» con la famiglia dell’attivista conservatore.
Una famiglia «devastata», ha detto Beau Mason: «Come commissario per la sicurezza pubblica, come padre, come marito, posso solo immaginare cosa stia passando quella famiglia». Per poi aggiungere: «Non tollereremo quello che è successo. Stiamo utilizzando ogni pista, abbiamo coinvolto ogni agente, ogni investigatore, ogni agenzia locale. Cattureremo questo individuo».
Anche il capo del Pentagono Pete Hegseth ha reso omaggio a Kirk durante la cerimonia di commemorazione dell’11 settembre in Virginia. Nel suo discorso, dedicato alle vittime degli attentati e ai soldati che si arruolarono dopo il 2001, Hegseth ha citato l’attivista conservatore assassinato ieri accostandolo ai giovani pompieri, agenti e militari che hanno servito il Paese. «La vita, l’esempio e perfino la morte di Charlie Kirk, seguace di Cristo e patriota americano, mi danno speranza» ha detto il segretario alla Difesa. «Come le vittime dell’11 settembre, non sarai mai dimenticato».
Intanto il vice segretario di Stato, Christopher Landau, ha scritto in un post su X che il dipartimento di Stato Usa «prenderà provvedimenti» nei confronti dei cittadini stranieri che si trovano negli Stati Uniti e che «elogiano o giustificano» l’assassinio di Kirk. «Alla luce dell’orribile assassinio di una importante figura politica, voglio sottolineare che gli stranieri che glorificano la violenza e l’odio non sono i benvenuti nel nostro Paese» ha aggiunto.
Le reazioni dell’ultradestra
In un videomessaggio dallo Studio Ovale, nella notte il presidente americano aveva puntato il dito contro i media e la «sinistra radicale»: «Per anni hanno paragonato meravigliosi americani come Charlie ai nazisti e ai peggiori assassini di massa e criminali del mondo», ha affermato Trump in un discorso su Truth. «Questo tipo di retorica è direttamente responsabile del terrorismo a cui assistiamo oggi nel Paese».
Il messaggio di Trump è stato amplificato da molti influencer di estrema destra e da diversi repubblicani che hanno attribuito la responsabilità della sparatoria alla sinistra e hanno infiammato i social con appelli alla vendetta. «Questa è una guerra, questa è una guerra, questa è una guerra», ha insistito Alex Jones, influencer cospirazionista, durante una diretta streaming sul suo canale Infowars.
«In America si è accesa una miccia e credo che la destra americana, soprattutto i giovani, non accetterà la morte di una delle sue voci più famose» ha dichiarato Matt Boyle, del media Maga «Breitbart News».
Un editoriale del Wall Street Journal, ha scritto Federico Rampini, lancia un allarme degno di attenzione sul contesto in cui è maturato l’attentato: «È un momento pericoloso per il Paese, che potrebbe scivolare in un ciclo di violenza politica difficile da fermare. Il presidente Trump è sopravvissuto a due tentativi di assassinio. A giugno due parlamentari democratici del Minnesota sono stati colpiti da arma da fuoco, uno dei quali è rimasto ucciso. In aprile la casa del governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, è stata incendiata con una bomba molotov. Tre anni fa un aspirante assassino si consegnò spontaneamente davanti all’abitazione del giudice Brett Kavanaugh. Il deputato Steve Scalise fu ferito da colpi di arma da fuoco nel 2017 e la deputata Gabby Giffords nel 2011».
Chi era Kirk
Nel 2012 il 18enne Charlie Kirk fu scoperto da Bill Montgomery, imprenditore e convinto attivista di ala conservatrice. «Non ti conosco» gli aveva detto l’uomo dopo aver ascoltato un suo discorso, «ma devi fondare un’organizzazione per diffondere il tuo messaggio tra i giovani».
Da quell’incontro nacque Turning Point Usa, associazione no profit creata da Kirk e Montgomery per diffondere gli ideali conservatori nelle scuole, nei college e nelle università.
L’ideologia woke e il «marxismo culturale» erano i nemici giurati di Kirk. I suoi argomenti spesso puntavano sui temi sociali come l’immigrazione, l’aborto, le tematiche di genere. E anche la difesa del secondo emendamento, sulla detenzione di armi da parte dei cittadini comuni.
Inizialmente scettico nei confronti di Trump, Kirk ha poi sposato totalmente la linea del presidente. E il tycoon l’ha accolto nella sua squadra, come assistente personale di Don Jr. e come forza da schierare sui social. Dove la vittima dell’attentato nello Utah aveva e ha numeri impressionanti: oltre 4 milioni di iscritti su YouTube, 5 milioni e passa su X, quasi 9 milioni su Instagram e più di 8 milioni su TikTok.
Le teorie del complotto
Il video che fa discutere, come scrive Michela Rovelli, è quello che riprende l’influencer dal punto di vista della folla. «Chi è quella persona dietro Charlie Kirk, e perché sta facendo quello che ha tutta l’aria di un “segnale” appena prima che gli sparino? Non sono gesti normali», scrive l’utente che per primo ha pubblicato il video girato da uno studente, poi ripreso centinaia di volte.
Quello che sembra essere un membro della sicurezza dell’influencer, un secondo prima dello sparo, dell’influencer muove le braccia in modo innaturale. Ma si tratta soltanto di uno dei tanti video che in queste ore stanno girando sui social.
Articolo in aggiornamento….
11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 19:00)
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